Cecilia Cova e Lorenzo Scandroglio, Rifugio Miryam, Val Vannino, 2050 m, Val Formazza
Cecilia Cova e Lorenzo Scandroglio sono compagni di vita, nonché di gestione dello splendido Miryam in Val Vannino, solco laterale della Val Formazza chiuso dalla vetta dell’Arbola (3225 m). Di professione Cecilia è Guida alpina mentre Lorenzo è giornalista, ma il loro vero lavoro è il rifugio, aperto nei canonici mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, oltre che per l’intera stagione invernale. Ecco cosa ci hanno raccontato.
«Sto pensando di iniziare una coltivazione di menta – attacca Scandroglio – perché gli scalatori chiedono il mojito più del genepy o dell’amaro alle erbe. Abbiamo oltre 200 vie intorno al rifugio, tutte attrezzate in stile falesia: in estate salgono quassù i giovani delle palestre milanesi che di giorno arrampicano, ma la sera vogliono un po’ di movida. Ne fanno una questione di grado, alpinistico e alcolico».
La carriera lavorativa di Lorenzo è trascorsa tra redazioni di Milano e Torino fino al coronamento del grande sogno di diventare rifugista, realizzato quattro anni fa insieme a Cecilia che, da Guida alpina, aveva già maturato diverse esperienze in rifugio.
«Il Miryam era già frequentato dagli scalatori – prosegue Cecilia – perché è circondato da ottimo gneiss compatto, attrezzato nel corso degli anni da nomi rilevanti del mondo arrampicatorio tra cui Eugenio Pesci, Bruno Quaresima, Roberto Capucciati, Maurizio Pellizzon e Marco Tosi. Noi li abbiamo ospitati e aiutati nel lavoro in parete perché questo patrimonio di roccia deve essere ulteriormente sviluppato e rappresenta una risorsa per il rifugio».
Cecilia ha saputo ampliare la base dei frequentatori organizzando in rifugio dei campi di arrampicata per bambini e ragazzi e proseguendo l’attività che svolge d’inverno nelle palestre al chiuso in pianura. Inoltre ha stabilito al Miryam la base del proprio lavoro di Guida alpina.
«In Val Vannino sono presenti diverse vie lunghe e alpinistiche che mi piace proporre ai clienti per la bellezza dell’ambiente in cui si scala. Il pacchetto consiste in un giorno di riscaldamento e arrampicata plaisir in falesia per poi passare alla salita vera e propria il giorno successivo. In questo modo il cliente vive l’esperienza del rifugio, mentre io posso trascorrere la notte “a casa”».
La sfida di Lorenzo e Cecilia, però, si è concentrata principalmente sull’inverno perché nessuno aveva tentato il grande passo di aprire il Miryam nella stagione fredda.
«Quando abbiamo preso in gestione il rifugio – conclude Lorenzo – ci siamo impegnati a incrementare la frequentazione estiva, ma soprattutto ci siamo inventati quella invernale: iniziamo ad avere più scialpinisti e ciaspolatori rispetto a scalatori ed escursionisti. Tuttavia dall’estate 2015 ci aspettiamo un’ulteriore crescita di arrampicatori, grazie alla recente pubblicazione della guida Ossola Rock per Versante Sud, e ci stiamo attrezzando a soddisfare tutte le loro richieste. Lo scorso anno un gruppo di alpinisti tedeschi mi ha convinto a servire birra weiss, più dissetante della chiara. Prima o poi, mi toccherà preparare anche i cocktail».
Simone Bobbio