Alta Val Saent, Trentino, nel cuore del Parco dello Stelvio. A quota 2437, Lorenzo Iachelini siede nella minuscola stanza rivestita in larice del suo rifugio. Un letto di ferro, una sedia e una tavola di legno incastrate sotto la finestrella. Fuori, il nulla. Ricorda il capitano di una nave stellare in missione. Un collegamento internet fa scorrere veloce il flusso di dati dal mondo esterno sul suo computer. A una decina di chilometri, su una cima isolata, si staglia uno dei ripetitori della rete informatica WiNet che copre larga parte del territorio trentino, per il 70% sopra i 1000 metri: un progetto unico sull’arco alpino. Gli ingegneri di Trentino Network, società che installa infrastrutture di rete e che negli ultimi anni ha portato la connessione a banda larga in tutti i rifugi del Trentino, dicono che se il progetto è partito, è merito suo.
Lorenzo è “solo” un privato cittadino. È il protagonista del documentario Alpi 2.0, che ha debuttato lo scorso 29 aprile alla 62° edizione del Trento Film Festival. Il film racconta il processo di modernizzazione del rifugio “Dorigoni” della Sat, gestito dalla famiglia Iachelini da trent’anni. Oltre che connesso con la “base terra”, il rifugio dovrebbe essere totalmente sostenibile dal punto di vista energetico. Lorenzo propone di ampliare l’impianto idroelettrico ed eliminare i rifornimenti di gasolio con l’elicottero. La sua vivace intraprendenza incontra entusiasmi e suscita perplessità: c’è chi sostiene i suoi progetti e chi, come il presidente della Sat Claudio Bassetti, si interroga sull’opportunità del collegamento a internet e di un surplus energetico in un rifugio, seppure di energia pulita. Le iniziative di Lorenzo inducono tutti i soggetti coinvolti a interrogarsi sul senso che l’istituzione del rifugio alpino ha oggi. In gioco c’è l’economia degli abitanti delle montagne.
Ho scritto il film nel 2012. Nel 2013 Aurelio Laino ed Elena Negriolli (Decima Rosa Video, Trento) lo hanno realizzato. In origine era una serie per la TV: ciascun episodio trattava la storia di una “terra alta” e dei suoi abitanti, alle prese con l’applicazione di una nuova tecnologia. Il film unisce i primi due episodi, dedicati alle questioni energetiche e alle telecomunicazioni.
Il cinema documentario ha narrato molte storie legate alle Alpi: avventure di alpinisti, meraviglie naturali, memorie di mestieri e usi antichi. Le Alpi però, come ogni luogo, hanno anche un futuro. Per quanto rimangano ancora il luogo simbolico della nostra wilderness domestica, sono sottoposte agli stessi cambiamenti e tensioni globali del resto del mondo. Mi interessava documentare il passaggio al 21° secolo. Evidenziare come le tensioni dei tempi correnti si declinino in luoghi impervi e isolati, dove le implicazioni culturali dell’impatto dell’innovazione tecnologica hanno il potere di emergere nella loro nuda essenzialità. Soprattutto, mi interessava documentare il protagonismo degli abitanti, lo scambio fertile di idee con i mondi “altri”, evidenziare il contributo che ogni luogo, in cui si applichi una nuova possibilità, dà all’innovazione stessa.
Una versione ridotta di Alpi 2.0 verrà trasmessa in estate dalla TV tedesca Bayerischer Rundfunk. Il film è disponibile per festival ed eventi culturali.
Simona Casonato
Trailer: https://vimeo.com/62860167
Per aggiornamenti: https://www.facebook.com/alpi2punto0
Contatti: simona.casonato@gmail.com