Erminio Ferrari, “Cielo di stelle. Robiei 15 febbraio 1966”. Casagrande, Bellinzona 2017, pp. 160, 18 euro
Erminio Ferrari è una delle migliori penne delle Alpi e la storia di questa inchiesta-romanzo è una delle più tristi. Nella notte tra il 15 e il 16 febbraio 1966, mentre sono in corso i lavori della galleria d’adduzione dell’impianto idroelettrico tra la valle Bedretto e la val Bavona, in Canton Ticino, quindici operai italiani e due pompieri di Locarno muoiono uccisi dai gas che ristagnano nel cunicolo. Il libro, pregevole esempio di narrazione investigativa, racconta una vicenda ormai passata nel dimenticatoio, tragica sintesi di criticità storiche molto vicine a noi, nel tempo e nello spazio. Si tratta dell’emigrazione italiana all’estero, dello sfruttamento della mano d’opera e del pesante tributo di vite richiesto dalle opere “sotterranee” per l’estrazione mineraria e per le perforazioni stradali e idroelettriche. I minatori intervistati e raccontati da Ferrari sono l’esempio estremo e struggente di un’epopea invisibile, la più assurda della storia alpina. Gente che fatica e muore nella pancia della montagna, mentre l’industria del turismo vende vette altissime e cieli liberi.
Enrico Camanni