«La Fondazione? Uno strumento potentissimo e trasversale per coordinare il lavoro di cinque province». Questa la risposta immediata di Marcella Morandini, neo eletta Segretario Generale dal Consiglio della Fondazione Dolomiti Unesco, che si appresta a guidare la “macchina organizzativa” dolomitica nei prossimi tre anni, dal 2014 al 2016. Laureata in Lettere a indirizzo Geografico presso l’Università degli Studi di Verona, attualmente funzionario internazionale presso il segretariato permanente della Convenzione delle Alpi, Marcella Morandini è una professionista dalla provata esperienza sulle tematiche montane e dal forte senso pratico. A partire dal titolo di Segretario, al maschile, che porterà per i prossimi tre anni: «Va bene il titolo di Segretario – spiega –, nessun problema. Una volta ho persino scritto al Ministro per sapere se è il caso o meno di tradurre le cariche al femminile. Mi ha risposto di fare sostanzialmente come credevo».

Nonostante non si sia ancora insediata, seguendo i lavori della Fondazione dall’esterno Marcella Morandini indica due piani su cui si potrà concentrare il suo futuro lavoro: «Cominceremo dal marketing territoriale e dal lavoro di coordinamento delle reti», spiega. «Partendo dalla questione del turismo sostenibile e della mobilità». Grazie allo studio, proprio sul turismo sostenibile nelle Dolomiti, che l’Eurac ha recentemente realizzato per conto della Fondazione. «Nel 2016 ci sarà la prossima visita dei valutatori dell’Unesco – spiega Morandini – e siccome nel 2011 la Fondazione si è impegnata a lavorare proprio sui temi del turismo e della strategia generale, dobbiamo arrivare pronti all’appuntamento». Perché come tutti sanno lo “status” di Patrimonio dell’Umanità non è “un’onorificenza a vita”, ma un’opportunità che, se non gestita adeguatamente, l’Unesco potrebbe sempre decidere di revocare. Tre anni, quindi, di intenso lavoro, con un calendario grosso modo già fissato. Al quale possono però aggiungersi aspetti specifici, che solo chi lavora a stretto contatto con il territorio può cogliere. «Abbiamo ad esempio molto da lavorare sul coinvolgimento del territorio – conclude Morandini – con un’attenzione particolare ai territori definiti deboli».
Maurizio Dematteis

Info: http://dolomitiunesco.info