I sentieri delle Valli di Lanzo, per lungo tempo dimenticati, sono oggi frequentati e valorizzati, e tutti registrati nel catasto regionale del patrimonio escursionistico della Regione Piemonte. Gli itinerari sono suddivisi per fascia di età, per grado di difficoltà e per tematica: dai sentieri religiosi (che portano alle cappelle votive) a quelli speleologici con visite organizzate al crepuscolo, a quelli storici che furono battuti dai partigiani.
Ce n’è per tutti i gusti, un fitto reticolo che valorizza un territorio unico. Ma chi si deve ringraziare per il recupero di questa preziosa rete capillare? Sicuramente, tra le varie realtà impegnate nella salvaguardia e recupero dei sentieri, spicca l’attività del Cai di Lanzo Torinese, che ogni anno si dedica, come principale attività, all’organizzazione di escursioni e al ripristino di sentieri in disuso sul proprio territorio di competenza.

Prima di procedere alla riqualificazione di un percorso il Cai di Lanzo provvede sempre al coinvolgimento dei residenti e delle amministrazioni locali interessate, alle quali viene chiesta l’autorizzazione. Una volta realizzati i lavori di ripristino poi, seguono l’inaugurazione e un momento di festa organizzato dalla popolazione locale, quasi a voler rafforzare l’idea di questa attività come un qualcosa in divenire e partecipato.
L’ultimo di questi eventi in ordine temporale si è tenuto domenica 2 aprile, in occasione del recupero del tratto Fontana d’Argento – Tortore (Pessinetto/Lanzo). Questo sentiero, un tempo molto conosciuto perché utilizzato dagli abitanti di Sant’Ignazio di Tortore per raggiungere a piedi le officine Lanzo, diventò la meta preferita per i pic-nic dei lanzesi negli anni ’50 e ‘60. La sua particolarità si deve, inoltre, ad una fontana, inclusa nel tratto di strada, detta d’argento per i suoi riflessi.
Domenica 30 aprile poi, verrà riaperto il percorso Procaria – Ciaminal (Ceres). La via si trova nel tragitto che va da Procaria e sale ai Laghi di Monastero (Lanzo). Questo sentiero storico che collegava tutte le frazioni sopra Ceres, è contornato da scorci spettacolari: il santuario di Santa Cristina, la Valle Tesso alle spalle e, a circa mezz’ora di cammino sul sentiero n. 332, si trova la cappella di San Giacomo di Moja. In un tratto del percorso, frutto di un precedente lavoro di recupero, si incontra anche un monolite di pietra datato 1880, il quale ne attesta la storicità.
Domenica 28 maggio sarà la volta del sentiero Val Servin. Il percorso, fatto ad anello, attrezzato sia per le camminate estive che invernali, parte da Balme e si dispiega attraverso un ambiente pressoché incontaminato abitato da camosci, marmotte, da rarissimi gipeti e poiane. Si passa prima per un piccolo pianoro detto Pra Sec, poi per la borgata Li Fre (originario insediamento di minatori) attraverso la quale si arriva, prima al vallone del Servin e poi costeggiando un torrente, al Rio Pontat. Da qui si giunge infine alle baite di Pian Salè, prima di oltrepassare il fitto bosco che porta alla frazione Cornetti dalla quale, si ritorna al punto di partenza.
Infine, domenica 11 giugno, verrà sistemato un tratto del sentiero Pianardi – Alpe San Berne (Chialamberto), che si trova nella parte inferiore dell’ampia dorsale che dalla vetta del monte Gran Bernardé si abbassa verso il fondovalle della Val Grande.

Le iniziative per il recupero dei sentieri realizzate dal Cai di Lanzo, cominciate ormai da più di quindici anni, hanno sicuramente «stimolato un ritorno economico e sociale che va al di là di quello che si crea nella singola giornata di festa per l’inaugurazione», spiega Gino Geninatti, presidente della sezione. Da quando sono cominciati i lavori di ripristino, infatti, specialmente nel fine settimana, sono aumentati i turisti che percorrono i sentieri nella valle e i bar e le locande hanno visto un incremento della loro attività. Vedere rinascere i borghi ha provocato un rinnovato coinvolgimento e ha cambiato l’atteggiamento di alcuni residenti verso i sentieri. Tanto che in alcuni casi sono proprio gli abitanti a occuparsi per primi della manutenzione dei sentieri insieme ai volontari. Capita anche che alcune amministrazioni si attivino nel segnalare ai volontari del Cai i percorsi da sistemare, facendo rete con gli altri paesi delle valli.
«L’insieme di queste azioni congiunte e sinergiche – conclude Geninatti – permette di immaginare la montagna come un nodo strategico per l’economia verde, una risorsa su cui puntare per lo sviluppo sostenibile dell’intero Sistema paese, una delle strade per superare l’attuale crisi economica e culturale».
Anna Anselmi

Ritorno (dopo un’escursione)
Ecco, la nebbia a poco a poco scende
e lenta tutto inonda,
ampia la pietraia eguale si distende
e dall’opposta sponda
tenue giunge l’eco del torrente.
Densi i vapori e grevi
Sfioran le rocce e gli esili steli;
dietro: le nevi,
alte le vette,
gli abissi, i cieli!
(Balme, 21 settembre 1952
Adolfo Brunati).