La retorica sui giovani è una questione ormai assodata e un’abitudine consolidata nel dibattito pubblico e politico del nostro Paese: si è passati dall’essere “bamboccioni” e “choosy” a soggetti per cui il “Next GenerationEu” è nato, anche se in Italia spesso lo si dimentica.
Se da un lato non sembra esserci una seria volontà di mettere le nuove generazioni al centro del rilancio del Paese, dall’altro sui territori, sia in quelli urbani che in quelli delle aree interne, la voglia dei giovani di incidere sul proprio futuro è quantificabile e qualificabile. Ma soprattutto, nel paese con il tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa, questa voglia si sta trasformando in iniziative organizzate e operative che partono “dal basso”, pronte a lavorare insieme in rete per un futuro più giusto e sostenibile.
Guardare al futuro delle aree interne
È proprio questa la grande novità: la domanda di protagonismo delle nuove generazioni. Giovani che mettono al centro del loro agire non tanto la soddisfazione di bisogni quanto la possibile realizzazione di aspirazioni e desideri. Al fine di favorire il rafforzamento e la strutturazione di queste energie e proposte che provengono dal territorio, è importante che queste si qualifichino e facciano un salto di qualità. Questo è l’ambito nel quale nel dicembre 2020 è stato attivato il progetto Officina Giovani Aree Interne. Un’iniziativa voluta dal Comitato Tecnico Aree Interne, organismo di governance centrale della Strategia Nazionale Aree Interne (che fa riferimento al Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed in quel momento coordinato da Francesco Monaco), che ha riconosciuto proprio nelle nuove generazioni un motore di trasformazione molto potente per invertire la rotta che spinge questi territori “lontani” verso l’abbandono. Come sostiene Filippo Tantillo, responsabile Officine Sperimentali Aree Interne (parte del più ampio progetto Officine Coesione, sostenuto dall’Agenzia per la Coesione Territoriale nell’ambito del Pon Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, che opera promuovere il nuovo Codice di Condotta del Partenariato a livello europeo), iniziativa che sostiene il progetto Officina Giovani Aree Interne insieme al partner driver Gran Sasso Science Institute: “L’Officina è il tentativo di instaurare un rapporto più utile e proficuo tra società civile e Pubblica Amministrazione, per tradurre in strumenti e azioni specifiche le proposte dei giovani cittadini di questi territori. È importante che questo lavoro sia fatto proprio per i giovani delle aree interne perché sono coloro di cui si sente meno la voce ma che sono allo stesso tempo il futuro”.
Obiettivi dell’Officina sono fin dal principio quelli di: I) creare e supportare una rete di giovani per favorire lo scambio di conoscenze, esperienze e nuovi legami di collaborazione oltre a sviluppare sui territori gruppi legittimati a monitorare l’avanzamento della SNAI e a partecipare alla nuova programmazione 2021-2027; II) assicurare maggiore coinvolgimento dei giovani nella definizione degli interventi; III) definire in modo partecipato un documento di proposte di policy dedicate a questo segmento della popolazione; IV) favorire una maggiore partecipazione delle giovani generazioni ai nuovi programmi di spesa (Politica di Coesione e PNRR). Oltre a questi, per via del grande interesse stimolato dal progetto e dalle continue suggestioni e idee provenienti dai giovani, nell’ambito dell’Officina si stanno sviluppando ulteriori iniziative. Tutto ciò mantenendo un alto grado di apertura per favorire un ampio coinvolgimento e assicurare la natura partecipata e “co-progettata” delle diverse fasi (es. call pubbliche, momenti di scambio e questionari), modalità che da sempre contraddistinguono l’Officina.
