Gianfranco Cerea e Mauro Marcantoni (a cura di), La montagna perduta. Come la pianura ha condizionato lo sviluppo italiano, Franco Angeli-Tsm 2016, pp.123, 18 euro
Negli ultimi 60 anni, la montagna ha perso 900.000 abitanti mentre nel Paese ce ne sono 12 milioni in più. Questa la denuncia contenuta ne “La montagna perduta. Come la pianura ha condizionato lo sviluppo italiano”, uno studio realizzato da Cer (Centro europa ricerche) e Tsm (Trentino school of management), presentato il 9 febbraio scorso al presidente del Senato Pietro Grasso, più una serie di altri senatori e deputati, per accendere i riflettori sulla situazione delle nostre montagne italiane.
120 pagine con considerazioni introduttive di Bruno Zanon, Luca Mercalli, Paolo Pombeni e Annibale Salsa, introducono una breve parte di analisi finalizzata a sottolineare l’importanza del buon governo e delle autonomie regionali e provinciali delle terre alte.
«Questo è un grido di allarme, non la terapia», spiega Mauro Marcantoni, direttore generale della Trentino school of management e curatore del volume insieme a Gianfranco Cerea. «Ma è indubbio che la montagna muore dove comanda la pianura». E allora, suggerisce lo studio, se si vuole invertire la tendenza allo spopolamento e sostenere la tenuta dei territori montani non rimane che una strada: dare maggiore autonomia alle terre alte. Lo dimostra il fatto che, a fronte di «costi diversi rispetto alla pianura – come sostiene Marcantoni – perché la gestione di un comune montano costa il 20% in più di uno di pianura», bisogna poi andare a vedere se questi investimenti aggiuntivi sono serviti alla realtà stessa per produrre qualcosa di positivo o meno: tenuta demografica, impresa, socialità, ecc. Ed è qui che l’analisi fornita mette a nudo una verità di cui poco si parla: nelle realtà in cui la maggior parte del territorio è pianeggiante, le aree montane hanno poca o nulla influenza sul governo dell’intera regione, e questo nella maggioranza dei casi le rende arretrate, a rischi spopolamento e abbandono. Laddove invece il territorio amministrato è prevalentemente montano (come nel caso di alcune regioni autonome come Valle D’Aosta o di province autonome come Trento e Bolzano), le cose cambiano: i territori tengono e lo spopolamento non si verifica.
La presentazione del volume è un primo passo verso un tentativo di riscatto dei territori montani: «cerchiamo alleati veri per un Progetto montagna nel 2017 – conclude Mauro Marcantoni – un programma unitario che metta insieme tutto ciò che di buono esiste sui temi legati alla montagna, con una promozione molto forte». Un percorso lungo il quale, se si vuole davvero cambiare l’immagine della montagna, ognuno dovrà fare la propria parte, dalla politica, alla ricerca, alla comunicazione.
Maurizio Dematteis
Ottimo. Ottimo, in Carnia c’è parecchia materia per questi temi. Buon lavoro e a presto. T
ottimo. Neppure in provincia di Belluno mancano gli spunti. Avanti tutta!