IT/All’interno del progetto Corpo Link Cluster, Dislivelli Reasearch è impegnata da febbraio 2018 nell’analisi di alcuni casi di progettazione culturale nelle Alpi.
In particolare, l’impianto teorico sul quale fa perno l’analisi è dato da recenti studi sul ruolo della cultura in aree a bassa densità abitativa, di cui non solo si è già occupato il gruppo di ricerca (Bertolino, Corrado, 2017), ma per il quale esiste una consolidata letteratura internazionale a riguardo (a titolo d’esempio si rimanda a Delfosse e Georges, 2013).
Tuttavia, storicamente, il binomio cultura e sviluppo del territorio è stato legato a questioni urbane, come se le pratiche e le politiche culturali fossero anzitutto una questione della città. Seppur la bassa densità abitativa porti con sé una serie di problemi relativi alla fornitura di servizi al territorio, essa al tempo stesso offre un ventaglio di fattori di attrazione quali il contatto con la natura e la possibilità di praticare attività outdoor. In questo senso, essa sembra rappresentare una risorsa specifica del territorio montano nella definizione e nella costruzione di iniziative culturali, attraverso una sorta di rovesciamento concettuale che segna il passaggio da una visione in negativo di questo elemento, inteso come condizione di svantaggio e debolezza, ad una visione in positivo che gli attribuisce invece un valore aggiunto. Diverse sono le ragioni che supportano questo rovesciamento concettuale: una bassa densità abitativa comporta la rarefazione culturale e sociale, la quale permette di far emergere maggiormente la creatività in confronto all’ambito urbano che si sta caratterizzando per una pienezza (sia fisica che di pensiero).

Non diversamente dai contesti urbani, quindi, le pratiche culturali in aree montane sono in grado di produrre territorio mediante la costruzione di nuove relazioni, la rigenerazione degli spazi, la riconfigurazione di paesaggi e la costruzione di nuovi quadri di senso dei territori stessi.
La cultura alpina contemporanea, in quest’ottica, si dimostra non solo una risorsa bensì una “presa” su cui far leva nei processi di sviluppo locale. In questi nuovi spazi di creatività si possono dunque sperimentare – come i casi studio stanno dimostrando – attività innovative, espressioni all’avanguardia, linguaggi rivisitati che contribuiscono a disegnare (non solo in senso astratto) nuove immagini della montagna contemporanea.
Ne è un esempio, e un caso studio analizzato dai ricercatori di Dislivelli, il Programma triennale Torino e le Alpi, promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, e che ha attribuito un ruolo centrale alle attività culturali, intervenendo per potenziare le capacità creative degli ambienti montani e la contemporaneità di questi che, come si legge dai bandi promossi, sono stati considerati nel duplice profilo di contesti ispiratori e di luoghi della produzione culturale.
La Fondazione è stata promotrice di un festival (il Festival Torino e le Alpi), presentato nelle estati 2015 e 2016, all’interno del quale è stato bandito un sostegno economico rivolto a progetti artistici che proponessero la montagna sia come soggetto ispiratore di nuova creatività sia come testimone della cultura contemporanea.
Per quanto riguarda i settori di intervento dei progetti artistici, come elaborato nel grafico, esiste una predominanza della musica, seguita dalla letteratura e dal teatro. Mostrano un’eguale distribuzione la cinematografia, le arti performative e la fotografia seguite dalla danza, mentre un solo progetto ha preso in considerazione il saper fare locale legato al cibo quale arte culinaria.

