In Val Gemanasca, Provincia di Torino, non lontano dal Colle di Sestriere, simbolo piemontese della “neve firmata”, si trova il comune di Prali, su cui insiste una piccola e fortunata stazione sciistica che nel corso degli anni ha visto generazioni di torinesi scendere lungo le pendenze servite da due seggiovie biposto, due sciovie, 25 km di piste munite di un impianto di innevamento artificiale. Fino agli anni ’90, periodo nel quale cominciò una lenta e triste “decrescita infelice” che portò la piccola stazione sciistica addirittura alla temporanea chiusura nel 2005.
E fin qui purtroppo nulla di originale, una storia come quella di molte altre medio piccole stazioni sciistiche di Alpi e Appennini. Ma la “rivoluzione pralina” consiste nel fatto che, una volta riaperti gli impianti sciistici, seppur ancora importanti per l’economia del luogo, non sono più stati considerati l’unico core business della piccola località alpina, grazie a un progetto che ha permesso di trasformare una stazione sciistica in una stazione turistica fondata su fattori naturali, ambientali, paesaggistici, ma anche sulla valorizzazione della storia culturale del territorio. Prali ha infatti messo in campo un’idea di turismo a basso impatto basata sull’educazione alpinistica e sullo sport in grado di creare una nuova offerta di servizi per soddisfare la domanda di turismo dolce, che si sta sempre più diffondendo lungo tutto l’arco alpino.
Ma andiamo per gradi, partiamo dall’inizio. La stazione sciistica di Prali sorge in prossimità di 13 laghi di origine glaciale appoggiati in un’ampia conca che si trova ad un’altezza compresa tra i 2300 ed i 2550 metri, su cui scorre il torrente d’Envie, ai piedi delle vette delle Alpi Cozie che la dividono dal Parco francese del Queyras. In questo paesaggio mozzafiato negli anni ’50, sulla spinta di alcuni residenti e appassionati di montagna riunitisi in comitato, nasce l’idea di costruire una seggiovia, primo impianto sciistico della zona. La mancanza di grandi capitali sembrava costituire un grave impedimento, ma l’entusiasmo per l’iniziativa portò alla costituzione della “Società per Azioni Seggiovie 13 Laghi”, composta da grandi azionisti della circostante area pinerolese oltre ad un azionariato diffuso e capillare su tutto il territorio della Val Germanasca. Il 26 dicembre 1959 viene inaugurato il primo impianto “Malzat – Pian dell’Alpet”, con l’annessa stazione di arrivo “La Capannina”, e poco alla volta vengono realizzati anche tutti gli altri. L’attività della piccola stazione sciistica va avanti per anni con il vento in poppa, fino a che con l’arrivo degli anni ’90, iniziano ad alternarsi anni fortunati, di abbondanti nevicate e crescita economica, ad anni meteorologicamente ed economicamente meno favorevoli. Comincia una crisi che va avanti fino ai giorni nostri, passando per il tramonto della “settimana bianca”, l’acuirsi della crisi economica, l’accelerazione del cambiamento climatico, fino al colpo di grazia finale: l’esaurimento della “vita tecnica” dell’impianto di seggiovia che porta ai 13 laghi. Per 60 anni l’economia di Prali si era basata esclusivamente sullo sci da discesa, e di colpo la comunità locale si trovava di fronte a un problema di difficile soluzione. Ma nonostante la crisi, l’entusiasmo che aveva spinto i pionieri della 13 Laghi negli anni ’50 a realizzare la prima seggiovia non si spense, e fra difficoltà economiche, giuridiche e tecniche, nel 2005 la stazione sciistica riapre, grazie all’acquisizione degli impianti da parte della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca e del Comune di Prali. L’economia del turismo riparte, ma questa volta, avendo fatto tesoro degli errori del passato, la stazione turistica montana di Prali, pur investendo ancora su un’offerta sportiva invernale altamente qualificata, aggiunge l’impegno delle amministrazioni locali e della società di gestione nella realizzazione di iniziative di valorizzazione del patrimonio ambientale, con obiettivi di conservazione delle risorse naturalistiche locali e di destagionalizzazione delle proposte turistiche. La Nuova seggiovia 13 Laghi è diventata il cuore di una strategia che mira ad adeguare il comprensorio alle nuove e più attuali esigenze del turismo dolce, attraverso la trasformazione di una “stazione sciistica” in una più innovativa “stazione turistica” tout court.
Gli impianti composti da 2 seggiovie biposto e 2 skilift sono funzionanti dalla prima nevicata fino a primavera inoltrata. Nel corso della stagione estiva la seggiovia porta in quota i turisti a godere della vista panoramica sulla conca dei 13 laghi, con le sue bellezze naturali e le sue caratteristiche storiche. Gli amanti della mtb possono salire con l’impianto e scendere attraverso una fitta rete di piste dedicate o lungo la spettacolare pista da downhill. Inoltre nel corso della stagione estiva e nelle mezze stagioni le amministrazioni pubbliche organizzano numerose manifestazioni sportive, culturali e di valorizzazione dei prodotti enogastronomici locali. Nel tentativo di allargare l’offerta turistica per intercettare un pubblico sempre più esigente e differenziato.
Chiara Mazzucchi
E poi c’è Scopriminiera!