Alle Pertiche di Val Sabbia, già note ai lettori di Dislivelli per i precedenti articoli su alcune esperienze di ‘nuovi montanari’ giunti in questa bellissima terra delle Prealpi bresciane dalla città o dalla pianura, oppure ritornati dopo un periodo di assenza dalla terra d’origine, sorge un incantevole agriturismo denominato ‘Le Fratte’, che prende il nome dal toponimo dove è situato. L’ampio salone, la calda cucina e le camere in legno che lo compongono sono stati ricavati entro un antico edificio in pietra e legno, ristrutturato con criteri di bioedilizia dai bresciani Sergio Visioli, sua moglie Patrizia e il fratello Giorgio Zennaro. Ed è proprio con Giorgio che, in un piovigginoso pomeriggio di ottobre, mi incontro alle Fratte, dove mi accoglie un gustoso pranzetto a base di riso e varie verdure dell’orto, condito dall’idromele che, delle Fratte, è divenuto il prodotto d’eccellenza. Giorgio, classe 1964, perito agrario e laureato in Scienze alimentari, ha lavorato per tanti anni nel settore alimentare, sia produttivo che di trasformazione, e dal 1998 si occupa di consulenza in ambito alimentare per enti pubblici e privati. Nel 2003, con la propria famiglia, la sorella Patrizia e il cognato Sergio, dopo aver cercato a lungo un posto in montagna dove rilassarsi e passare il tempo libero lontano dallo stress, trova in vendita questo posto magnifico, una grande costruzione di 400 mq fino a qualche anno fa adibita a stalla, fienile e trasformazione del latte, con tanto verde attorno, circondata da boschi di latifoglie.

prova

L’idea è quella di trovare per sé un rifugio dal mondo frenetico del lavoro e della vita cittadina: con calma, una volta rifatto il tetto grazie alla manodopera di un’impresa locale, lo sistemano e vi ricavano sia degli spazi per sé che per ospitare persone in cerca di relax e di contatto con la natura. Gli abitanti locali, per carattere, storia e attitudine, non sono particolarmente vocati all’ospitalità; ecco, quindi, la voglia di provare a fare dell’accoglienza una sfida volta a valorizzare le bellezze della zona. Se agli inizi la decisione è di tenere aperto lungo tutta la stagione invernale, l’esperienza si conclude negli anni a venire a causa dei costi del riscaldamento e dell’andirivieni dalla città per ragioni famigliari e lavorative. Giorgio e Sergio sono molto impegnati nella propria azienda di servizi integrati per le imprese e Patrizia è insegnante. Ora, l’agriturismo è quindi chiuso da ottobre a fine febbraio, mentre nel resto dell’anno si cerca di far confluire gli ospiti in weekend dove più persone possano essere ospitate, proprio per ottimizzare costi ed energie e – perché no? – dare l’opportunità agli ospiti di vivere in un clima famigliare e socievole. Nella cucina dove chiacchieriamo campeggia in un angolo, laddove un tempo sorgeva il focolare per la cottura del formaggio, un grande termo-camino, adibito sia al riscaldamento termico, dell’acqua che alla cottura dei cibi. “Castagna”, “Uva spina”, “Fragola” e “Ribes” sono i nomi dati alle camere da letto degli ospiti, in omaggio alle colture locali. «Da queste pietre e da questi legni traspirano forze ed energie di centinaia di anni», dice Giorgio, innamorato di questo luogo risalente al 1400. «Quando le ho viste per la prima volta, le pietre degli stalli delle vacche erano come specchi di anni di stabulazione e mi hanno trasmesso una forza molto positiva e calda». Pur con i dovuti aggiustamenti richiesti dalle normative vigenti in materia edilizia, l’edificio ha conservato le peculiarità originarie e tuttora riesce a trasmettere questo calore, complice la profusione dell’uso del legno di abete negli arredi. «I colpi di ascia e le squadrature delle assi di questa struttura mi hanno sempre molto affascinato, e spesso mi fermo a pensare e ad immaginare che volto potesse avere la persona che le ha lavorate, che vestito portava, come viveva, cosa pensava», prosegue. «Io mi perdo in queste cose, mi piacciono da matti!» I circuiti in cui Le Fratte sono inserite sono principalmente quelli internazionali, da booking.com a airbnb.it e, di conseguenza, gli ospiti sono arrivati dal nord e dal sud del mondo, dalla Finlandia al Sud Africa, perché di passaggio in queste zone, perché turisti dei Laghi di Garda e Idro oppure in transito nelle città d’arte per motivi di lavoro, desiderosi di dormire e trascorrere del tempo libero in un posto silenzioso e circondato dal verde e dalle energie della natura. Ultimamente, d’altra parte, complice la crisi economica e il conseguente diffondersi di vacanze brevi, tra gli ospiti della struttura vi sono anche italiani, che in questo modo hanno l’opportunità di scoprire gli angoli più nascosti e meno blasonati delle località montane del Belpaese. La colazione offerta dalle Fratte è in parte costituita da cibi prodotti all’interno dell’azienda, come le crostate cucinate con le marmellate di piccoli frutti, e da alimenti tipici delle colazioni italiane, come il caffè da moka e il pane fatto in casa.

«A fine pasto, ci piace far trovare la sorpresa con un piccolo dolcetto fatto da noi che permette di iniziare bene la giornata con una ‘coccola’», sorride Giorgio. Il suo amore per la terra e l’agricoltura sostenibile, unito al desiderio interiore di uno stile di vita sobrio basato su una pacifica coesistenza tra persone responsabili e consapevoli, negli ultimi anni lo ha portato fin in bassa Emilia a condividere con alcuni amici un’esperienza molto forte e significativa, basata su un’agricoltura biologica caratterizzata da minime lavorazioni del terreno e minimi trattamenti, di cui sostentarsi e di cui vendere le eccedenze per acquistare ciò che non viene direttamente prodotto. I clienti di questo tipo di realtà sono consumatori fidelizzati con i quali instaurare un circuito virtuoso nell’ambito di una filiera corta: un valore aggiunto al biologico certificato, costituito dalla garanzia partecipata, di cui i clienti sono gli stessi controllori e garanti della qualità. «L’esperienza emiliana si è per ora conclusa per poter stare vicino alla mia famiglia e ai miei tre figli ancora adolescenti, ma mi piacerebbe, compatibilmente con gli impegni, dare continuità qui alle Fratte a questo stile di vita immersa nella natura e basata anche sull’autosostentamento alimentare», dice Giorgio, che aspira a una vita basata sulla decrescita e sulla riduzione del tempo lavorativo, per poter dar spazio a più tempo libero e di qualità, a contatto con la terra. Una vita da montanaro part-time, quella a cui Giorgio pensa, che potrebbe concretizzarsi a breve. «L’importante è cercare sempre di non rifiutare ciò che rappresentano i nostri sogni, sereni del fatto che non tutto andrà come vorremmo e consapevoli del fatto che gli ideali possono adattarsi a nuove dinamiche che la vita ci presenta di volta in volta». Mi sembra un buon atteggiamento, questo, maturo e sereno, di chi sa che la montagna è sempre lì ad aspettarci, ogniqualvolta sentiamo la necessità di avere la sua compagnia e costruire con lei e nel suo rispetto le nostre aspirazioni e i nostri progetti.
Michela Capra

Info: www.lefratte.com