Nello specifico nell’estate 2021, come risultato di un processo partecipativo a cui hanno aderito oltre 400 realtà under 40 provenienti da tutto il Paese (studenti, associazioni, operatori locali, imprenditori, amministratori, ricercatori) rispondendo a una call pubblica, è stato definito il documento “15 Proposte Per Il Futuro Delle Aree Interne”. Il documento si articola in quattro parti che raccolgono le proposte specifiche in relazione a diversi ambiti di riferimento: sviluppo sostenibile, nelle sue declinazioni di agricoltura e ambiente; Arte, cultura e turismo; Formazione, innovazione e imprenditoria; Partecipazione pubblica e dei beni comuni. Per elaborarlo, si è partiti da un documento driver, redatto dalla Rete Rifai e discusso con altri giovani che lavorano nelle aree interne della Sardegna, Sicilia ed Emilia-Romagna (Chiocciola la casa del nomade, Osservatorio Civico SNAI Val Simeto e Sardarch. Al driver sono state aggiunte le priorità espresse dai 400 partecipanti nel questionario di adesione. Nelle giornate di lavoro, si sono poi alternate la partecipazione di tecnici ed esperti in ottica di ispirazione e confronto a momenti di networking. Le proposte rappresentano un primo tassello che raccoglie strumenti per mettere i giovani al centro dello sviluppo di questi territori e che è oggi capitale di tutti. Proposte da declinare sui territori e orientare in relazione a esigenze e visioni, ma che purtroppo ad oggi faticano ad essere adottate e supportate adeguatamente. Sicuramente il lavoro, il metodo e gli scopi di Officina Giovani Aree Interne sono qualcosa che si distacca sostanzialmente dal modo tradizionale di fare le politiche pubbliche sui territori e per questo si è scelto, su spinta degli aderenti alla rete, di rafforzarci creando nuove iniziative e incontri, strutturando la rete creata e migliorando l’ascolto delle istanze in modo da rendere lo stesso progetto e i suoi scopi condivisi e utili.
Le forza creativa e generativa dei territori al margine
Nei racconti e incontri con i giovani dei “luoghi che non contano” (Riferimento a Andrés Rodríguez-Pose, The revenge of the places that don’t matter – and what to do about it -, Cambridge Journal of Regions, Economy and Society, Volume 11, Issue 1, March 2018) quel che colpisce è la concentrazione di figure creative e appassionate, che hanno reinterpretato lavori nelle scuole e nei servizi pubblici, ma anche imprese innovative con al cuore dei propri interessi lo sviluppo sostenibile e la tutela ambientale per non dimenticare la forte presenza di cittadini attivi sui beni comuni e partecipazione. Sono storie sparse su tutto il territorio, da Sud a Nord che rappresentano piccole realtà con potenziale di cambiamento, che resistono in quegli spazi abbandonati dalla politica, in cui la mancanza dei servizi e disagio non è solo motivo per andarsene, ma anche per attivarsi in modo collettivo nel restare. È da queste storie di pratiche piccole e sperimentali ma continuative nel tempo che si può e si deve ripartire anche nel reinterpretare le politiche pubbliche, considerando i territori al margine nella loro forza creativa e generativa di uno sviluppo diverso, che non rincorrano il modello industriale delle città, ma si basino sulle proprie risorse e talenti per proiettarsi nel futuro. Come sostiene Filippo Tantillo: “I margini dell’Italia non sono solo «luoghi della reazione», ma anzi contengono elementi di forte innovazione in tutti gli ambiti utili per la necessaria riconversione dell’economia (e della geografia) dell’intero Paese.”
L’attivazione territoriale e la creazione dei gruppi locali
Per portare avanti al meglio il progetto e per essere sempre più vicini ai territori, in questa fase Officina Giovani conta anche su un nutrito gruppo di giovani fortemente motivati a continuare ad animare il progetto: si tratta di volontarie e volontari che hanno messo in piedi una struttura organizzativa per individuare insieme e affrontare i prossimi passi. Da circa un anno si è inoltre costituito informalmente un team tecnico-operativo volontario formato da giovani donne. Un team che è oggi impegnato in nuovi progetti e possibilità da mettere a terra grazie al nutrito gruppo di volontari. Si tratta di 70 persone da tutta Italia che si sono rese disponibili, attraverso una call pubblica, a collaborare su vari ambiti: oggi sono attivi tre gruppi di supporto alla gestione del progetto dedicati a comunicazione, supporto progettuale e dei gruppi territoriali-regionali. Una spinta che sottolinea le energie e l’interesse per la continuazione del progetto che si è tradotta nell’avvio della gestione territoriale della rete dei giovani delle aree interne.
