È stata da poco realizzata dalla Regione Valle d’Aosta – su iniziativa del consorzio di miglioramento fondiario del comune di Issime, nella valle del Lys – una monorotaia per il collegamento di alcuni mayen nell’incontaminato vallone di Laval.
La nuova struttura – fortemente voluta dagli abitanti che ancora vi hanno dimora – permetterà di tenere in vita la borgata, altrimenti condannata a un isolamento forzato, agevolando il trasporto del materiale e dell’attrezzatura necessaria al mantenimento delle proprietà agricole e del territorio. La struttura – un binario sostenuto da una serie di pilastrini in acciaio – permette a un vagoncino dotato di motore a scoppio di traghettare merci e persone su e giù lungo il pendio (per un dislivello di poco più di 500 metri e per 1,5 km di sviluppo). Si tratta di una soluzione poco invasiva se si tiene conto che il tutto è completamente rimovibile.
Aspetto singolare è che il progetto è nato ed è stato promosso nello stesso comune in cui poco tempo fa – nel vicino vallone di San Grato – si balenava l’ipotesi della realizzazione di una nuova strada poderale, il cui progetto non ha però superato la valutazione di impatto ambientale.
Al di là delle considerazioni di natura tecnica, vale la pena sottolineare come la monorotaia sia un modo efficiente per ovviare alle problematiche della mobilità e del collegamento con le borgate e gli alpeggi non ancora raggiunti dalle strade, preservando le particolarità paesaggistiche delle valli e incentivando eventuali attività che possono ripopolare queste aree. La scelta, a uno sguardo più approfondito, può diventare cruciale nella prospettiva di puntare ad una valorizzazione del territorio attenta alle particolarità ambientali e culturali locali, magari basata su attività in grado di coniugare pratiche agricole e turismo.
L’esempio virtuoso del Vallone di Laval potrebbe dunque essere un modello per quelle realtà che in Valle d’Aosta o altrove (per l’appunto nel vicino Vallone di San Grato oppure a Cheneil o nel Vallone del Comboé) sono in procinto di scegliere tra la via di una valorizzazione rispettosa del territorio o l’anacronistica decisione di realizzare l’ennesima strada poderale.
Roberto Dini