Tra Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria sono presenti circa 2000 km di strade militari realizzate tra il 1700 ed il 1940, periodo storico entro il quale fu portata a termine la realizzazione del cosiddetto “Vallo Alpino Occidentale”, un’imponente serie di opere difensive che rappresentano, senza soluzione di continuità, un patrimonio d’inestimabile valore dal punto di vista storico ed ingegneristico, ma anche paesaggistico e culturale.
L’importanza di tali strade è stata evidenziata dalla stessa Regione Piemonte che ha approvato una legge (L.R. n.9/2010) finalizzata proprio alla realizzazione di “Iniziative per il recupero e la valorizzazione delle strade militari dismesse”, per cui è stata prevista una dotazione finanziaria da rinnovare annualmente. Questa risulta però ampiamente sottodimensionata rispetto alle esigenze reali e spesso i comuni si devono far carico degli oneri per il loro mantenimento, in una situazione già difficilmente sostenibile e drammatica dal punto di vista della gestione delle finanze locali ormai scarse.
Cessata la funzione militare, infatti, il patrimonio delle strade ex militari è stato abbandonato e giace, in alcuni casi, in condizioni di avanzato degrado pur avendo ancora oggi una sua utilità fondamentale, per il mantenimento dell’economia (alpeggi in quota) e del transito intervallivo di turisti, visitatori e residenti nel periodo estivo.
Per salvaguardare il patrimonio viario ex militare esistente, i Comuni di Acceglio, Canosio, Castelmagno, Demonte, Marmora, Pietraporzio e Sambuco, in collaborazione con le Unioni Montane dei Comuni della Valle Stura e delle Valli Grana e Maira hanno promosso, nel corso degli ultimi due anni, un’iniziativa congiunta, che si propone concretamente di tutelare e valorizzare le strade ex militari presenti sull’Altopiano della Gardetta, nel quadro di una gestione integrata delle risorse dell’ambito territoriale posto alla convergenza delle valli Stura, Grana e Maira, in Provincia di Cuneo, in grado di mobilitare interessi plurimi, favorire il reperimento di differenti fonti di finanziamento e attivare un’offerta turistica multisettoriale.
A tal fine le citate Amministrazioni comunali hanno acquisito parte della rete viaria in oggetto dal Demanio militare (processo di radiazione), così da poterne disporre ufficialmente e in maniera definitiva.
Una volta entrati in disponibilità dei sedimi stradali presenti all’interno del loro territorio, i Comuni si sono adoperati per realizzare, con estrema gravità e urgenza, indispensabili lavori di manutenzione e ripristino, e per regolamentarne l’accessibilità e l’utilizzo in modo consono ed adeguato alle condizioni stesse delle strade, in modo da rendere meno invasivo il passaggio massiccio degli utenti che per vari motivi attraversano la Gardetta nel periodo estivo.
A partire da gennaio 2014 le Amministrazioni locali hanno inoltre partecipato, con quote di cofinanziamento anche molto consistenti, a Bandi indetti da alcune Fondazioni attive sul territorio (Cassa di Risparmio di Cuneo e Compagnia di San Paolo).
Molte le iniziative proposte che i Comuni intendono concretizzare nel prossimo futuro per dare seguito all’idea finora solo abbozzata. In particolare intendono: definire e sviluppare un modello di mobilità sostenibile di fruizione dell’ambito della Gardetta mediante la redazione di uno studio specialistico, la fornitura e la posa di segnaletica di indirizzamento e cartellonistica informativa e di sistemi di controllo degli accessi (portali) a limitazione dell’accessibilità veicolare soprattutto in presenza di dissesti; recuperare la memoria storica dei luoghi e delle civiltà che popolarono questi luoghi mediante ricerche documentali di materiale fotografico; diffondere la conoscenza del patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale dell’ambito di progetto mediante l’ideazione e l’allestimento di una mostra fotografica itinerante, la redazione e la stampa di un catalogo della mostra, la realizzazione di un archivio oltre che di un sito web e un’App dedicata e la fornitura di 14 totem multimediali per la creazione di punti informativi della memoria; scoprire le valenze ambientali, paesaggistiche e culturali dell’ambito di progetto mediante lo svolgimento di otto workshop guidati da fotografi professionisti.
Grazie alle risorse così ottenute i Comuni della Gardetta potranno: tutelare il patrimonio storico d’alta quota e consentirne una fruizione sicura; sviluppare modelli turistici a basso impatto ambientale che, oltre a preservare l’ambiente di fruizione, rendano il soggiorno in loco più salutare e piacevole per l’utenza; riscoprire il patrimonio culturale proprio delle comunità che hanno popolato le aree interessate attraverso la fotografia; rendere accessibile a tutti, il patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale dei luoghi e delle popolazioni che vi hanno abitato nel tempo; favorire la conoscenza del territorio mediante l’azione diretta, praticata sul campo, o indiretta, veicolata attraverso la fotografia; attuare politiche condivise e coordinate a livello territoriale, volte allo sviluppo di un’economia turistica che valorizzi il patrimonio locale in modo ecocompatibile.
La Gardetta oggi è un chiaro esempio di come la montagna sia ancora in grado di proporre e pensare forme di sviluppo turistiche del tutto rinnovate e nuove, dolci, sagge e responsabili, leggere e sostenibili, in grado di far innamorare chiunque, anche i più duri e insensibili montanari o cittadini senza scrupoli.
Cristiana Oggero