Era il 1850 quando i primi “turisti” fecero visita alla nostra vallata, la Valpelline, valle laterale della Valle d’Aosta. Non erano semplici turisti, tra loro c’erano scienziati, alpinisti, escursionisti, ma soprattutto esploratori. La scoperta avveniva in modo lento, a piedi o a dorso d’asino e mulo. Il contatto con la popolazione locale era obbligatorio e continuo a causa dell’incessante necessità di reperireè informazioni e aiuti di ogni genere. Anche solo per mangiare e dormire non esistevano né guide né insegne, figuriamoci se si voleva percorrere un sentiero secondario o trasportare dei bagagli quanto erano importanti gli abitanti autoctoni! La globalizzazione non era ancora arrivata e i nuovi visitatori, per sfamarsi, dovevano fare affidamento sul cibo locale (che per la verità non era sempre soddisfacente…). Poi nacque l’Alpine Club e si sviluppò l’alpinismo, iniziando ad avvicinare un numero considerevole di persone alle montagne. E molti vennero nella nostra valle. Persino Edward Whymper, il primo salitore del Cervino, dichiarò nelle sue memorie di avere imparato, proprio a Bionaz, l’arte di affrontare i ripidi nevai. E da noi trovò l’unica montagna, la Dent d’Hérens, che lo respinse e che non riuscì mai a salire, un «insuccesso mortificante». In seguito, nelle più importanti località alpine, all’alpinismo iniziò ad affiancarsi lo sci, con i suoi impianti di risalita e i grandi hotel. Ma non in Valpelline, dove si inizia un percorso “alternativo” e per molti aspetti unico. Oggi si direbbe: sostenibile. Tanto che la natura (selvaggia o coltivata e curata) padroneggia ancora indisturbata. Gli agricoltori producono il formaggio in alpeggio sopra i 2000 metri di quota, seguendo tradizioni e metodi tramandati da generazioni e arricchiti dalle nuove conoscenze. Le strutture ricettive sono quasi tutte piccole e a gestione famigliare, con un rapporto diretto tra visitatore e abitante. E da qualche anno gli abitanti, e soprattutto gli operatori turistici della zona, hanno iniziato a collaborare tra loro e a interrogarsi sulla strategia comune da adottare per promuovere e sviluppare al meglio il discorso legato al turismo, nel pieno rispetto del territorio.

E proprio in seguito a diversi incontri (e scontri…) tra coloro i quali hanno a cuore le sorti di un corretto sviluppo del turismo, nasce il 14 giugno 2012 “NaturaValp”, associazione per lo sviluppo e la promozione del turismo responsabile nella Valpelline: «Noi abitanti, allevatori, agricoltori, artigiani ed operatori turistici della Valpelline – recita il manifesto di NaturaValp – abbiamo deciso di aggregarci e collaborare per dare vita ad un progetto di largo respiro, che ci renda protagonisti attivi delle scelte di sviluppo della nostra comunità e soprattutto orgogliosi dei luoghi in cui viviamo. Vogliamo recuperare la memoria storica spesso dimenticata. Intendiamo tutelare e valorizzare la nostra prima fonte di sostentamento: l’ambiente montano. È nostra intenzione dare valore alle usanze tradizionali, che nell’ambito dell’agricoltura e del turismo spesso coincidono con le più moderne ‘buone pratiche sostenibili’. I punti di vendita diretta dei nostri imprenditori agricoli, oltre a creare un’interessante interazione tra i visitatori e gli agricoltori, permettono di conoscere meglio i prodotti e il lavoro che serve per ottenerli; per questi e altri motivi ne incentiviamo lo sviluppo e collaboriamo alla loro promozione. Grazie alle strutture ricettive piccole e a gestione famigliare, cerchiamo di privilegiare un rapporto diretto con il viaggiatore, che permetta un corretto scambio di informazioni utile ad entrambe le parti».

L’Associazione ha affrontato scelte non facili per alcuni operatori turistici, come il rifiuto dell’heliski e di altri svaghi che potrebbero causare danni al territorio. Cercando di privilegiare la qualità del turista rispetto alla quantità, sforzandosi di sensibilizzare i visitatori rispetto a determinati argomenti (difesa dell’ambiente, utilizzo dei prodotti locali, relazione con la popolazione, ecc.), sia prima che durante il viaggio, in modo da avere un visitatore consapevole.
Dal punto di vista dei soci, NaturaValp cerca di far crescere il livello culturale con formazione sulle buone pratiche sostenibili e conoscenza della storia locale.
Tra le tante iniziative organizzate quest’anno, “Aosta-Bionaz. La Strada Giusta”, un trekking di tre giorni alla scoperta della Valpelline e della sua gente con due muli e due asine. Da Aosta alla testata della valle, per il 98 % su sentieri e strade chiuse al traffico veicolare, incontrando allevatori, apicoltori, agricoltori, artigiani, giovani e anziani. E poi guide alpine, gestori di rifugio, conduttori di muli, di asini e amici di viaggio. Un’esperienza fortemente positiva che verrà sicuramente ripetuta anche il prossimo anno.
Daniele Pieiller

Info: www.naturavalp.it