L’Ossola guarda all’esempio delle Valli del pinerolese per valorizzare il proprio legno nobile, piemontese e a km 0. TracciaLegno esporta il modello della costituenda filiera pinerolese, fatta di gestori dei fondi pubblici e privati, aziende di manutenzione e commercializzazione legname, falegnami e artigiani, nell’estremo lembo nord del Piemonte, dove grazie al locale Consorzio forestale, i comuni del territorio si stanno organizzando per la realizzazione di una filiera del legno che possa valorizzare l’importante materia prima.
La risorsa bosco-legno in Ossola è da sempre considerata una economia importante, capace di mantenere un discreto indotto che coinvolge decine di imprese locali. Già a partire dal XII e XIII secolo, quando la comunità walser colonizzo parte delle valli intorno al Monte Rosa, il bosco era considerato una delle principali risorse endogene dell’Ossola, per la realizzazione di case, mobili e altri oggetti di uso comune. A partire dal XVII secolo poi è cominciato un trasporto di ingenti quantitativi di tronchi, soprattutto faggio e larice, verso Milano: prima via acqua attraverso il Toce, il Lago Maggiore e il Ticino, e poi lungo la strada napoleonica del Sempione. Tonnellate di legna, buona per le costruzioni, i ponteggi, i mobili e per fare fuoco, hanno continuato nei secoli a scendere verso valle. Si è creato e sedimentato nel tempo un ingente e storico indotto economico, ma che negli ultimi decenni, a causa della mancanza di organizzazione e pianificazione interna e per la forte concorrenza di altre regioni e paesi alpini, si è fatto rosicchiare ingenti quote di mercato. Tale indotto, seppur ancora importante, potrebbe valorizzare di molto il proprio prodotto, allargando un mercato oggi limitato, e che merita ben altre attenzioni.
Nel 2010, per volontà di otto comuni dell’Alta Valle Ossola (Baceno, Crevoladossola, Crodo, Formazza, Montecretese, Premia, Trasquera e Varzo), nasce il Consorzio forestale delle Valli Antigorio, Divedro e Formazza, che oggi gestisce una superficie boscata di 61.000 ettari, tra fondi pubblici e privati. Il Consorzio nei primi 10 anni di vita è riuscito a far certificare PEFC ben 17.181 ettari di bosco, aumentandone il valore e le potenzialità di mercato. E oggi, grazie al Progetto TracciaLengo, i boschi delle foreste delle tre valli consorziate, Antigorio, Divedro e Formazza, possono finalmente ambire ad una rivalutazione, in modo da far tornare il legno una delle principali risorse endogene dell’Ossola. Il Consorzio forestale delle Valli Antigorio, Divedro e Formazza è oggi uno dei partner del progetto TracciaLegno, con cui sta lavorando alla creazione di una filiera a km 0 certificata, dall’abbattimento alla commercializzazione di legname, fino ad arrivare agli oggetti d’artigianato. Successivamente, una volta creata tale indotto locale, metterà a disposizione degli interessati il legno ossolano attraverso il piazzale virtuale . Infine, perché no, in futuro l’Ossola potrà partecipare all’asta del legno di pregio, di cui TracciaLengo sta organizzando la prima edizione piemontese per la prossima estate. Stay tuned.
Maurizio Dematteis
Info: www.consorzioforestaleandifor.it
www.legnolocalepinerolese.it/traccialegno