In questa ottica, a inizio 2022, è stata lanciata una call per “referenti territoriali”: figure che volessero farsi portavoce, promotrici e attivatrici dei “gruppi locali” – gruppi di persone sui territori intenzionate a lavorare insieme e avviare riflessioni e progettualità sulla questione giovanile in queste aree. I 64 candidati alla call si sono ritrovati per appartenenza regionale e attraverso un processo di autoselezione hanno individuato i primi referenti territoriali pronti a svolgere questo ruolo per i primi sei mesi. Dopo un grande confronto, il 17 marzo 2022 si è tenuta la prima riunione di rete nazionale, un appuntamento che si terrà periodicamente per favorire lo scambio di esperienze e riflessioni nonché la crescita della rete. Nello specifico, il primo incontro è stata l’occasione in cui tutte e tutti i referenti territoriali individuati hanno avuto modo di presentarsi e di condividere i prossimi passi e la direzione dei lavori. Mentre, le prime riunioni dei gruppi suddivisi in macro-aree, svoltesi a maggio, sono state l’occasione per raccogliere riscontri più specifici sullo stato dell’arte all’interno dei nascenti gruppi locali. In primis è emerso che la maggior parte dei referenti locali si sta preoccupando di ampliare il gruppo della propria regione, cercando di mappare realtà territoriali e giovani abitanti delle aree interne interessati a confrontarsi su temi che abitare questi territori comporta oltre a voler avviare collaborazioni. Ad esempio, in Abruzzo, il gruppo locale ha organizzato un incontro a Gagliano Aterno con tutti gli interessati a partecipare alle iniziative dell’Officina sul territorio. Ma anche altre regioni, come la Calabria e la Campania, si stanno attivando in questo senso con iniziative specifiche. L’estate sarà un ottimo momento per continuare a fare rete dal basso: in occasione dei molti festival ed eventi in Aree Interne sarà possibile per referenti e gruppi locali incontrarsi in maniera informale e conoscersi dal vivo, in attesa di un grande evento di Rete Nazionale organizzato in presenza.
Il bisogno di portare la voce dei giovani nella politica
La voglia di costruire un futuro nelle aree in cui molti sono nati e in cui vogliono restare, oppure ritornarci dopo un periodo di formazione o di esperienza trascorso fuori è palese nei ragazzi che decidono di impegnarsi nei gruppi territoriali di Officina Giovani: questa volontà è anche e soprattutto di tipo politico. Volontà politica perché chi fa parte di Officina Giovani Aree Interne vuole essere un interlocutore con le istituzioni e gli attori politici che hanno la possibilità di fare proprie quelle istanze care ai giovani che vorrebbero essere ascoltati.
La cosa interessante che è venuta fuori dagli incontri è che per la maggior parte dei ragazzi è la prima esperienza di attivismo che si trovano ad affrontare: come ci è stato riferito, all’interno di Officina Giovani Aree Interne, maturano la consapevolezza di perseguire un bene comune e collettivo, mettendosi in discussione e creando un dibattito.
In tal senso è venuta fuori anche la voglia di capire e di formarsi circa le modalità con cui cercare di dialogare con le istituzioni; modus operandi, questo del confronto e della collaborazione reciproca, che ha portato Officina Giovani Aree Interne a presentarsi come attore credibile a livello politico e istituzionale. Un esempio lampante è il lavoro che Officina Giovani Aree Interne Campania sta svolgendo in sinergia con la Commissione speciale sulle Aree Interne, creata in seno al Consiglio Regionale dell’ente territoriale e su cui si sta procedendo per vedere delle prime azioni concrete da parte del decisore politico.
