«Il turismo delle funi innesca circuiti economici importanti perché crea posti di lavoro e assicura consistenti somme di denaro all’intero sistema montagna – precisa Federico Acquarone, maestro di sci e di snowboard, Guida ambientale escursionistica e presidente dell’Associazione Montagnard –. Altrettanto conosciuti sono i suoi limiti, dal forte impatto che i grandi comprensori provocano sul territorio al pericoloso appiattimento delle culture locali. Esistono altre proposte di turismo che, per loro stessa natura, tendono a preservare le identità territoriali». Conosciuto per essere una delle culle dello sci alpino per la disputa delle prime gare sciistiche nella stagione invernale 1904/1905, il Comune di Bardonecchia, rinomato centro valsusino degli sport invernali, ospita la sede e le attività dell’Associazione Montagnard che riunisce un gruppo eterogeneo di professionisti della montagna legati allo sport ma non solo. Dalla guida escursionistica al maestro di sci, alla guida alpina, all’artigiano del legno, allo scrittore, all’intagliatore, all’allevatore, i Montagnard dell’alta Valle di Susa propongono un accompagnamento sportivo, escursionistico e culturale in grado di trasmettere al pubblico un’esperienza autentica della montagna, sia sulle piste da sci sia lontano dagli impianti.

«Lo sci rappresenta una fetta importante delle nostre attività perché rimane una disciplina molto amata e richiesta dai turisti – continua Acquarone –. Il trucco sta nel proporlo nella maniera “giusta”: non come semplice veicolo di emozioni inebrianti, ma come strumento di conoscenza-esperienza della natura, del territorio e della sua cultura. All’interno della nostra scuola di sci proponiamo attività per la maggior parte legate al fuori pista con sci, snowboard o telemark, e sci escursionismo e sci alpinismo anche per i più giovani». Ai più piccoli sono dedicate attività di sci-montagna che si svolgono sugli impianti e oltre. L’Associazione Montagnard offre un metodo di “sci istintivo” che parte dalle piste battute per poi spaziare in tutta sicurezza nei boschi attigui, consentendo ai piccoli sciatori di testare terreni diversi, sperimentare nuove attrezzature e fare un’esperienza a 360°. «Lo sci è diventato artificiale – incalza Acquarone –: strutture, sistemi di gestione di piste e impianti e offerta turistica sono asettici e impermeabili a un’autentica esperienza di montagna. Il caso dello ski-dome di Dubai, realizzato completamente all’interno di un centro commerciale, ne è un esempio estremo. Lo sci deve continuare a essere un’attività di montagna, ecco il senso delle nostre proposte». Oltre alla scuola di sci, l’Associazione Montagnard gestisce un ufficio escursioni che programma passeggiate naturalistiche con le racchette da neve, gite in mountain bike e trekking in ogni stagione dell’anno. Le proposte invernali del gruppo di Bardonecchia intercettano l’interesse di chi si è stufato dell’evoluzione monotona dello sci e di ragazze e ragazzi provenienti dal mondo dell’agonismo che non condividono lo spirito competitivo e non intendono rinunciare alla montagna e alla neve. «Stiamo parlando di una percentuale di pubblico ancora molto piccola – ammette Acquarone –: sono convinto della qualità e dell’importanza delle nostre proposte, ma è difficile lavorarci. D’altronde il contesto in cui operiamo non è il più favorevole per l’emergere delle nostre attività: la valle rimane legata a una vecchia concezione del turismo alpino che stenta a pensare e valorizzare la montagna come patrimonio naturale, sociale e culturale».
Daria Rabbia

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