Marzia Verona, Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora. Storie di animali, allevatori e montagna, L’Artistica Editrice, Savigliano 2009.

Marzia Verona, dopo aver pubblicato Vita d’alpeggio (2006, Blu Edizioni) e Dove vai pastore?  (2006, Priuli & Verlucca), approda alla sua prima esperienza “narrativa”. Devo dire che da occasionale frequentatore del suo assai visitato blog (http://pascolovagante.splinder.com), vero “diario” di vita pastorale, sono sempre stato stimolato dai suoi testi appassionati. Un mio amico e collega, anch’egli docente di zootecnica all’Università di Milano che si occupa con particolare fervore di allevamenti alpini e dei problemi connessi, mi ha recentemente confidato che il suo sito, seppure assai frequentato, è ancora “molto” distante dal numero di accessi giornalieri e dall’audience telematica del blog di Marzia…
È vero, un giorno le suggerii di provare a mettere in forma di “novella” le tante storie raccontate nel suo blog. L’autrice lo scrive all’inizio del libro ed è responsabilità che accetto ben volentieri perché lei vi è pienamente riuscita. Nei trenta racconti del volume, con taglio sapiente e anche “formativo” (credo proprio che consiglierò questa lettura ai miei studenti del Corso Interfacoltà di Scienze e Cultura delle Alpi) narra di vicende d’alpeggio e transumanze,  di storie di animali e pastori. Prima di tutto, però, vengono gli animali, trattati da veri protagonisti: sono pecore, asini, vacche, capre, lupi, cani e poi, c’è l’uomo “allevatore”. Egli, rispettandone le esigenze, assicura i quotidiani fabbisogni “etologici” (oggi diremo l’animal welfare) e ne comprende, quasi sempre, il linguaggio. “Quasi sempre” perché ogni tanto l’animale si comporta in modo inatteso, assume una sua indipendenza e personalità: si pensi alla pecora che preferisce stare con la mandria delle vacche, all’asino straordinariamente “intelligente” che accompagna lealmente il suo vecchio padrone, ma anche alla vacca “alpinista”, di “sana” razza locale, e a quella grama: aggressiva sì, ma per proteggere la propria prole.
L’autrice, in parte, si ispira a fatti veri, anche vissuti, altrimenti immagina la vicenda, ma senza allontanarsi troppo da una realtà che conosce molto bene. Già si è detto che in un certo senso il libro ci racconta come sui pascoli alpini si possano vivere vere e proprie esperienze educative, per tutte le età, grazie alla vita degli animali e al piccolo-grande mondo dell’allevamento di montagna. Questo avviene grazie alla sapienza e cultura di “pastori” che “traducono” a turisti o passanti, quasi sempre non in grado di leggere quello che sta avvenendo, i quadri che è possibile osservare: dagli istanti iniziali della vita (gli agnelli quando nascono sono gialli) alla morte (la vitella che muore di polmonite), anche cruenta (come nel caso della predazione del lupo), dagli eventi poetici a quelli gioiosi e tristi dell’alpe.
Le immagini degli animali descritti nelle pagine possono, a tratti, farci tornare alla mente certe favole di Fedro: la capra “intelligente”, il cane “fedele” anzi “fedelissimo”, l’asino “saggio”, la pecora “avventurosa”, ma evocano anche moderni film d’animazione (pecore “salterine”, vacche “felici” e perfino un toro che balla).
D’altronde, in questo mondo pastorale, dice l’autrice, proprio grazie a quanto avviene secondo i ritmi cadenzati dalla natura, «non c’è bisogno di ricorrere alla fantasia per raccontare una fiaba».
Luca Battaglini

Il libro è in vendita on-line e nelle libreria segnalate al seguente indirizzo: asinipecore.blogspot.com