Le risposte sui territori attraverso la rete e la condivisione di competenze
Come abbiamo visto quello che è emerso dopo circa un anno e mezzo di lavoro è che è fondamentale (e una necessità condivisa) per i giovani delle aree interne essere messi in rete e connessi su tematiche di interesse comune. Parlando di pratiche ed iniziative di innovazione sparse sul territorio nazionale, si rischia che rimangano al margine come iniziative di valore ma isolate. La forza della rete ne amplia l’impatto e le rende azioni di politica rigenerativa strutturate. Per esempio, da questo ascolto è partita la co-progettazione sul tema delle forme imprenditoriali e di autodeterminazione dei territori interni e marginali attraverso strumenti quali le comunità energetiche e le cooperative di comunità. Negli ultimi anni c’è stata un’esplosione di iniziative per l’attivazione di comunità e quel che sappiamo è che su tutto il territorio nazionale sono presenti più di 200 cooperative di comunità, di cui oltre il 60% nelle aree interne e montane (Dati estrapolati da Venturi P. and Miccolis S., 2021. Economie di luogo: fotografia e dimensioni qualitative delle cooperative di comunità, AICCON). Un dato che dimostra la voglia delle comunità in queste aree di mettersi in gioco nella gestione delle risorse ed attività locali. Un altro fenomeno emergente, che si lega strettamente al bisogno di fare comunità e transizione sostenibile, è quello delle comunità energetiche, soprattutto dopo l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 199/2021 e con l’avvio del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. Questi strumenti sono per loro natura basati sull’intergenerazionalità, forniscono le basi per la progettazione comune e offrono possibilità concrete a chi decide di restare (o di tornare, ma anche arrivare) per portare innovazione di comunità. Così, partendo dalle realtà già presenti nella rete Officina Giovani Aree Interne e dallo scambio di esperienze, stiamo facilitando la connessione tra giovani attivatori, esperti, fondazioni, progettisti ma anche attivatori locali che richiedono di sviluppare competenze attualmente mancanti e di essere supportati nel dialogo con le istituzioni. Come prima azione, abbiamo chiesto ai giovani se fossero interessati a questo tema e cosa una rete come Officina Giovani potrebbe fare con e per loro. È emerso che i giovani della rete che hanno intenzione di partire con queste progettualità trovano difficoltà soprattutto nel mettere insieme le giuste competenze per partire e nel capire quale forma di gestione sia adatta per il proprio territorio. Quel che chiedono è di avere momenti di formazione, scambio di pratiche ma anche di competenze, di incontrarsi e di essere supportati in modo chiaro e semplice nel capire normative e formalità. Ma anche di coinvolgere attivatori e facilitatori che avviino insieme a loro il processo. Dopo un primo incontro online a fine maggio, stiamo partendo ora con un team di progettazione dedicato a questa tematica, tra chi porta competenze e chi vuole mettersi in gioco nel provare ad avviare imprese di comunità e comunità energetiche. Certamente ci sono alcune barriere e un po’ di bisogni ancora da colmare, ma la consapevolezza è che con le giuste competenze e informazioni si può fare la differenza. E questa è solo la prima progettualità tematica già avviata, ma altre sono già in discussione su temi come la parità di genere e la presenza femminile nelle decisioni per le aree interne, i parchi come spazi di aggregazione da rinnovare, e molto altro ancora da attivare. Insomma, partire dalle domande per dare risposte sui territori e farlo in uno scambio tra pari, moltiplicandone l’impatto, non sentendosi soli.
Una promessa per il futuro
Auspichiamo che questo progetto possa supportare un movimento unito, che già vediamo crearsi e che è capace di mettere in relazione le nuove generazioni delle aree urbane e di quelle interne, superando confini e stereotipi poiché accomunati dallo stesso spirito verso il futuro. Si è creato, infatti, un patrimonio di relazioni, di idee e di progetti da mettere a terra. Un patrimonio fatto di voglia di cambiare le cose e di farlo insieme, scambiandosi soluzioni, pratiche e dosi di coraggio.
È necessario rinnovare le condizioni di fiducia sui territori, fra istituzioni, imprese e cittadini e di raccogliere la richiesta di un nuovo protagonismo che vediamo provenire proprio dai giovani. Inoltre, per una efficace e tempestiva attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non si può prescindere dal mobilitare le risorse migliori, mettendo a sistema saperi e competenze di contesti e territori differenti attraverso il coinvolgimento dei cittadini, in particolare delle nuove generazioni.
Non è ancora troppo tardi, il coinvolgimento strategico dei cittadini è alla base di un impianto operativo moderno ed efficace di politiche pubbliche.
Promuovere il protagonismo dei giovani, in particolare in questi territori fisicamente e politicamente “lontani”, attraverso la costruzione di spazi fisici, digitali, istituzionali e di cooperazione e opportunità rappresenta la migliore promessa per il futuro.
Sara Donati – Laureata in sviluppo locale e globale, stakeholder engagement officer
Giulia Valeria Sonzogno – Dottoranda in Studi Urbani e Scienze Regionali presso il Gran Sasso Science Institute e oggi Referente per il Comitato Tecnico Aree Interne di Officina Giovani Aree Interne
Annalisa Spalazzi – Dottoranda in Scienze Regionali ed Economia Geografica presso il Gran Sasso Science Institute
Lucilla Troiano – Laureanda in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre