Il Cammino Rosa Azzurro Verde che Dislivelli sta seguendo per i propri lettori è giunto alla seconda tappa. Si tratta di un trekking partito da Gressoney la Trinité che arriverà al Lago Maggiore unendo tre siti di ricerca e attraversando il geoparco Sesia Valgrande. Vi partecipano ricercatori italiani impegnati nelle Ricerche Ecologiche di Lungo Termine su ecosistemi (Rete LTER-Italia) e sulla biodiversità (LifeWatch) che percorrono assieme ai cittadini tre itinerari di divulgazione scientifica.

Nel pomeriggio di domenica 23 agosto Massimiliano Probo, esperto di vegetazione di alta quota, ha accompagnato il gruppo dal Col d’Olen verso Alagna per osservare la vegetazione delle vallette nivali e mostrare come viene ripristinata la vegetazione sulle piste da sci. La serata si è svolta al teatro di Alagna ed è stata condotta da Margherita Maggioni. Claudio Francione (Monterosa 2000) ha illustrato il piano di monitoraggio ambientale di lungo termine sugli effetti delle piste da sci sugli ambienti d’alta quota. Stefano Agnelli (Società Eutelsat) si occupa delle comunicazioni satellitari in zone montane remote e ha dimostrato al pubblico la possibilità di avere la banda larga con un investimento di circa 500 euro, anche oggetto di sussidi del Piano di Sviluppo Rurale. Sembra davvero “l’uovo di Colombo” dopo anni di investimenti sulle reti! Michele Cucchi, Guida Alpina di Alagna Valsesia, ha illustrato l’importanza del supporto delle Guide ai ricercatori mostrando foto di ambienti estremi in cui la professionalità delle Guide ha reso possibile l’attività dei ricercatori e degli amministratori locali. Qualche esempio? L’instabilità dei versanti alla miniera di Kreas di Alagna oppure le misurazioni condotte sull’Everest e sul K2!

Lunedì 24 agosto si fa il sopralluogo dove il torrente Olen confluisce nel Sesia. Marco Giardino e Chiara Leonoris ripercorrono insieme al pubblico i fatti dell’alluvione del 2003 e della valanga del 1986, insegnando a distinguere i massi che derivano da frane da quelli trasportati dalle valanghe. È recente lo studio dei boschi come protezione dal dissesto idrogeologico, con la tecnica di scavare una sezione del suolo per capire gli strati deposti dalle valanghe (approccio nordeuropeo).

alagna ok

Nonostante la pioggia che ci ha obbligati a rinunciare alla tappa al Colle di Mud, abbiamo visitato frazione Pedemonte dove sono siti il museo Walser e l’Oratorio di San Nicolao che ospita le opere dei fratelli Avondo. Raggiunta Rima nel pomeriggio, il gruppo ha visitato la gipsoteca dello scultore Della Vedova e la bottega del marmo artificiale. La giornata si è conclusa nella Chiesa di Rima con Michele Freppaz. Dopo i saluti del Sindaco, Pietro Bolongaro (Pro loco) ha espresso apprezzamento per l’iniziativa del Cammino e il suo stile moderno nell’approccio ai temi ambientali. Edoardo Dellarole, presidente del Geoparco, ha raccontato di come ha maturato l’idea di promuovere il Geoparco come strumento di sviluppo locale: ogni quattro anni il Geoparco viene valutato dagli ispettori internazionali dell’Unesco che spingono a continui investimenti. Alessandro Oggioni del CNR ha presentato la rete LTER e l’iniziativa Lifewatch: la prima mette in rete gli 85 siti italiani in cui si fa ricerca a lungo termine, la seconda esamina l’evoluzione della biodiversità in Europa attraverso un protocollo condiviso di raccolta dati. Marco Giardino ha illustrato il Geoparco Sesia Valgrande parlando della relazione tra geodiversità, biodiversità e cultura. In particolare, ci si è soffermati su una questione: come possono i ricercatori valorizzare il Geoparco? Occorre mettere a disposizione conoscenza, elaborazione e gestione. Giardino ha portato ad esempio le forme del monte Tagliaferro e le caratteristiche delle rocce montonate, ragionando con i climatologici per capire le cause dei cambiamenti avvenuti per prefigurare il futuro. Occorre ricostruire fenomeni avvenuti in migliaia di anni per capire la tendenza dei processi di cambiamento e per questo sono stati elaborati concetti per valorizzare il territorio: patrimonio, geodiversità, geomorfologia, paleogeografia. Grazie alla ricerca pluriennale, Silvano Sinigoi ha scoperto l’esistenza di un super vulcano che risale a 300 milioni di anni fa. Qui tra i 40 e i 35 milioni di anni fa è avvenuta la collisione tra due continenti: Paleoafrica e Paleoeuropa. Anche le cave da cui viene estratto il marmo di Candoglia del Duomo di Milano sono situate nel Geoparco. Questa geodiversità si ripercuote anche nella biodiversità della produzione agricola, in particolare nella viticoltura. Stefano Agnelli (Eutelsat) ha illustrato il progetto Saber per ridurre il digital divide: finanziato con fondi europei, ha trovato una buona applicazione in Francia tramite la distribuzione di voucher ai cittadini da parte dei Comuni. Una cosa simile è stata realizzata anche dalla Regione Piemonte che ha concesso contributi per l’installazione della parabola e del modem. Infine ha portato l’esempio della Val Camonica in Lombardia che ha fornito la banda larga a tutti i rifugi. Lorena Chiara ha parlato di Rima come di un paese di frontiera. Fondato dai coloni Walser, dal 1600 in poi è stato un paese di emigrazione ridotto in povertà: la sua popolazione era isolata dalla pianura e costretta a vivere delle scarse risorse dei boschi e dell’agricoltura. L’isolamento è durato per più di tre secoli. La manodopera era di qualità e nel corso dell’Ottocento sono nate in Europa imprese per la produzione del marmo artificiale, inventato proprio a Rima. Questa invenzione è riuscita a cambiare la condizione dei rimesi: Rima diventa il paese più ricco pro capite e con il più alto tasso di istruzione in montagna. Attorno al centro storico in stile Walser nascono chalet in stile mitteleuropeo e alpeggi moderni. Alberto Pedretti richiama il legame tra la geodiversità e il marmo artificiale. Questa tecnica ha avuto un secolo di grande sviluppo fino al 1920. La tecnica del marmo artificiale è stata oggetto di committenza in numerose città europee, tra cui Mosca e San Pietroburgo. La serata si è conclusa con la ninna nanna cantata in “titchu di Rima” da Giovanna Axerio.

Maria Cavallo Perin