Al centro Uomini e Lupi di Entracque, nel Parco Naturale delle Alpi Marittime, si può ascoltare, attraverso un suggestivo percorso interattivo, la storia vera del lupo Ligabue, rimesso in libertà sull’Appennino emiliano dopo essere stato guarito dalle ferite riportate a causa dell’investimento da parte di un’auto, e seguito passo passo nel suo percorso alla ricerca di un nuovo branco che l’ha portato in Valle Stura, quasi al confine con la Francia. Durante il suo viaggio di quasi 300 km, Ligabue ha dovuto attraversare strade, ferrovie e centri urbani, che separano i potenziali habitat della fauna selvatica, frammentandoli e riducendone il valore ecologico.

Il recupero della connettività ecologica su scala alpina è il tema portante del progetto europeo Econnect (parte del programma Spazio Alpino), i cui risultati finali sono stati presentati a Berchtesgaden, in Baviera, lo scorso 28 settembre. Il progetto ha coinvolto sedici partner e sette aree pilota – tra cui proprio il Parco delle Alpi Marittime – nelle quali sono stati messi in atto progetti di superamento non solo delle barriere ecologiche, che separano gli habitat, ma anche di quelle legali, che impediscono un’efficace cooperazione transfrontaliera, la cui importanza è perfino superflua da sottolineare, parlando di ambienti naturali che chiaramente non conoscono i confini dell’uomo.
«A queste ci siamo accorti che bisogna aggiungere le barriere culturali, – spiega Mauro Belardi di WWF Italia, partner responsabile della comunicazione del progetto – che, insieme a strategie comunicative di vecchio stampo, sempre meno efficaci, rendono difficile trasmettere la reale importanza della connettività ecologica. Con Econnect abbiamo provato a superare queste barriere, attraverso attività innovative come un contest fotografico, realizzato con il supporto del Centro Forma di Milano e dell’agenzia Contrasto, nel quale si chiedeva a giovani fotografi di rappresentare la connettività ecologica, o la sua assenza, con risultati molto interessanti». Le fotografie che hanno partecipato al concorso si possono vedere all’indirizzo http://www.flickr.com/groups/econnect/
Tra i risultati più interessanti di Econnect presentati in Baviera, la nascita di JECAMI (Joint Ecological Continuum Analysis and Mapping Initiative), una piattaforma web per lo scambio di dati e cartografia internazionali utili per lavorare sulla connettività degli habitat, e l’elaborazione di cinque raccomandazioni rivolte al mondo della politica, dal quale devono provenire gli sforzi maggiori per tutelare gli ecosistemi alpini:
– valorizzare la connettività ecologica per la società e l’economia alpine;
– istituire un quadro di riferimento legislativo per mettere in pratica misure per la connettività ecologica a diverse scale;
– integrare il concetto di connettività ecologica negli strumenti di pianificazione a tutte le scale, secondo un approccio inter-disciplinare;
– mettere in grado chi gestisce le aree protette di svolgere un ruolo attivo nella gestione delle reti ecologiche locali e regionali, sostenendo la partecipazione dei principali portatori di interesse;
– rendere disponibili i dati raccolti con fondi pubblici, attraverso un sistema di gestione europeo (o almeno pan-alpino).
Per concludere è importante sottolineare come nella documentazione finale del progetto si faccia più volte riferimento alla Convenzione dei Carpazi: l’effettiva applicazione e collaborazione con la Convenzione delle Alpi porterebbe alla creazione di un’unica area montana d’azione politica, che si estende quasi ininterrottamente dalla Francia alla Romania. A proposito di connettività.
Giacomo Pettenati

Info: www.econnectproject.eu