E’ innegabile che un censimento della rete sentieristica sia oggi uno strumento indispensabile alla pianificazione e alla razionalizzazione degli interventi di promozione del turismo dolce finalizzata al sostegno delle economie locali. In Italia, su Alpi e Appennini, i sentieri montani non mancano, anche se non sempre vengono mantenuti e valorizzati a dovere. Eppure esiste, grazie a un accordo tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) e il Cai, uno strumento per renderli fruibili e valorizzarli. Si tratta di un protocollo d’intesa siglato nel 2015 da Mibact e Cai, per la realizzazione per l’appunto di un Catasto nazionale dei sentieri, in cui devono confluire e armonizzarsi i singoli catasti regionali, oggi in corso di costituzione, con non pochi problemi di omogeneizzazione.
Per quanto riguarda la Regione Piemonte, ad esempio, con la legge n.12 del 2010, tra le prime in Italia, ci si è dotati di uno strumento volto al recupero e alla valorizzazione del “patrimonio escursionistico”, costituito dall’insieme dei sentieri, delle vie ferrate e dei siti di arrampicata. Comuni, Unioni di Comuni e enti di gestione delle Aree protette censiscono i sentieri e parallelamente segnalano gli interventi di recupero, miglioramento e valorizzazione del patrimonio locale, che vengono successivamente sottoposti al vaglio delle Consulte provinciali.
I pareri delle Consulte provinciali vengono successivamente raccolti dalla Consulta Regionale, organo nominato dalla Giunta Regionale, che è un organo propositivo, chiamato a esprimere parere in merito all’inserimento nella rete regionale delle proposte di nuovi percorsi accatastati dagli enti territoriali.
La Regione Piemonte quindi, preso atto del parere della Consulta Regionale, espresso attraverso le informazioni fornite dalle Consulte provinciali maturate sulla base delle segnalazioni di comuni, unioni di Comuni e enti di gestione delle aree protette, predispone il Piano biennale degli interventi sulla rete regionale.
Gli interventi di recupero, manutenzione, posa in opera e progettazione della segnaletica dei sentieri sono di competenza dei Comuni, che possono conferire delega in proposito alle forme associative cui appartengono e stipulare convenzioni per la loro realizzazione con associazioni o soggetti di promozione sociale locali. E’ da sottolineare il fatto che, al fine di uniformare la segnaletica escursionistica, fin dal 2002 le regioni italiane hanno adottato le norme proposte dal Cai nazionale.
Ma tornando al caso piemontese, il Catasto regionale del patrimonio escursionistico, istituito nel 2009, consta in un database che raccoglie i dati identificativi di ciascun percorso (inizio, fine, sviluppo, quote) collegato al Gis (Geographic informatic system) che permette di visualizzare e rendere pubblici i dati raccolti. Al fine di garantire la qualità e l’uniformità delle informazioni raccolte all’interno del database, la Regione Piemonte ha istituito, in collaborazione con l’Istituto per le piante da legno e l’ambiente (Ipla), corsi di formazione per operatori qualificati nelle operazioni di rilevamento, chiamati a censire i sentieri mediante strumenti Gps segnalando per ogni percorso i punti notevoli (culturali, storici, religiosi), gli elementi morfologici rilevanti e le strutture recettive di appoggio.
La rete sentieristica piemontese si stima che abbia uno sviluppo di 16.000 chilometri: una sfida ambiziosa per gli operatori chiamati a realizzarne il censimento. A distanza di nove anni dall’istituzione del Catasto regionale del patrimonio escursionistico, il bilancio sul suo grado di attuazione fornisce riscontri disomogenei, secondo le zone di volta in volta prese in esame. A realtà locali che possono vantare risultati positivi si affiancano zone in cui sono evidenti ritardi e disfunzioni. Molto dipende dalla sensibilità e dall’interesse in materia da parte delle singole amministrazioni locali, nonché dalla maggiore o minore loro convinzione che scelte così orientate possano contribuire a una reale promozione turistica dei territori e alle conseguenti implicazioni di indirizzo politico a esse connesse.
Inoltre, per gli interventi di manutenzione, per la realizzazione pratica dei percorsi, per la posa della segnaletica e per tutte le attività pratiche legate alla sentieristica è determinante il ruolo svolto dalle associazioni territoriali, coinvolte in base a competenze consolidate e responsabilizzate attraverso convenzioni. Referenti storici in questa operazione di censimento e valorizzazione della rete sentieristica piemontese sono il Cai regionale e le sue sezioni, affiancate in diversi casi dai gruppi Associazione nazionale alpini (Ana) e Corpo volontari antincendi boschivi del Piemonte (Aib).
Capita spesso che siano proprio queste e altre realtà associative, fortemente radicate sul territorio, a giocare un ruolo di sensibilizzazione e supporto nel motivare la parte pubblica ad attivare le azioni che le competono. Lo prova il fatto che i territori dove il censimento e la valorizzazione dei sentieri è in fase più avanzata sono proprio quelli in cui si è concretizzata la sinergia positive tra amministrazioni locali e mondo dell’associazionismo e del volontariato.
Livio Lussiana
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