È troppo facile fare dei bei progetti di architettura quando si affrontano temi di eccellenza come il recupero di una vecchia baita, mentre più difficile è invece riuscire a realizzare un manufatto di qualità quando si viene chiamati a progettare un’area di parcheggio, per di più nei pressi e a servizio di una preesistenza architettonica e paesaggistica notevole.
Il progetto che vi presentiamo è stato inaugurato nel settembre del 2006 a Pollone nel Biellese e realizzato dagli architetti Cesare e Paolo Piva.
L’area di progetto si trova accanto alla piazzetta antistante la cappella San Rocco, oggi luogo di incontro e di svago collettivo in quanto sorge ai piedi del Parco Burcina e accanto ad uno storico fabbricato industriale come la filatura di Pollone.
Abbiamo deciso di pubblicarlo perché non avevamo ancora trattato all’interno della rubrica un tema sì spinoso ma allo stesso tempo strategico all’interno dei contesti montani, delle valli e delle borgate alpine: le aree di parcheggio.
Purtroppo, quello delle aree di sosta è sempre stato trattato come un problema banalmente “urbanistico” di predisposizione di un numero sufficiente di posti auto all’interno di un comune e non come invece un tema capace di aggiungere qualità architettonica e paesaggistica ai luoghi nei quali queste vengono inserite. Troppe volte abbiamo visto borgate o villaggi stravolti da scelte poco felici di inserire enormi strisciate di asfalto per creare ulteriori posti auto previsti dalle normative, magari “abbelliti” dall’aggiunta di anonime fioriere al fine di mitigarne l’impatto.
Pur augurandoci che le auto scompaiano gradualmente dalle valli – moltissime località stanno ora mettendo a punto dei servizi navetta per il raggiungimento delle località più isolate – crediamo che ci si debba comunque interrogare sulla modalità migliore di realizzare tali opere, trattandosi di un tema di architettura dello spazio aperto che, al pari di altre occasioni progettuali, può aggiungere qualcosa in più ai luoghi in cui si interviene.
Il progetto dell’area sosta del Parco Burcina ha lavorato sull’idea di creare uno spazio di mediazione con l’intento di valorizzare quel “residuo” tra la fabbrica e il parcheggio esistente attraverso la costruzione di un nuovo edificio di servizi a manica semplice. Tale costruzione riprende alcuni caratteri architettonici e materiali ricorrenti nelle zone alpine ma li rielabora sapientemente “apparecchiandoli” attraverso un linguaggio contemporaneo: il legno lamellare per l’orditura principale e secondaria del tetto a unico spiovente; la pietra di Luserna a spacco per il rivestimento esterno; la pietra di Luserna per la copertura in “lose”.
Nell’area di sosta è stato inoltre realizzato un sistema di contenimento del terreno gradinato “a secco” che contiene i ciottoli provenienti da cave locali e le talee per il rinverdimento parziale. Grande importanza è stata data al sistema del verde: un filare di alberi ornamentali delimita il confine del parcheggio-auto superiore da quello dei camper a quota inferiore; una massa arborea ricca di essenze vegetali che appartengono al Parco (rododendro e rododendro a foglia variegata) insieme alla pavimentazione di blocchetti di calcestruzzo misti a prato, mitigano notevolmente l’impatto ambientale.
Roberto Dini e Mattia Giusiano
Per saperne di più: www.pivaeb.it