Gabriele Ivo Moscaritolo, “Memorie dal cratere. Storia sociale del terremoto in Irpinia”, Edipress 2020, pp. 295, 20 euro
Il 23 novembre del 1980 in Campania e Basilicata la terra tremò. E fu in particolar modo il distretto storico-geografico dell’Irpinia a subire i maggiori danni, un territorio collinare e montano negli Appennini del Mezzogiorno: un terremoto di magnitudo di 6,9, X grado della Scala Mercalli, con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania capace di causare 280.000 sfollati, 8.800 feriti e 2.900 morti.
A 40 anni di distanza, Gabriele Ivo Moscaritolo recupera il ricordo ancora nitido nella memoria delle popolazioni colpite dalla catastrofe naturale. I testimoni diretti offrono una narrazione di quegli eventi per alcuni versi inedita, sempre in bilico tra la necessità di recuperare il perduto e rifondare qualcosa di nuovo dalle ceneri di un territorio ancora ferito. Chi ha vissuto l’evento catastrofico rilegge il paesaggio irpino con i suoi occhi, e da una chiave di lettura che in alcuni casi va oltre la memoria nazionale. Una rilettura originale degli eventi che hanno coinvolto l’Irpinia capace di restituirci una visione più complessa e articolata di un momento cruciale della storia italiana.
Maurizio Dematteis