W. A. B. Coolidge, “Le Alpi nella natura e nella storia”, Zeisciu edizioni, Magenta 2019. 440 pagg. 40 euro.

C’è una differenza radicale tra l’attraversamento dei colli e la scalata delle cime. Se una cima è opera della natura – sosteneva il reverendo Coolidge, scalatore e studioso delle Alpi –, un passo alpino è opera dell’uomo. La cima di una montagna è un fenomeno geologico, mentre un passaggio non può essere tale fino al giorno in cui l’uomo non vi sia passato attribuendogli una geografia e uno scopo. I motivi che spingono il montanaro ad affrontare l’attraversamento di un colle sono sempre di ordine pratico: commercio, contrabbando, matrimonio, pellegrinaggio, fuga. Invece per salire in vetta serve una motivazione scientifica o esplorativa. Per le vette bisogna aspettare gli sguardi illuministici e romantici di fine Settecento, alla vigilia della Rivoluzione francese, quando si verifica l’inatteso passaggio dai colli alle cime. È l’invenzione dell’alpinismo.
La differenza tra i colli e le cime sarà una delle più geniali intuizioni di W. A. B. Coolidge, nato vicino a New York nel 1850, bambino gracile e di salute cagionevole. Nel 1865 la madre Elizabeth Neville e la zia Meta Brevoort lo portano in Inghilterra dove prosegue gli studi, diventa professore di storia e pastore, e scopre una grande passione: la montagna. Spinto da miss Brevoort, che pratica l’alpinismo, inizia timidamente con escursioni facili e traversate di colli. Sempre più appassionato, completa la formazione sul terreno divorando le opere dedicate all’argomento. Nel 1868 incontra lo svizzero Christian Almer, che descriverà come «la più grande guida di tutti i tempi». Con Almer realizza buona parte delle sue 1700 ascensioni, di cui 900 importanti. Un’enormità. Moltiplicando i viaggi, percorrendo metodicamente regioni e massicci secondari, interessandosi alle popolazioni e alle culture locali, Coolidge diventa il maggiore esploratore delle Alpi di fine secolo. Nel 1898 smette di scalare e si stabilisce in Svizzera, a Grindelwald, dove scrive due opere molto importanti: Josias Simler e le origini dell’alpinismo fino al 1600, con la traduzione dei testi originali di Josias Simler, e Le Alpi nella natura e nella storia, la prima storiografia delle Alpi, un’opera completa, vasta e fondamentale per lungo tempo.
Finalmente il coraggioso editore “Zeisciu”, associazione culturale e centro studi gravitante intorno al Monte Rosa, traduce in italiano le Alpi di Coolidge (opera integrale, a cura di Luigi Capra), con la raffinatezza e lo stile che distinguono da molti anni la casa editrice di Magenta, specializzata in libri storici sulla montagna. Leggendola rimarrete stupefatti dalla complessità di sguardo e dall’erudizione del reverendo Coolidge.
Enrico Camanni