Da una serie di interviste qualitative che hanno raggiunto 17 soggetti sui 19 finanziati, è emerso che la maggior parte dei progetti è stata pensata ad hoc per rispondere al bando. Solo 5, invece, erano progetti già esistenti, mentre 2 erano legati al programma Interreg (un Alcotra e un Italia-Svizzera). Tuttavia, solo 5 progetti sono proseguiti oltre gli anni del Festival. Tra gli obiettivi segnalati vi sono stati: la volontà di destagionalizzare l’attrattività della montagna, la rivitalizzazione di luoghi abbandonati, la sensibilizzazione alle tematiche ambientali e climatiche, il voler dare visibilità a luoghi complessi quali le fortificazioni.
I progetti hanno permesso di stipendiare risorse interne (con una media di 3 persone a progetto) e, in 5 casi, di coinvolgere risorse esterne. Si evidenziano in ogni caso forti reti del volontariato e il supporto logistico, promozionale e in alcuni casi finanziario delle amministrazioni comunali.
I progetti hanno inoltre previsto il coinvolgimento non solo di artisti ma anche di guide naturalistiche, ambientali, di media montagna e museali, di altre associazioni locali, delle sezioni locali del Cai, di aziende agricole e di scuole dei vari territori. Questo perché i progetti hanno visto in 12 casi su 17 una partecipazione attiva del pubblico, tramite momenti laboratoriali, che ha permesso il passaggio del pubblico da mero spettatore ad attore dei processi progettuali.
I pubblici coinvolti sono stati prevalentemente pubblici adulti (over 18 anni) ma alcuni progetti hanno avuto come target specifici i minori o le scolaresche.
Le interviste hanno messo in evidenza che:
– la cultura alpina contemporanea è ancora strettamente legata al fattore “turistico” in termini di pubblico e di calendarizzazione degli eventi (spesso inseriti in momenti di alta stagione), seppur si sottolinei la volontà di proporre eventi attrattivi anche per la popolazione locale e vi siano casi di tentativi di destagionalizzazione dell’offerta e di integrazione tra vecchi e nuovi abitanti;
– lo scarso numero di progetti che sono proseguiti oltre il finanziamento della Fondazione conferma l’effettiva difficoltà nel contesto italiano di accedere a finanziamenti per le attività culturali e la mancanza di politiche di finanziamento stabili per i territori montani.
Infine il caso analizzato ha mostrato come vi sia stato un rafforzamento delle reti esistenti ma una scarsa creazione di nuove.
Maria Anna Bertolino

Bertolino M.A., Corrado F. (2017), Cultura alpina contemporanea e sviluppo del territorio, Franco Angeli, Milano.
Bertolino M., Corrado F., 2017, Dentro la cultura alpina contemporanea: rovesciamenti concettuali per costruire nuovi paradigmi, Urban tracks/Sentieri urbani, n. 25.

www.corpolinkscluster.eu

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La recherche dans le projet Alcotra Corpo Link Cluster


FR/
Au sein du projet Corpo Link Cluster, Dislivelli Research est engagée depuis février 2018 dans l’analyse d’un certain nombre de cas de planification culturelle dans les Alpes.

En particulier, le cadre théorique sur lequel est centrée l’analyse est donné par de récentes études sur le rôle de la culture dans des zones à faible densité de population, dont non seulement s’est déjà occupé le groupe de recherche (Bertolino, Corrado, 2017), mais sur lequel existe une littérature internationale consolidée (à titre d’exemple voir Delfosse et Georges, 2013).

Cependant, traditionnellement, le binôme culture et développement du territoire a été associé à des questions urbaines, comme si les pratiques et les politiques culturelles étaient en premier lieu une question à charge de la ville. Si la faible densité de population entraîne des problèmes concernant la fourniture de services au territoire, elle offre en même temps un éventail de facteurs d’attraction, comme le contact avec la nature et la possibilité de pratiquer des activités de plein air. À cet égard, elle semble constituer une ressource spécifique du territoire de montagne dans l’élaboration et dans la construction d’initiatives culturelles, à travers une sorte de renversement conceptuel qui marque le passage d’une vision négative de cet élément, vu comme condition de désavantage et de fragilité, à une vision positive qui lui donne au contraire une valeur ajoutée. Il y a plusieurs raisons qui supportent ce renversement conceptuel: une faible densité de population implique la raréfaction culturelle et sociale, qui permet de dégager davantage la créativité par rapport au domaine urbain, caractérisé par une plénitude (physique et de pensée).

Un peu comme les contextes urbains, donc, les pratiques culturelles dans les zones de montagne sont capables de produire territoire par moyen de la construction de nouvelles relations, la régénération des espaces, la reconfiguration des paysages et la costruction de cadres de sens de ces mêmes territoires.

