Negli ultimi quindici anni la Piana fiorentina, l’ambito territoriale articolato a cavallo del fiume Arno nella Toscana centrale, è stata oggetto di iniziative politico-istituzionali finalizzate alla costruzione di percorsi atti a tutelare e valorizzare il territorio rurale, soprattutto in relazione alle peculiarità ed alle potenzialità delle risorse endogene. Tali iniziative hanno portato, negli anni, alla progettazione di due parchi agricoli periurbani multifunzionali: il Parco della Piana, che si estende in sponda idrografica destra, nei comuni di Firenze Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Prato e quello di Riva Sinistra d’Arno, collocato in sponda sinistra, nei territori di Firenze, Scandicci e Lastra a Signa. Entrambi i Parchi si confrontano con un territorio densamente urbanizzato che, tuttavia, conserva una dotazione significativa di aree rurali, non di rado anche di elevato valore sotto il profilo delle produzioni agricole e delle caratteristiche ecologico-ambientali, la cui tutela risulta essenziale per contrastare le numerose criticità ambientali presenti e derivanti dalla progressiva cementificazione che, a partire dagli anni ’50 del XX secolo, ha cambiato volto a questo territorio (Butelli, 2015).

Il Parco della Piana nello specifico di estende su un territorio di oltre 11.000 ettari ed è caratterizzato dalla presenza di vaste aree agricole coltivate, aree verdi, anche di rilevante valore ecologico e naturalistico, che si rapportano con una delle conurbazioni più estese e complesse dell’Italia centrale, quella di Firenze-Prato-Pistoia.
Il progetto si è configurato nel tempo come l’esito di un progetto corale, nel quale l’analisi del territorio ha determinato un coinvolgimento multiattoriale e di interscambio anche mediante due laboratori progettuali di partecipazione pubblica (luglio e dicembre 2010), che hanno contribuito in modo determinante alla definizione ed al consolidamento del quadro delle conoscenze di contesto e delle sintesi interpretative.
Il quadro strategico riguarda una visione progettuale basata essenzialmente su macrobiettivi inerenti il miglioramento della qualità della vita e del benessere per gli abitanti della Piana, anche garantendo il mantenimento delle aree agricole e delle aree di valore naturalistico, promuovere forme di agricoltura multifunzionale per la riduzione delle esternalità negative e per la costruzione di filiere corte nelle quali si possano creare forme di adeguata remunerazione dei produttori locali, il miglioramento della biodiversità anche mediante la ricostruzione del sistema delle connessioni ecologiche per garantire habitat in grado di sostenere popolazioni floristiche e faunistiche stabili e contribuire alla fertilità naturale dei suoli.
Il profilo di particolare interesse e portata innovativa implementato dal Parco della Piana è il riconoscimento, nel dualismo urbano-rurale nel quale tende a dominare il paradigma metropolitano, dei “vuoti”. In questo senso, mediante l’attuazione del Parco della Piana, il recupero del rapporto di co-evoluzione tra la dimensione urbana e quella rurale (Magnaghi e Fanfani, 2010) si rapporta al modello concettuale e progettuale della bioregione urbana, che ne costituisce un riferimento metodologico e operativo (Fanfani, 2014), soprattutto in relazione alla promozione di una  nuova complementarità  fra città e campagna (Iacoponi, 2004).
Il progetto di Parco Agricolo di Riva sinistra d’Arno, il cui territorio di circa 9500 ettari ricomprende anche una porzione di area collinare caratterizzata da colture di alta qualità e da ampie aree forestali, rappresenta un caso interessante e innovativo di pianificazione territoriale a scala bioregionale, partecipata e pattizia (Poli 2019). Il progetto infatti – avviato nel 2014 e promosso dalla Città Metropolitana di Firenze, assieme ai tre comuni dove si estende il parco, e dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze – ha preso corpo all’interno del Processo partecipativo “Coltivare con l’Arno. Parco agricolo perifluviale” che ha ottenuto il sostegno dell’Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione del Consiglio della Regione Toscana, con l’obiettivo di realizzare un parco agricolo periurbano e perifluviale attraverso il coinvolgimento attivo dei diversi soggetti del territorio pubblici, privati e privato-sociali (https://bit.ly/3i6isGv).
Il processo partecipativo è stato un percorso di ricerca-azione lungo e complesso che ha tenuto insieme costantemente saperi tecnici e saperi esperti, strutturato attraverso un doppio livello di governance che potesse far interagire le rappresentanze delle istituzioni e delle associazioni con la partecipazione diretta di abitanti, agricoltori locali e cittadinanza attiva.
L’attività di progettazione ha avuto come obiettivo principale quello di valorizzare la multifunzionalità agricola e gli elementi patrimoniali al fine di ricucire il rapporto città-campagna, risanare il territorio e le reti ecologiche, implementare reti alimentari filiera corta, costruire paesaggio e rigenerare la forma dei margini urbani.
Il cuore della progettazione è rappresentato dallo scenario di trasformazione, un progetto spaziale che integra e articola le numerose proposte di riqualificazione territoriale: varchi verdi agricoli, percorsi di mobilità dolce, valorizzazione funzionale dei corsi d’acqua e delle aree ripariali, fasce alberate di mitigazione delle strade a scorrimento veloce e molte altre.
L’elemento estremamente innovativo è che l’ipotesi di attuazione del progetto è immaginata attraverso una governance pattizia, messa in atto grazie a forme di partenariato tra i soggetti locali: si tratta di dodici “contratti”, ovvero accordi pubblici-privati tra istituzioni, associazioni, cittadini, agricoltori, che portano avanti le diverse azioni previste per il parco.
I due Parchi, sebbene per motivi diversi non abbiano ancora trovato una reale implementazione – il parco di riva sinistra d’Arno non è stato ancora istituito e il parco della Piana pur essendo già stato formalizzato nel 2014 all’interno del Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana non ha ancora una governance di gestione –  sono inseriti nel Piano Strategico 2030 della Città Metropolitana (Città Metropolitana 2018), all’interno del quale vengono indicati come strumenti su cui incentrare la ricostruzione della rete agro-ecologica di pianura e soddisfare la sempre crescente domanda sociale di spazi aperti, fruibili e ricchi di valori ambientali e culturali; contribuiscono inoltre alla promozione di filiere agroalimentari di prossimità.
Elisa Butelli e Marco Mancino (UniFi)

Bibliografia:
Butelli E. (2015), “Tra Arno e colline: agricoltura qui vicino. Alimentazione sana, qualità della vita, rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Un progetto di parco agricolo in riva sinistra d’Arno per Firenze, Scandicci e Lastra a Signa”, SdT Edizioni, Firenze.
Città Metropolitana di Firenze (2018), Rinascimento metropolitano. Piano strategico 2030.
Fanfani D. (2014), “La bioregione urbana come forma e progetto della coevoluzione fra dominio urbano e rurale”, Atti della XVII Conferenza Nazionale Siu – Società Italiana degli Urbanisti, L’urbanistica italiana nel mondo, Milano, 15-16 Maggio 2014, Planum Publisher, Roma-Milano
Iacoponi L. (2004), “La complementarietà tra città e campagna per lo sviluppo sostenibile: il concetto di bioregione”, in Rivista di Economia Agraria, n. 4, pp. 443-478.
Magnaghi A., Fanfani D. (a cura di), (2010), Patto città campagna: un progetto di bioregione urbana per la Toscana centrale, Alinea, Firenze
Poli D. (2019), “Le comunità progettuali della bioregione urbana. Un parco agricolo multifunzionale in Riva sinistra d’Arno”, Quodlibet, Macerata.