Spesso i giovani che vivono nelle terre alte e che intendono spendere le proprie competenze professionali in montagna percepiscono il loro contesto di vita come un ambito meno denso di opportunità, apparentemente più rarefatto, in cui l’offerta di occasioni è limitata rispetto a quella dei loro coetanei che risiedono nelle grandi città; se per alcuni settori professionali la possibilità è dettata da stringenti esigenze, come ad esempio la vicinanza al luogo di lavoro o la spendibilità delle proprie competenze in settori specifici, in molti casi i giovani si trovano di fronte ad una scelta: avvicinarsi agli skyline urbani o tentare qualcosa di nuovo vicino a casa.
Proprio questa seconda opzione, talvolta avvallata da una scelta di vita, ha dato inizio a interessanti percorsi che di frequente maturano in esperienze collettive, associazioni o cooperative, in grado di attrarre portatori di capacità multidisciplinari e innovative e contribuendo, oltre che al mantenimento delle competenze professionali sul territorio, ad accrescerne la competitività offrendo uno sguardo differente con cui i giovani vedono e vivono i luoghi di montagna.
Tra le tante esperienze, quella dell’associazione Isoipse è una realtà di successo che si presenta come “un gruppo di facce giovani e teste frizzanti, una squadra di professionisti vari che vogliono dedicarsi allo sviluppo e alla promozione del territorio montano dolomitico, senza però per questo dover rinunciare alle proprie ambizioni lavorative”.

Isoipse nasce nel 2014 dal desiderio di 15 giovani di unire le proprie competenze in ambito antropologico, sociologico, ambientale, economico e dei nuovi media per promuovere la conoscenza e lo sviluppo del territorio. Il macro obiettivo che l’Associazione si è da subito posta è contribuire allo sviluppo della montagna, creando le condizioni di vita per gli abitanti, in particolare i giovani che scelgono di rimanervi, e credendo nelle potenzialità di questo territorio. Fin da subito è emersa la necessità di unire diverse professioni all’interno dell’Associazione (antropologi, sociologi, geografi, architetti, giornalisti, esperti della comunicazione, animatori territoriali, manager della cultura, operatori didattici, grafici) per realizzare progetti collettivi e multidisciplinari. A questo si è aggiunto un buon collante di amicizia e stima reciproca che ha consolidato i rapporti di lavoro tra i soci e che dopo 8 anni rappresenta ancora una delle maggiori garanzie. I giovani che fin dall’inizio si sono avvicinati a Isoipse offrivano percorsi e motivazioni diverse: alcuni soci hanno fatto esperienze lavorative all’estero o altrove in Italia e hanno scelto di tornare; altri hanno già un lavoro avviato (talvolta anche distante dal luogo d’origine) e desiderano investire il loro tempo libero in progettualità per il loro territorio.
Ma cosa ha mosso un gruppo di giovani a formalizzare un’associazione che si occupa dei temi di montagna è direttamente una delle fondatrici a raccontarlo, Valentina De Marchi: “Il territorio in cui si diffonde l’energica progettualità di ISOIPSE è prevalentemente montano: la Val Belluna e le Dolomiti, ampliandosi poi negli anni successivi all’area montana friulana. L’Associazione nasce in un contesto proprio come reazione all’idea diffusa che, dopo laureati, per esercitare ambiziosamente la propria professione, fosse necessario trasferirsi nelle principali città italiane o all’estero. Isoipse fin dal suo esordio vuole essere una soluzione per realizzare progetti in cui i soci credono e per cui si appassionano, progetti capaci di mettere in gioco le competenze di ciascuno, unendosi attorno ad un macro-obiettivo condiviso: trasmettere il valore e l’unicità del territorio e contribuire al suo sviluppo sostenibile. Il legame con la montagna si palesa già dal nome. Nelle carte geografiche le isoipse o curve di livello formano una rete grafica che avvolge tutto un territorio: lo ritraggono, lo descrivono e lo raccontano, fornendo informazioni utili in particolare a chi deve orientarsi in montagna. Come le isoipse delle mappe, l’Associazione vuole aderire alla morfologia del territorio, rappresentarne la sua tridimensionalità, e metaforicamente conoscere dettagliatamente il suo tessuto sociale, raccontarlo e farlo conoscere, connetterlo e fornire strumenti per orientarsi al suo interno. La montagna è in primo luogo il contesto di vita o delle radici di gran parte dei soci. È oggettivamente un contesto di lavoro estremamente ricco e stimolante: con il suo patrimonio diffuso e diversificato, con le sue grandi polarizzazioni interne e le sue strutturali fragilità diventa luogo privilegiato dove svolgere progetti mirati alla valorizzazione del territorio e allo sviluppo sostenibile.”
A distanza di qualche anno, e di progetti e collaborazioni a specifici progetti, oggi l’associazione opera in modo strutturato nel campo della didattica museale, con l’obiettivo di creare continuità tra il patrimonio dei musei, il territorio, la comunità, le aziende e gli enti locali che compongono il tessuto economico e sociale. Nel 2019 Isoipse diventa Associazione – Impresa Sociale, trovando una forma giuridica che, grazie alla recente riforma degli Enti del Terzo Settore, le si cuce addosso nel modo migliore. Nel 2022 ISOIPSE apre una nuova sede operativa nella montagna friulana (nel comune di Ovaro, in Carnia) dove da qualche anno opera in maniera sempre più presente. Alcuni dei progetti più rilevanti che hanno costituito l’identità dell’associazione sono stati Il Dolomites UNESCO LabFest, un Festival itinerante, tematico e multidisciplinare pensato per far incontrare le genti che abitano le Dolomiti, e L’Altra Montagna. Le Dolomiti del Silenzio, un progetto di comunicazione turistica partecipata per creare insieme alle comunità messaggi promozionali aderenti alle sensibilità e alle scale di valori locali.
Ma come si sono evolute le professioni potendo partecipare ai progetti di Isoipse?
“Sicuramente si è rafforzata una conoscenza dei contesti montani anche grazie ad esperienze comparative, in particolare tra Veneto e Friuli Venezia Giulia e in tutti i territori dolomitici. Isoipse ha reso possibile realizzare progetti (e talvolta sogni) che altrimenti il singolo non avrebbe mai potuto realizzare. La dimensione collettiva e collaborativa ha permesso di impollinarsi tra vari professionisti e crescere insieme”.
Quali capacità e sensibilità sono state sviluppate a lavorare a contatto con la montagna?
“L’attenzione alle micro storie e alle specificità locali, l’importanza della partecipazione, la ricchezza degli incontri (es. intergenerazionali, tra centro e periferia, turisti e locali) per abbattere distanze e immaginari saturi”.
Erwin Durbiano