Bardi è stata per secoli una vera città di montagna, dominata dall’imponente castello dei Landi. Centro principale dell’alta Val Ceno, al confine tra le province di Parma e Piacenza, ancora all’inizio del ‘900 con i suoi oltre 10.000 abitanti si contendeva con Borgotaro il titolo di città più importante dell’Appennino parmense.
Come nella maggior parte delle terre alte d’Appennino, però, nei decenni successivi gran parte della popolazione è fuggita verso la pianura e le regioni più ricche d’Europa in cerca di una vita migliore. Nel giro di meno di mezzo secolo Bardi ha perso gran parte delle proprie funzioni  e del proprio prestigio di città, riducendosi a un piccolo comune montano di poco più di 2000 abitanti, punto di riferimento di un territorio conosciuto soprattutto per la qualità dei funghi porcini e per le villeggiature estive dei parmigiani.

Scorrendo oggi l’elenco delle imprese che hanno sede a Bardi ci si accorge però che qualcosa è cambiato: accanto ad agriturismi, società di guide naturalistiche e imprese edili, si trovano infatti ragioni sociali come Bardilab, Harimann Technologies and Consulting, Bardiservizi.com, Regalami il tuo Sogno – Ricerca e sviluppo per sistemi di comunicazione avanzata. Sono call center, società di consulenza informatica, studi grafici, che hanno potuto aprire e possono sopravvivere in questa splendida ma remota valle dell’Appennino grazie a un progetto nato nel 2000 su spinta di alcuni cittadini bardigiani, tra cui Andrea Pontremoli, allora amministratore delegato di Ibm Italia, coinvolgendo la Regione Emilia-Romagna, le istituzioni locali (che hanno investito più di un milione di euro), la società multiutility Enia (oggi  Iren). L’iniziativa puntava a superare i problemi dovuti all’inadeguatezza delle  infrastrutture di telecomunicazione esistenti, portando a Bardi e in tutte le alte valli del Ceno e del Taro una connessione internet ad alta velocità, grazie a una tecnologia chiamata Hyperlan e basata sull’utilizzo di ponti radio. Il successo dell’iniziativa, che tra l’altro portava la connessione nelle case e negli uffici dei bardigiani utilizzando dei provider locali, ha innescato un circolo virtuoso che ha portato all’apertura di nuove imprese, all’arrivo di nuovi abitanti (dal 2003 il saldo migratorio di Bardi è stato costantemente positivo) e all’ulteriore miglioramento della connettività del territorio, grazie all’adeguamento delle infrastrutture telefoniche.
In una valle in cui l’innovazione aveva  contribuito in maniera così virtuosa a fermare, almeno in parte, il declino sociale, economico e culturale e a migliorare la qualità della vita dei cittadini,  restava però un problema non di poco conto: gli almeno 30 chilometri di curve che separano gli studenti di Bardi dalle scuole superiori più vicine, a Bedonia, Borgotaro e Fornovo.
Per questo è nato il progetto Scuola@Bardi, che sfrutta le possibilità offerte dalla connettività internet del territorio per coinvolgere anche i ragazzi usciti dalle scuole medie di Bardi e dei comuni circostanti nelle ricadute positive dell’unione tra montagna e innovazione. Gli obiettivi di Scuola@Bardi sono quelli di arginare la dispersione scolastica, limitare il pendolarismo e offrire ai ragazzi maggiori opportunità formative, permettendo loro di alternare la presenza negli istituti scolastici di riferimento con una serie di lezioni telematiche, comuni a tutti gli indirizzi, che si svolgono a Bardi. Combinando le diverse opportunità offerte dalla tecnologia e da una buona connessione internet – e-learning, lavagna interattiva multimediale, videoconferenze skype – per tre giorni alla settimana, gli studenti dei primi due anni delle superiori possono risparmiarsi levatacce quotidiane e lunghi viaggi in corriera, facendo lezione a poche centinaia di metri da casa, grazie alla tecnologia e ad alcuni professori che svolgono il ruolo di tutor. «L’idea – spiega Gianluca Oppimitti, consulente informatico tra i responsabili del progetto – è che la scuola, in particolare in montagna, deve essere considerata non solo un luogo fisico, ma soprattutto un servizio».
In tempi in cui le scuole di montagna rischiano di cadere sotto la scure dei tagli della spesa pubblica e le imprese di montagna sotto i colpi del mercato, purtroppo per niente attenti alle esigenze dei territori, progetti come quello di Bardi indicano una strada innovativa e percorribile, ma solo se supportata da un investimento delle istituzioni nel miglioramento della connettività telematica delle terre alte.
Giacomo Pettenati

Info: http://goo.gl/JSlBtE