Tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del XXI secolo il comune di Premia, nella Valle Antigorio, una delle valli dell’Ossola – nella parte settentrionale del Piemonte – ha condiviso con il resto delle Alpi piemontesi una fase di evidente declino demografico, passando dagli oltre 1.500 abitanti del 1871 ai 577 del 2011. Nell’ultimo decennio, tuttavia, tale declino risulta rallentato: se il saldo naturale continua ad essere negativo, al contrario appare positivo quello migratorio. Il comune, infatti, nell’ultimo decennio è stato interessato da casi di popolamento, fra cui quello di cui sono protagonisti Vittoria Riboni e la sua famiglia.
Vittoria è un ingegnere ambientale che da anni lavora, come libero professionista, nel campo della difesa del suolo e della risorsa idrica, collaborando con vari enti e università; Luca Torrente, suo marito, lavora nel settore informatico. Entrambi cresciuti e vissuti prevalentemente a Milano, dal 2011 si sono trasferiti a Premia, dove hanno fondato l’azienda agricola “FattoriAmo”.
In un momento in cui si osserva e si parla, talvolta in modo superficiale, di un “ritorno alla terra” e alla montagna da parte delle giovani generazioni, la storia di Vittoria e Luca, e di loro figlia Beatrice, mostra bene tutta la complessità, le molte sfaccettature e la sfida che questo fenomeno può rappresentare. La scelta di trasferirsi, in questo caso, è dovuta solo in parte alle difficoltà occupazionali legate alla crisi; infatti, molto è dipeso anche dalle origini premiesi di lei, dalla passione per la montagna di entrambi e dalla volontà di adottare uno stile di vita diverso, in un contesto culturale e ambientale ritenuto più adatto all’educazione della figlia.
Vittoria e Luca hanno dapprima riammodernato la casa che lei ha ereditato dalla famiglia paterna, hanno iniziato a coltivare un orto, avviato un allevamento di galline e recuperato un antico casolare di proprietà per l’allevamento di capre da latte di razza camosciata. Nel frattempo, Vittoria ha frequentato corsi di economia agricola e di caseificazione. Grazie ad un accordo con la Provincia e con l’Istituto di Agraria “Fobelli” del vicino comune di Crodo, Vittoria e Luca hanno potuto ristrutturare il caseificio scolastico. Da alcuni mesi producono formaggio caprino fresco e stagionato, ricotta e yogurt che vendono, insieme ad altri prodotti della loro azienda, all’interno di diversi mercati, manifestazioni, e ai gas (gruppi di acquisto solidale) locali.

L’obiettivo dell’azienda, però, è di portare avanti un progetto più ampio di valorizzazione del territorio: anche per questa ragione – oltre che per contribuire alle attività della collettività locale – Vittoria è entrata a far parte della Pro Loco di Premia, che organizza iniziative di vario genere a favore degli abitanti e della promozione del paese.
Proprio i rapporti con i locali, un tema centrale nelle storie di vita dei “nuovi montanari”, sono un aspetto importante anche nella vicenda di Vittoria, che si trova ad occupare una posizione “intermedia” grazie alle sue origini. Il fatto di appartenere ad una famiglia premiese, infatti, le ha consentito di “rivendicare” la propria appartenenza al paese e di sfruttare – oltre ai beni posseduti – anche una serie di legami preesistenti con alcune persone e famiglie. Tuttavia, essere cresciuta a Milano, provenire da un ambiente urbano e voler riprendere un’attività tradizionale, introducendo una serie di innovazioni, contribuisce a differenziarla da una parte dei suoi compaesani, con cui i rapporti non sono sempre stati idilliaci.
Infine, come in gran parte delle storie di coloro che si trasferiscono o restano a vivere in montagna, gli ostacoli maggiori sono forse dovuti alla burocrazia, che generalmente non favorisce le iniziative imprenditoriali di piccole realtà locali. Al di là delle condizioni ambientali, infatti, sono anche questi aspetti a fare del ritorno e, più in generale della vita in montagna, una scelta “in salita”.
Giulia Fassio

Info: www.facebook.com/Fattoriamo