«Viene mica col Tom-Tom?». No padre, mai usato navigatori. «Bene allora, perché sa, qui portano fuori strada, su alle cave». Padre Cesare Falletti è priore del monastero cistercense di Pra ’d Mill, nella valle dell’Infernotto, sopra Bagnolo Piemonte. Una valle solitaria, breve e verdissima stretta fra Valle Po e Montoso e sbarrata a ovest dalla Punta Ostanetta.

Quando padre Falletti venne ad abitarci nel 1995 con un confratello, la borgata di Pra ’d Mill, sui 900 metri di quota, era in rovina. I due monaci avevano lasciato l’abbazia francese di Lérins con l’incarico di fondare un nuovo monastero e si installarono alla meglio nella parte bassa della borgata, dove si trovano il castlas, una curiosa casaforte settecentesca, e una cappella. I terreni erano stati donati dalla famiglia Isola, e i lavori di recupero e ricostruzione potevano iniziare.
Il castlas e la cappella antica sono stati fedelmente restaurati, mentre nel rifacimento delle baite subito a monte l’architetto Maurizio Momo ha lavorato cercando di armonizzare l’ambiente naturale e i materiali tradizionali con nuove forme.

Oggi i monaci sono 13
. Nello spirito della Regola benedettina e in particolare della riforma cistercense, a Pra ’d Mill il lavoro manuale continua a occupare un posto importante. «Sotto questo aspetto l’attività principale è la produzione di confetture e dolcispiega padre Falletti a Dislivelli –, poi ci dà parecchio da fare l’accoglienza in foresteria e abbiamo un po’ di artigianato: rame, cuoio e icone. Facciamo anche un poco di agricoltura e riscaldiamo a legna. Costa meno ma, come è facile immaginare, prende molto tempo, perché anche non spendere è un lavoro».
«Certo la nostra presenza ha riportato vita – continua il priore –. Quando siamo arrivati questa valle, con un suolo già poverissimo, era pressoché abbandonata, dimenticata. Nei boschi abbiamo piantato forse più di 4000 alberi e rimosso tronchi secchi, rovinati dagli incendi o lasciati marcire sul terreno, i prati invasi dai rovi hanno ritrovato la loro erba, l’acqua, abbondante, ora è incanalata. Ora stiamo pensando a una superficie con fotovoltaici: abbiamo già comprato i pannelli, i permessi tardano e la burocrazia non ci aiuta molto, ma non abbiamo fretta, ci teniamo a fare le cose come si deve».

E il rapporto con il territorio? Ancora dal punto di vista economico «è un’impresa artigianale, padre e figlio, che ha costruito il monastero. Per la parte di “natura” abbiamo fatto tutto noi, ma abbiamo dato lavoro a tante piccole imprese artigianali locali (idraulici, elettricisti, posatori di pietre, falegnami ecc.) e anche le lose che coprono i nostri tetti sono locali. Mentre le varie municipalità che si sono succedute in questi anni ci hanno aiutato, senza uscire dalla legge, naturalmente».

Ma il vero centro dell’attività del giovane monastero di Pra ‘d Mill rimane la spiritualità, in senso stretto e in senso “lato”. Da una parte, certo, c’è la vita personale di condivisione, servizio, preghiera e contemplazione dei monaci. Ma dall’altra c’è l’accoglienza offerta a tutti coloro, «credenti e non credenti, che desiderano trascorrere un periodo in un ambiente di pace e serenità per meditazioni o semplicemente per riposo», come si legge sul sito Dominustecum.it. Ancora padre Falletti: «Gli abitanti di Bagnolo e di Barge, ma anche di tutta la zona del Saluzzese e del Pinerolese, ci hanno accolto con simpatia e collaborazione. Salgono gruppi e singole persone, giovani e meno giovani. E da noi puoi anche vedere ospiti di 90 anni che dialogano con ragazzi di 20, perché qui si è liberi di incontrarsi alla pari, senza barriere fra le generazioni».
Padre, nel medioevo abbazie e monasteri erano anche centri di prosperità, di cultura, di potere. E oggi? «Beh, ancora oggi sono dei centri, io credo, dei centri di vita e di promozione umana. Vede, la Regola di san Benedetto ha questo di grande, che è umanizzante: è sempre l’uomo che prevale sulla regola, sul lavoro, sul tempo. Purché il bene del singolo non prevalga sul bene comune».

Il regista Fredo Valla ha dedicato al monastero “Dominus tecum di Pra ’d Mill il docu-film “Sono gli uomini che rendono le terre vive e care” (2010, 30’, con sottotitoli in francese, inglese e occitano).
Giovanni Godio