«Siamo aperti dal 2008, e nel corso degli anni i nostri ospiti sono sicuramente diventati più attenti e sensibili – spiega Andrea Bionaz, responsabile del Paese albergo di Saint-Marcel, piccolo comune situato nella plaine valdostana, confinante con Nus, all’interno della Comunità Montana Mont Emilius –. Chiedono case ordinate e pulite, e visto che le vacanze sono sempre più brevi, vogliono fare diverse attività per riempire la giornata senza perdere troppo tempo».
La struttura del Paese albergo, vista la tendenza in atto, si sta adeguando a soggiorni brevi o brevissimi, anche solo di una notte, promuovendo una serie di offerte presenti nel territorio circostante, che vanno dal turismo culturale a quello ambientale ed enogastronomico.
I “nuovi turisti” chiedono un posto tranquillo per riposare, che abbia a portata delle cose interessanti
da vedere, legate a prodotti tipici locali, alla vita del paese, alle visite di siti culturali rinomati, e l’opportunità di poter fare attività fisica sul posto: trekking estivo, ciaspolate o sci d’inverno.
«Con queste iniziative – continua Bionaz – cerchiamo di proporre delle attività che siano spendibili per buona parte dell’anno, per andare verso una destagionalizzazione delle richieste. Perché, purtroppo, ancora oggi i periodi più richiesti sono il mese di agosto, le vacanze di Natale, la Fiera di Sant’Orso e Pasqua». E questo crea non pochi problemi alla sostenibilità dell’intero progetto Paese albergo.
Ma la formula di Saint-Marcel, rivolta a famiglie, coppie, gruppi organizzati, scolaresche, e che recentemente comincia a osservare anche l’arrivo di gruppi di studenti universitari come quello dell’Università del Gusto di Pollenzo, riesce a superare bene l’attuale momento di crisi economica patito dall’intero comparto turistico della Regione Valle d’Aosta, a partire dai grossi centri turistici in quota. «Credo che continuando a puntare su prezzi buoni, rapporto di “familiarità” e standard di qualità delle case medio-alto, possiamo giocare delle buone carte. Cerchiamo di far fare alla gente delle vacanze caratterizzanti, non banali, e che gli permettano di riportare a casa ricordi, gusti, emozioni. E tutto questo si ripercuote anche sulle case del Paese Albergo, che stanno cominciando pian pianino a generare reddito. Mentre prima erano strutture destinate a rimanere chiuse per gran parte dell’anno, con dei costi fissi annuali, dopo una prima fase in cui si coprivano le spese, oggi le strutture più attive cominciano a macinare utili».
Secondo Andrea Bionaz, oggi «non ci sono ricette miracolose: la gente ha meno soldi da spendere e quello che spende deve essere rivolto a un turismo di qualità».
Maurizio Dematteis

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