Maria Anna Bertolino, Eppur si vive. Nuove pratiche del vivere e dell’abitare nelle Alpi occidentali, Meti Edizioni 2014. pp. 224, 16,50 euro
C’è chi parte dalle persone, chi studia i progetti innovativi e chi passa attraverso i rapporti tra città e montagna. Ma il fine è sempre lo stesso: cercare di raccontare le trasformazioni in atto nelle valli alpine del nostro paese fotografando le “nuove pratiche del vivere e dell’abitare”. Maria Anna Bertolino nel suo libro intitolato “Eppur si muove” parte dal recupero delle borgate.
Il libro si apre con le “macerie” lasciate sul territorio da una visione urbanocentrica che ha creato un sistema di sviluppo insensato e insostenibile. Anche in montagna. Fatto di capannoni e strutture in cemento armato completamente avulse dal territorio, che oggi giacciono sul territorio abbandonate. Mentre gli abitanti della montagna sono colpevoli di essersi “bevuti” le “immagini allogene” elaborate dall’immaginario cittadino, spesso rinnegando le proprie origini e quasi vissute come una vergogna.
A un certo punto però parte la “ribellione”, comincia a prendere forma una lenta trasformazione, maturata da un’evoluzione del pensiero ambientalista occidentale che matura in una visione di sviluppo sostenibile. Il montanaro, per nascita o per scelta, riprende coraggio e autostima, e il suo paesaggio diventa un patrimonio da cui ripartire per valorizzare i territori montani. Ripartendo dalle “rovine”, cioè dalle migliaia di borgate in pietra e legno, spesso cadenti e da recuperare, che però, a differenza delle “macerie”, raccontano di una storia passata, parlano di responsabilità e suggeriscono future prospettive.
E allora pubblico e privato si attrezzano per recuperare queste borgate in un’ottica sostenibile e per ridare un futuro alle montagne, come il “miracolo di Ostana”, in Valle Po, che Maria Anna Bertolino racconta in maniera dettagliata per descrivere la possibile “Nuova vita delle Alpi”.
Maurizio Dematteis