Parlando di sistemi montani si parte sovente dal tema del turismo, come se questo possa rappresentare di per sé una soluzione a ogni problema economico. In realtà il vero punto di partenza per gli abitanti delle comunità deve essere quello di iniziare a vivere il proprio territorio in modo diverso, più coinvolgente, sentendosi protagonisti attivi, creatori e gestori del proprio presente e prima di tutto orgogliosi di viverci tenendo conto della storia, delle capacità e delle competenze personali. Qualità e biodiversità si devono intrecciate con la storia e la cultura locale per diventare patrimonio delle comunità locali da tutelare, da difendere, da potenziare, da studiare, da comunicare, decidendo insieme come poterle utilizzare e valorizzare. Solo successivamente tutto questo potrà diventare attrattiva turistica.

Bisogna pensare alle esigenze di chi abita le valli, nell’ottica di creare servizi per gli abitanti che si occupano di tenerle in vita, soprattutto attraverso le attività agro-silvo-pastorali che vanno viste come elementi fondamentali per la valorizzazione, la gestione e il mantenimento del territorio, oltre che del reddito. Queste determinano la qualità della vita di chi abita e di conseguenza delle attività turistico-ricreative. Gli elementi per poter avviare questo processo sono due: la multisettorialità (cioè il mettere in relazione i settori quali agricoltura, artigianato, turismo, ma anche i servizi sociali e socio assistenziali, con lo scopo di sviluppare politiche di sostenibilità), e la programmazione partecipata (cioè il coinvolgimento degli abitanti nella programmazione, nello sviluppo e nella gestione delle politiche del territorio con l’obbiettivo di far prendere coscienza dell’importanza delle proprie risorse ambientali e tutelarle, imparando a trasformarle in attività economiche sostenibili). Infine oggi bisogna tener conto dei cambiamenti climatici che stanno riducendo le risorse idriche delle comunità locali, e dell’aumento dei rischi di dissesto idrogeologico. Questo obbliga necessariamente a rivedere le politiche del turismo.

Proprio in questi termini stiamo cercando di portare avanti un progetto sulle Alpi Orobiche che consta di sei obiettivi: infondere passione, conoscenze e amore per la propria terra; promuovere i criteri di sostenibilità; lavorare su progettualità e azioni multisettoriali; promuovere la formazione e l’informazione; realizzare unione e rete attraverso l’educazione alla montanità. Tutto questo attraverso la creazione di gruppi nelle comunità locali che aiutino a far capire alla popolazione quanto l’accoglienza non derivi solo dalla presenza o meno di infrastrutture adeguate, ma anche dalla percezione che si ha osservando il paesaggio, parlando con le persone del posto, facendo esperienze che permettano di conoscere la storia e la cultura in maniera diretta.
In definitiva il nostro progetto di sviluppo vede al centro la tutela e il potenziamento ecologico e la sostenibile della montagna e dei suoi abitanti, partendo dalla storia e dalla cultura locale, per creare la realtà di oggi, sviluppando le condizioni che permettano di vivere e lavorare in montagna in un equilibrio in cui l’uomo stesso è un tassello del sistema in grado di migliorare e conservare gli elementi che lo circondano. E allora anche il turismo potrà rappresentare una tappa, un elemento complementare di un percorso più complesso e più ampio, che a monte vede la valorizzazione degli uomini, del loro lavoro e dell’ambiente attraverso percorsi sostenibili di studio e formazione.
Luciano Guazzi

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Per maggiori informazioni: info@lucianoguazzi.com