Se i tagli dell’ultima finanziaria hanno toccato esclusivamente i Parchi nazionali, un peso determinante per i parchi regionali e provinciali è stato determinato dalla riduzione delle entrate dei trasferimenti delle Regioni. È indubbio riconoscere che l’ultimo anno è stato un difficile per i parchi: a fronte dei tagli comprensibili in un periodo di crisi, sostiene Laura Castagneri, direttrice del Parco Orsiera, la situazione che si è venuta a creare è piuttosto critica e l’attività di determinati settori è stata sostanzialmente pregiudicata dai tagli considerevoli.
Tecnicamente le entrate principali del Parco, costituite soprattutto da trasferimenti regionali e dalla partecipazione a progetti europei, hanno visto il mantenimento dei fondi sul personale e della gestione corrente, a fronte, viceversa, del sostanziale azzeramento delle spese operative e delle spese di investimento. In conseguenza l’attività del Parco ha subito una naturale riduzione, riflessa per determinati servizi nell’impossibilità di mantenere la qualità del periodo precedente. Questo soprattutto per le attività turistiche e il turismo didattico, una dimensione piuttosto importante per il Parco in relazione all’organizzazione di visite guidate, gruppi didattici organizzati con le scuole e altre attività. In questo ambito, oltre ai tagli, un altro tasto dolente è rappresentato dal vincolo che rende impossibile per il Parco, a oggi, assumere personale esterno. Nonostante il mantenimento della gestione corrente e della spesa per il personale, il parco ha subito una sostanziale diminuzione di personale, che si riflette nell’impossibilità di sostenere adeguatamente il gruppo guida del parco, con ripercussioni dirette sul turismo e soprattutto, appunto, sul turismo didattico. La riduzione del servizio di supporto fornito dal parco alle scuole è importante in quanto, sottolinea ancora la direttrice Castagneri, dato che i momenti di crisi penalizzano soprattutto le famiglie e le scuole, l’attività del parco forniva un utile contributo al territorio da questo punto di vista.
Direttamente toccate dalle ridotte possibilità economiche sono state anche le relazioni che il Parco instaurava con il territorio e con una parte della sua economia: in particolare quella legata alle produzioni tipiche (soprattutto casearie), agli alpeggi (una dimensione di particolare peculiarità per il parco), alla vendita al dettaglio nei mercatini locali, insieme alle iniziative promosse o sostenute dal Parco stesso. Anche queste attività si trovano ad aver subito tagli considerevoli. Riescono a sopravvivere le azioni in cui il Parco si trovava a partecipare in modo complementare rispetto ad altri enti territoriali, come nel caso delle manifestazioni culturali annuali legate alla certosa di Monte Benedetto (certosa di Villar Focchiardo risalente al 1197 d.C.), il cui recente recupero rientra nelle attività di successo di maggio rilievo dell’Ente Parco; in questo caso resta fondamentale l’intervento del Comune di Villar Focchiardo.
In ultima analisi la dimensione della progettazione europea, in cui l’Ente Parco Orsiera Rocciavrè risulta ancora pienamente inserito, è l’unica contraria alla tendenza complessiva degli investimenti. Il Parco è attualmente coinvolto in progetti Interreg, oltre a un lavoro di progettazione sui sentieri in relazione al PSR e a fondi europei, e altri lavori in cantiere come la possibilità di partecipazione a un progetto sulla biodiversità da PSR, un progetto Life ambiente e altro ancora. Da questo punto di vista il vero problema è rappresentato dalla modalità di partecipazione finanziaria ai progetti europei, che di solito cofinanziano la progettualità del Parco non coprendola mai al 100%; per il resto, come autofinanziamento, garantiva la Regione Piemonte. Ora il sostegno è venuto a mancare e questo si ripercuote internamente all’Ente Parco, con un aggravio sulle spese del personale interno e di conseguenza sulle attività complessive.
Lo scenario appare problematico, soprattutto considerando che, se nel tempo il Parco attraverso le sue attività ha saputo esser sempre più accettato dalla popolazione e vicino al territorio, in futuro la riduzione delle attività e della partecipazione a progetti locali adombra un allontanamento parziale.
Alberto Di Gioia