Franco Michieli, L’estasi della corsa selvaggia. Piccoli voli a corpo libero dalla terra al sogno, Endiciclo 2017, pag. 94, 8,50 euro.
“La corsa selvaggia è la corsa liberatoria, istintiva e poetica, lontana da tempi e competizione. Un’estasi dell’immaginazione”. Franco Michieli, geografo, esploratore e scrittore, residente a Bienno, nelle Alpi bresciane, che i lettori di Dislivelli conoscono per il suo contributo alla rivista, racconta del personale rapporto con la corsa. Lo fa ripercorrendo le tappe della sua vita che lo hanno visto galoppare prima su piste d’atletica e poi per creste e valloni. Parte facendo outing, raccontando della sua adolescenza di metà degli anni ’70, quando da studente del liceo a Milano praticava con grande passione il mezzofondo. Segue il periodo del servizio militare, quando la corsa verso le vette della Valle d’Aosta diventa il modo per evadere da una realtà che non gli è consona. Ma infine sarà la passione sfrenata per la montagna e gli spazi vasti a rapirlo, e la corsa diventerà sempre più un’esperienza liberatrice simile alla musica, in empatia con animali e montagne, che va oltre lo skyrunning e che perde il significato predatorio originale disarmando il corpo in corsa fino ad abolire il computo del tempo. Un lungo racconto, un viaggio interiore dal ritmo incalzante da non perdere.
Maurizio Dematteis