La culture alpine contemporaine, dans cette optique, ne se révèle pas juste une ressource mais plutôt une “prise” sur laquelle s’appuyer dans les processus de développement local. Dans ces nouveaux espaces de créativité on peut donc expérimenter – comme le montrent les cas d’études – des activités d’innovation, des expressions de pointe, des languages revisités dessinant (non seulement au sens abstrait) de nouvelles images de la montagne contemporaine.

En est un example, et étude de cas analysée par les chercheurs de Dislivelli, le Programma triennale Torino e le Alpi, soutenu par la Fondation Compagnia di San Paolo, et qui a attribué un rôle central aux activités culturelles, en renforçant le potentiel créatif des environnements de montagne et la modernité de ceux-ci qui, comme on lit dans les concours visés, ont été considérés sous le double aspect de contextes capables d’inspirer et lieux de la production culturelle.

La Fondation a été le promoteur d’un festival (le Festival Torino e le Alpi), présenté pendant les étés 2015 et 2016, à l’intérieur duquel a été établi un soutien économique destiné aux projets artistiques qui proposent la montagne comme source d’inspiration d’une nouvelle créativité et comme témoin de la culture contemporaine.

En ce qui concerne les domaines d’action des projets artistiques, comme décrit dans le graphique, il y a une prédominance de la musique, suivie par la littérature et le théâtre. La cinématographie, les arts du spectacle et la photographie, suivis par la danse, montrent une distribution égale, alors qu’un seul projet a pris en compte le savoir faire local lié à la cuisine vue comme art culinaire.

Une série d’entretiens qualitatifs menés auprès de 17 sujets sur 19 qui ont été financés, a révélé qua la plupart des projets a été pensée ad hoc en réponse à l’avis d’adjudication. Seulement 5, par contre, étaient des projets déjà existants, tandis que 2 étaient liés au programme Interreg (1 Alcotra et 1 Italie-Suisse). Cependant, seulement 5 projets se sont poursuivis après les années du Festival. Parmi les objectifs définis il y a eu: la volonté de mieux étaler entre les saisons l’attractivité de la montagne, la remise en valeur de sites abandonnés, la sensibilisation sur les thèmes de l’environnement et du climat, la volonté de conférer une visibilité à des lieux complexes comme les fortifications.
Les projets ont permis de rétribuer des ressources internes ( avec une moyenne de 3 personnes par projet) et, en 5 cas, d’associer des ressources externes. En tout cas il faut mettre en évidence les solides réseaux du volontariat et le support logistique, promotionnel, et dans certains cas économique, des administrations communales.
De plus, les projets ont prévu non seulement la participation des artistes, mais aussi de guides du patrimoine naturel, de l’environnement, de moyenne montagne et muséales, d’autres associations locales, des sections locales du CAI, des entreprises agricoles et d’écoles des différents territoires. Ça parce que les projets ont vu dans 12 cas sur 17 une participation active du public, à travers des ateliers, en permettant le passage du public de simple spectateur à acteur des processus de conception.
Les publics impliqués ont été principalement des publics adultes (plus de 18 ans) mais certains projets étaient spécialement conçus pour les enfants ou les groupes scolaires.
Les entretiens ont mis en évidence que:
– la culture alpine contemporaine est encore étroitement liée au facteur “touristique” en termes de public et de calendrier des événements (souvent insérés en haute saison), même si on observe la volonté de proposer des événements attractifs pour la population locale aussi, et des tentatives de désaisonnalisation de l’offre et d’intégration entre les anciens et les nouveaux habitants;
– le petit nombre de projets qui se sont poursuivis au delà du terme du financement de la Fondation confirme la difficulté dans le contexte italien d’accès aux financements pour les activités culturelles et le manque de politiques stables sur le plan des financements pour les territoires de montagne.
Enfin, le cas traité a montré un renforcement des réseaux existants mais une faible création de réseaux nouveaux.
Maria Anna Bertolino

Bertolino M.A., Corrado F. (2017), Cultura alpina contemporanea e sviluppo del territorio, Franco Angeli, Milano.
Bertolino M., Corrado F., 2017, Dentro la cultura alpina contemporanea: rovesciamenti concettuali per costruire nuovi paradigmi, Urban tracks/Sentieri urbani, n. 25.

www.corpolinkscluster.eu