L’istituzione di un nuovo Parco porta ad immaginare questo come un veicolo di eccellenza, d’integrità, di protezione e tutela, ma oggi non basta. E’ necessario rinnovare il concetto di Parco dando forte importanza alla valorizzazione e alla promozione del territorio e della sua popolazione, in chiave più strettamente economica. Creata questa formula di sostenibilità, occorre curarne l’immagine: individuare un simbolo, una caratteristica che esalti l’essenza del Parco stesso, farla riconoscibile e attraente, renderla immediata, unica e facile da memorizzare.
Nel nostro caso, il Monviso è lì, svetta fra le cime della catena di monti che abbraccia le province di Cuneo e Torino. E’ la seconda immagine associata alla Mole, spesso la affianca, ed è impossibile non individuare il “dente” da tanta parte del territorio. E’ un Logo “vivente”, impossibile non notarlo. E’ conosciuto a livello internazionale, è uno dei “quattromila” che gli alpinisti risalgono più volte durante la vita, la sua silhouette attira numerosi avventori da tutto l’arco dell’anno. Dal punto di vista dell’immagine, se c’è insomma un punto su cui focalizzare l’attenzione, questo è proprio il nostro bel “Viso”.
Ma la formula di sostenibilità che circonda l’immagine è fondamentale. La gestione del marchio (o Brand Management) deve essere mirata ad avviare un volano di informazione, attrazione e soprattutto generazione di ricavi, diretti e indiretti, per sostenerne l’impianto amministrativo e al contempo valorizzare il territorio e chi vi abita, ma soprattutto vi lavora. Per giustificare la propria esistenza, un Parco oggi deve forzatamente puntare a sostenersi il più possibile in modo autonomo. Finanziamenti e incentivi pubblici hanno subito rilevanti “tagli” dal 2010 in poi e quindi un Ente Parco deve oggi pensare come un’azienda, aspirando in primis alla qualità del “prodotto” e alla tutela dei “lavoratori” del territorio in cui si muove. Il “prodotto” sono le eccellenze del turismo sostenibile, dell’agricoltura e dell’allevamento, dell’enogastronomia, dell’artigianato; i “lavoratori” sono gli abitanti, le imprese e le associazioni che nel territorio del Parco producono ricavi, che sul territorio del parco stesso promuovono l’immagine.
Se il territorio funziona, se le aziende e gli abitanti producono, è sicuramente più facile ottenere che parte dei ricavi vengano destinati alla sostenibilità e allo sviluppo delle iniziative del Parco stesso. Questo ovviamente prevede un corretto bilanciamento nella suddivisione del territorio in funzione del grado di protezione (riserva integrale, riserve generali orientate, aree di protezione e aree di promozione economica e sociale) come previsto dalla legge quadro sulle aree protette (Legge quadro aree protette 394/91. Legge 6 dicembre 1991, n. 394 Supplemento Ordinario G.U.R.I 13 dicembre 1991, n. 292.). Si rende dunque necessario favorire gli aspetti di promozione economica e sociale senza venire meno alla filosofia di tutela e protezione per le quali i parchi sono stati concepiti. Una corretta gestione del Brand è ottenibile mediante attività di valorizzazione della tradizione, di sostegno e promozione delle eccellenze e tipicità del territorio veicolando al contempo l’attrattività e la riconoscibilità dell’immagine (un esempio su tutti il “Marchio Collettivo di Qualità” del Parco Nazionale Gran Paradiso). Al contempo, la promozione di iniziative, eventi e manifestazioni sul territorio sotto il Brand del Parco imprime un valore di unione, di omogeneità e di organizzazione oltre che una maggiore risonanza a livello nazionale e internazionale.
L’esposizione infine del Brand Parco in occasione di iniziative di progettualità innovativa, individua una specifica identità e immagine, permettendo di veicolare con maggiore efficacia i finanziamenti a favore degli enti locali, delle aziende e di tutti i componenti la filiera. Tutte queste pratiche devono infine essere veicolate, a fianco di tutte le evidenze di gestione del Parco, in direzione di interlocutori giusti, nei modi e nei tempi opportuni. L’uso di indicatori quantitativi e qualitativi chiari, l‘analisi dettagliata degli strumenti utilizzati, dei costi e dei ricavi generati, il coinvolgimento a livello di popolazione e di attori di filiera relativi possono poi trovare una corretta esposizione in strumenti come il “Bilancio di Sostenibilità”, strumento di recente introduzione e indicabile come “best practice” in ottica di verifica ed esposizione del complesso di attività del Parco, in cui la gestione appropriata del Brand riveste un ruolo fondamentale.
Fulvio D. Marchetti e Ilaria Franceschini Beghini
*Brand managers Sweet Mountains