Da poco tempo il portale parks.it ha reso attivo un blog dedicato alla gente dei parchi, ovvero, nelle intenzioni iniziali, soprattutto a coloro che ogni giorno vivono la realtà del mondo delle aree naturali protette. “Mare d’inverno”, questo è il suo nome, è curato da Nino Martino, presidente AIDAP (Associazione italiana direttori e funzionari di aree protette) e direttore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. In realtà pensiamo che il suo interesse, in un momento delicato, possa estendersi a tutti coloro che siano sensibili alla gestione e la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale italiano, direttamente coinvolti o solamente interessati a partecipare ai dibattiti, ottenere informazioni aggiornate sulle vicende delle aree protette, sugli incontri pubblici e le pubblicazioni.
«I parchi sono una speranza di futuro»: così si apre una delle discussioni del forum, disegnando chiaramente le intenzioni che stanno alla base del progetto del blog, volto prima di tutto alla difesa dei parchi nazionali italiani contro i tagli indiscriminati, «davvero incomprensibili visto che tutti i parchi nazionali costano a noi contribuenti meno di un caffè all’anno a testa. […] Con la norma della nuova finanziaria che prevede tagli del 50% ai trasferimenti dello Stato o si pagano solo gli stipendi o si chiude […] Se davvero non ci sono più soldi in questo Paese, piuttosto di chiudere scuole ed ospedali, di smantellare i parchi, di lasciare che le frane si mangino il Paese, non potremmo risparmiare sulle spese militari che sono, invece, in continua crescita» (Nino Martino nel blog).
La vicenda dei Parchi naturali italiani, dall’approvazione della quasi ventennale  L 394/1991, è controversa quanto sfacettata, dipendente sia dalle forze politiche che nel corso degli anni si sono avvicendate, sia dalle diverse aree geografiche, così come presentato nel blog dalle vicende opposte (si intende longitudinariamente) del Parco Nazionale dello Stelvio e del Parco Nazionale della Sila. Una trasformazione dei piani e dei processi di gestione delle riserve naturali sarebbe quanto mai necessaria, legata soprattuto all’integrare i processi di pianifazione e di salvaguardia con la vita delle persone, di coloro che abitano e rendono vivi tali territori, innovando la logica del parco naturale come museo e campana di vetro degli habitat contenuti al suo interno. Oggi si è però giunti a una fase cruciale dove in discussione è la vita stessa dei parchi e del loro significato per l’intero territorio nazionale. In Francia è stata istituita un’agenzia nazionale per mettere davvero in rete le buone esperienze e le migliori energie, valicando i confini tra parchi regionali e nazionali. Da noi la tendenza complessiva ha un segno inverso, legato alla frammentazione parcellare dei problemi, alla riduzione delle risorse e allo smantellamento complessivo di un intero sistema. In una situazione di questo tipo il dibattito e la conoscenza di ciò che accade nei fatti quotidiani è quanto mai importante.
Alberto Di Gioia

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