Autori vari, “Tracce di antichi pastori negli alti Lessini”, Gianni Bussinelli editore, Verona 2013. 366 pagine con molte illustrazioni, 30 euro
L’editore Bussinelli di Vago di Lavagno (Verona) ha dato alle stampe un ricco volume dal titolo “Tracce di antichi pastori negli Alti Lessini. Alla scoperta di segni di avventure umane nel paesaggio”. Vi sono presentati i risultati di oltre sei anni di studio nei pascoli secondari degli Alti Lessini, una ricerca multi- e interdisciplinare in cui sono state analizzate le tracce e le strutture antropiche presenti nel paesaggio e riferibili, per la maggior parte, alla pratica della pastorizia ovina durante la stagione dell’alpeggio. Si tratta di ripari, casette, ovili e basi di casoni. La variabilità delle strutture è risultata molto elevata e di non facile interpretazione. Indagini archeologiche hanno permesso di raccogliere oggetti della cultura materiale che documentano la frequentazione degli alti pascoli sin dalla protostoria. Particolarmente interessanti sono risultate le strategie relative all’utilizzo delle risorse e delle nicchie naturali, da cui si deducono l’opportunismo dei pastori e le interrelazioni tra i diversi attori che hanno operato negli ambienti del pascolo estivo.
Uno dei protagonisti della ricerca è stato il geografo Ugo Sauro, che già negli anni ’70 aveva affrontato l’argomento: «Ma restavano numerosi altri segni e strutture, tra cui alcuni di facile interpretazione, altri maggiormente problematici». Era quindi evidente che la ricerca aveva bisogno di un lavoro di équipe in cui vari specialisti potessero collaborare allo studio. A partire dall’estate del 2006 è iniziato il rilevamento sistematico delle strutture antropiche basato sulla loro tipologia, localizzazione e descrizione. Ne sono stati registrati tutti i principali caratteri su schede distinte per categorie. Nelle estati fra il 2006 e il 2012 sono state rilevate oltre 600 strutture, la maggior parte delle quali chiaramente attribuibili alla pastorizia antica. Le campagne hanno anche permesso di mettere insieme un discreto numero di oggetti, ora esposti il Museo di Bosco Chiesanuova.
Enrico Camanni