Il cambiamento climatico, la crisi del modello urbano, l’esperienza del Covid-19 hanno fatto sì che l’interesse generale della società, degli ambiti accademici e professionali verso le tematiche di valorizzazione delle aree montane sia in costante crescita. Ciò è implementato dalla sempre maggiore necessità, da parte dell’uomo contemporaneo, di fuggire dagli ingorghi urbani, dalla loro frenesia alla ricerca di luoghi meno contaminati dalle antropizzazioni odierne.

L’interesse genera la necessità di avere una maggiore formazione verso tali tematiche, che toccano ambiti legati a diversi campi accademici. L’incremento formativo intorno alla questione della montagna genera dunque un processo a cascata che porta sempre maggiore pubblico ad interfacciarsi con la materia.

La formazione è legata all’urgenza di affrontare gli imminenti cambiamenti sociali/ambientali che potrebbero alterare per sempre la fisionomia e le fattezze dei luoghi montani, e il conseguente spopolamento ed abbandono, già in corso dall’inizio dello scorso secolo. In questo contesto l’educazione è fondamentale per tramandare l’eredità della cultura di montagna e per istituire nuove figure professionali appassionate a questi temi in modo che ci siano a tutti gli effetti dei nuovi montanari (Corrado, Dematteis, 2014).

Il crescente interesse accademico verso la montagna fa sì che ci sia anche un aumento del numero di bandi e concorsi che premiano coloro i quali indagano e analizzano tali tematiche determinanti per il futuro sviluppo. Assume dunque ulteriore importanza la possibilità di poter erogare fondi da parte di privati e associazioni che si interessano all’argomento.

In un’epoca in cui la consapevolezza ambientale è in costante crescita, il sistema montano rappresenta un laboratorio naturale di studi multidisciplinari.

In quest’ottica i bandi, indetti sia da istituzioni pubbliche che private attente alla valorizzazione delle terre alte, rivestono un ruolo fondamentale nell’offrire opportunità, di studio e di lavoro, nel campo della sfera montana. Attraverso i bandi la curiosità delle figure appassionate a tali temi si trasforma in vera e propria attenzione poiché essi consentono di poter continuare a studiare e/o lavorare grazie ai fondi erogati per lo sviluppo di questioni legate alla montagna. Esistono anche bandi indirizzati ai neolaureati che spronano i partecipanti alla divulgazione dei propri prodotti scientifici, come per esempio la tesi di laurea, e che di conseguenza li indirizzano verso percorsi di ricerca e/o professionali incentrati sugli interessi sviluppati durante la formazione.

Grazie a tali bandi, i neolaureati hanno la possibilità di tradurre la loro passione per la montagna in un percorso accademico concreto, arricchendo il panorama della ricerca con contributi originali, innovativi e trasversali.

L’UNCEM – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani – che da oltre sessant’anni raggruppa e rappresenta i comuni interamente e parzialmente montani, le comunità montane e le Unioni di comuni montani, con la delegazione Piemontese nel 2022 ha promosso un premio, in memoria di sindaci e amministratori locali, per le migliori tesi di laurea sullo sviluppo socioeconomico della montagna.

In un’epoca in cui la montagna non è solo uno spazio geografico, ma un catalizzatore di cambiamento, al confine tra abbandono e innovazione, il premio assume un ruolo cruciale nell’incoraggiare le nuove generazioni ad approcciarsi a questo territorio. Sono dunque state presentate tesi di laurea provenienti da diverse sfere di studio. Ciò permette che diversi campi del sapere si contaminino uno con l’altro, restituendo così centralità alla montagna (Manifesto di Camaldoli, 2019).

Tra le candidature è stata presentata la nostra Tesi di Laurea dal titolo “CURTIVA’ – Percorsi di rigenerazione territoriale nelle Alpi Liguri. Il caso della Valle Argentina e del Borgo di Ciabaudo”, risultata vincitrice del premio in Memoria di Giuseppe Panaro, già sindaco di Castelletto d’Erro, colonna dell’UNCEM Piemonte e uomo che si è speso moltissimo per la valorizzazione e l’unione delle aree montane.

La tesi pone come obiettivo quello di trovare delle soluzioni sostanzialmente a due macro-problematiche: il cambiamento climatico e lo spopolamento delle aree interne. Si sviluppa attraverso un approccio multidisciplinare, attraverso un’ampia analisi territoriale e sociale, indagando la storia, le sue tradizioni, le comunità che la abitano, cercando di capire quali possano essere le risorse da cui ripartire e rinascere, quali sono gli attori coinvolti che devono assumere un ruolo sociale all’interno dello sviluppo territoriale, studiando le progettualità in atto. La nostra formazione derivata da diverse discipline è stata essenziale per poter sviluppare un lavoro che potrebbe diventare un esempio di approccio allo studio di tali tematiche.

Gioele Rossi, Gemma Santoro e Dario Ruotolo, Vincitrici e vincitori del premio UNCEM in Memoria di Giuseppe Panaro