Claudio Gasparotti, “Il sentiero. Legno, pietra, acqua e poi ferro”, La Quadra 2021, 180 pp., 13 euro

Una strada che sale dal fondovalle boscoso, si inerpica lungo le pendici della montagna, da latifoglio ad aghifoglio, diventa mulattiera e poi si fa sentiero tra le praterie, passa oltre le morene glaciali, su fino al passo alpino, al valico, il luogo simbolico della comunicazione e dell’incontro.
Claudio Gasparotti nel suo libro “Il sentiero. Legno, pietra, acqua e poi ferro”, prende per mano il lettore e lo conduce tra le pagine attraverso la raccolta dei sui scritti, descrivendo un percorso ideale di osservazione del paesaggio montano lungo i sentieri, comparando i luoghi e raccontandone la storia, con l’aiuto di una serie di fotografie. Andar per sentieri diventa l’occasione per osservare il paesaggio e spaziare tra botanica, geologia, antropologia, architettura; diventa lo stimolo per ragionare sullo sfruttamento delle risorse montane. Con un filo di tristezza che scorre lungo i capitoli per un ambiente che va trasformandosi sempre più velocemente per via dei cambiamenti climatici. Perché, come sostiene l’autore, “la montagna è un racconto mai finito di situazioni sempre diverse che si annodano le une alle altre tessendo una tela con trama e ordito di diverso spessore. Un filo che di anno in anno senti sempre più liso, precario come le nostre certezze”.