Negli ultimi decenni l’alta Valle Po ha sicuramente rappresentato un interessante laboratorio di sperimentazione di architettura alpina. Nello specifico, la rinascita – anche architettonica – dell’abitato di Ostana e delle sue frazioni con gli interventi di Maurino e del Politecnico di Torino hanno rappresentato uno dei casi più interessanti dell’intero arco alpino occidentale. L’intervento di Sanfront per certi versi si inserisce in questo filone di reinvenzione dell’architettura montana locale, applicandolo a un edificio sicuramente non ordinario.
La Canonica è un edificio di metà Ottocento che fin dalla sua edificazione ha rappresentato un’eccezionalità nel piccolo panorama della cittadina della Val Po, vuoi per i riferimenti aulici (lo scalone in pietra, le sale con le volte affrescate) vuoi per le notevole dimensioni (tre piani fuori terra per un totale di 1500 mq di superficie calpestabile). Eccezionalità, dimensioni e un programma funzionale in continuo cambiamento (da edificio di rappresentanza a oratorio, da spazio didattico a bar/sala biliardo) l’hanno reso nel tempo un edificio di difficile gestione, portandolo ad una progressiva fatiscenza. Nel 2008 – anno in cui la parrocchia decide di trasformare la canonica in casa parrocchiale dell’intera Valle – l’edificio si presenta trascurato, con molte superfetazioni ed interventi incongrui, planimetricamente frammentato e non più a norma.
L’intervento di recupero ha quindi agito da un lato sulla ridefinizione del layout funzionale, dall’altro sulle caratteristiche architettoniche dell’edificio.

Il piano terra è stato reso completamente aperto al pubblico attraverso nuovi spazi per la catechesi e l’oratorio; il piano primo è stato trasformato in una serie di bilocali organizzati attorno ad uno spazio collettivo centrale – il vecchio salone aulico affrescato dall’ottocentesco pittore locale Netu Borgna – mentre il piano secondo ospita l’archivio storico e gli spazi per una futura foresteria.
Servizi sanitari e un ascensore interno hanno finalmente reso fruibile e accessibile l’edificio in tutte le sue parti mentre una nuova scala – inizialmente necessaria per ragioni di sicurezza – è divenuta un elemento fortemente iconico attraverso l’uso di un rivestimento in legno ed il mascheramento delle aperture con brise-soleil.
Inizialmente, il restauro della Canonica di Sanfront doveva rappresentare il primo lotto di un più articolato progetto di trasformazione dell’intero complesso parrocchiale coinvolgendo anche il salone parrocchiale (da raddoppiare) e i diversi spazi aperti circostanti (il vecchio orto, la Corte dei giochi e la piazza della Chiesa). Come tutti i progetti complessi, anche questo ha avuto alcuni problemi nel suo sviluppo, tali che nel breve termine sarà difficile vederne la conclusione in tutte le sue parti. Resta tuttavia un intervento interessante sotto molti punti di vista, capace far dialogare il nuovo con la preesisenza, senza scadere nella purtroppo abusata retorica del mimetismo.
Roberto Dini

Committenza: Parrocchia di Sanfront (CN)
Cronologia: 2008-2012
Progetto Architettonico: arch. M. Barbieri, arch. D. De Gaspari, arch. M. Giusiano, arch. P. Mana.
Computi e Contratti: geom. M. Bellino Roci, P. Canavese,
Coordinamento e Direzione Lavori: geom. U. Borsetti
Coordinamento Sicurezza: geom. V. Ferrero
Strutture: ing. S. Rancurello
Impianti: ing. C. Fascioli, per. Ind. W. Vallome