Fino a poco tempo fa andare in montagna d’inverno e non sciare in pista pareva un non senso. Oggi, sebbene lo sci alpino rimanga lo sport più praticato, crescono in modo sorprendente nuove forme di turismo invernale. Si tratta di pratiche più vicine alla naturalità dei luoghi, alla ricerca di esperienze uniche e irripetibili. Un turismo lontano dal caos, che non vuole ritrovare in montagna una riproposizione della vita frenetica di città.
Gli utilizzatori d’impianti da discesa sono sempre la maggioranza (56% sci, 13% snowboard, 3/4% freestyle); gli altri, cioè coloro che preferiscono la neve al naturale costituiscono comunque il 25% circa del totale (14% ciaspole, 8% sci di fondo, 2-3 % sci alpinismo). Se lo sci di fondo, dopo una forte crescita nel recente passato, rimane stabile, le ciaspole e lo sci alpinismo sono in continua crescita. Nella stagione 2017/18 è previsto un aumento rispettivamente del 5-6 % per le ciaspole e del 3-4 % per lo sci alpinismo (Skipass Panorama Turismo – Modena Fiere – JFG). Lo sci da discesa segnerà solo un 1-2 % in più, attestandosi su un numero sostanzialmente stabile di presenze. Gli esperti concordano nel confermare che oramai gli sciatori possono spostarsi da una località all’altra, ma il loro numero non aumenterà più e a nulla serviranno i nuovi impattanti progetti di infrastrutture sciistiche. Invece sono in continua crescita gli italiani che ricercano luoghi sconosciuti, lontani dai circuiti tradizionali, luoghi autentici per naturalità, cultura e tradizione. Una domanda di vacanza che sempre di più trova nuove attenzioni e risposte da parte degli attori locali. Molti gli imprenditori, gli operatori turistici, le associazioni e le istituzioni locali che in questi ultimi anni hanno raccolto la sfida del turismo sostenibile e ne hanno fatto un banco di prova per un nuovo modello di sviluppo montano.
Legambiente con questo primo dossier vuole scattare un’istantanea di quel che si sta muovendo in questo nuovo mondo del turismo invernale. Si tratta di una prima raccolta di buone pratiche sviluppate lungo tutto l’arco alpino e in molte località dell’Appennino. Vanno dalla singola iniziativa privata o pubblica fino a veri e propri progetti di valle. In alcune regioni, come ad esempio il Trentino Alto Adige, questo tipo di turismo si propone quasi a livello di comprensorio. Ciò probabilmente per una tradizionale attenzione al turismo sostenibile da parte di questa regione rispetto al resto d’Italia. Ma non è l’unica; in Piemonte stiamo osservando un continuo nascere di nuove iniziative anche grazie alla rete T.r.i.P. Montagna per il Turismo responsabile. Un coordinamento tra associazioni di categoria e realtà culturali impegnate nella valorizzazione del turismo a basso impatto ambientale nelle terre alte piemontesi. Tra i parchi montani sono in molti quelli che stanno assumendo un forte ruolo di promozione e traino in termini di proposte innovative.
Sono quarantuno le buone pratiche che segnaliamo, così distribuite: otto in Piemonte, una in Liguria, tre in Valle d’Aosta, due in Lombardia, due in Veneto, tre nel Trentino, due in Alto Adige, quattro in Friuli Venezia Giulia, due per Emilia Romagna e Toscana, quattro nelle Marche, tre in Abruzzo, una in Basilicata, una in Calabria, tre in Sicilia.
Il messaggio che si vuole lanciare con la campagna Nevediversa di Legambiente e in particolare con questo dossier non si riduce a una contrapposizione con il turismo degli impianti, è molto di più, si tratta di sostenere una nuova visione del turismo in montagna, più coerente con i cambiamenti climatici e di abitudini. Siamo pienamente consapevoli che tuttora il turismo invernale legato allo sci alpino costituisce una fonte di reddito indispensabile per l’economia del territorio montano. Questo però deve essere ripensato alla luce di quanto sta accadendo sia sul fronte dei cambiamenti climatici sia su quello delle abitudini e degli stili di vita. Nei prossimi anni aumenteranno il desiderio di natura, tranquillità, aria pura, di sport e di uno stile di vita improntato alla tutela della salute. I territori montani che riusciranno a conciliare questi aspetti con le novità indotte dai cambiamenti climatici saranno vincenti.
Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente e Sebastiano Venneri, responsabile Turismo Legambiente