Ma cos’è un Operatore sociale di comunità? Si tratta di una nuova figura pensata all’interno del progetto Alcotra Piter “Graies”, capitanato dalla Città metropolitana di Torino, cui hanno collaborato i quattro consorzi socio-assistenziali di Ivrea, Ciriè Caluso e Cuorgné.
«E’ un operatore che si muove all’interno dei territori più isolati e a rischio spopolamento – spiega Maria Grazia Binda, del Consorzio In Rete di Ivrea, realtà che serve 42 comuni sparsi tra Ivrea e il circondario – per tessere reti, dare voce ai residenti, valorizzare le risorse locali in modo da migliorare la qualità della vita di chi resta a vivere in quei luoghi».
Una figura che non esisteva, ma della quale c’era grande bisogno tra i borghi rurali e le vallate del ciriacese, della Valchiusella e della Valle della Dora Baltea canavesana, dove i residenti faticano a intercettare quel legame tra città e montagna che possa permettere loro di vivere una vita dignitosa, facendo affidamento su servizi adeguati. E allora i consorzi socio-assistenziali se la sono inventata questa figura, prendendo spunto da percorsi già noti, perché se la formazione non va alla montagna, la montagna va alla formazione.

Il primo modulo formativo è partito col botto: 44 candidati per 20 posti disponibili. Tra le domande presentate molti i laureati in Scienze del servizio sociale, educatori professionali, addirittura un docente universitario interessato all’esperienza. La prima parte di formazione è stata portata avanti con il Corso di laurea in scienze infermieristiche di Ivrea, già noto per la formazione degli infermieri di comunità, e ha selezionato 4 figure, una per consorzio, che hanno avuto accesso al secondo modulo formativo: un anno di assunzione per il lavoro sul territorio, con la supervisione di un collega e l’avvio di un processo di integrazione della nuova figura nel team dei servizi socio-assistenziali.

I 4 novelli Operatori sociali di comunità hanno preso servizio a febbraio 2021, nonostante l’emergenza Covid19, e fino al mese di giugno viaggeranno sui territori in affiancamento, per poi cominciare ad operare a pieno titolo dall’estate. Mentre i rimanenti 16 “formati” del primo modulo, oltre ad ottenere un certificato, potranno in futuro diventare i pionieri di un nuovo approccio alla fornitura dei servizi nelle ree interne italiane, sperando che altre realtà montane e rurali comincino a farne richiesta.
«L’Operatore sociale di comunità è una figura che assolve al compito di attivare reti – spiega Davide Rodda, educatore e supervisore dell’Operatore sociale di comunità del Consorzio In Rete di Ivrea -, deve sostenere l’infrastrutturazione locale stimolando la collaborazione tra diverse realtà, tra terzo settore e amministrazione pubblica, tra associazionismo e istituzioni. Deve cercare di dare accesso ai luoghi di decisione a tutti gli abitanti del territorio, stimolando la partecipazione civica e allo stesso tempo cercando di valorizzare la tradizione e cultura locale», in modo che diventi un valore in cui tutta la comunità, dai ragazzi agli anziani, possa riconoscersi e su cui possa fare leva per costruire il proprio futuro.
L’Operatore sociale di comunità migliora la vita degli abitanti delle aree rurali e montane facilitando l’accesso ai servizi, coinvolgendo quante più persone possibile nei processi partecipativi, valorizzando cultura e tradizione locale. Portando fuori dai luoghi istituzionali i processi di decisione che coinvolgono la comunità.
Maurizio Dematteis