“Per i miracoli bisogna pregare, per il cambiamento bisogna darsi da fare”. Con questa citazione di Tommaso d’Aquino, la Sindaca di Ruggell (Liechtenstein) Maria Kaiser-Eberle ha aperto il convegno annuale della Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi – Cipra . Convegno dal titolo “Agire per cambiare! Dai buoni propositi alla realtà” che voleva essere la naturale prosecuzione della passata edizione dedicata alle soluzioni creative per vivere bene nelle Alpi.
Perché viene auspicato un cambiamento? Perché il cambiamento è talvolta così difficile da ottenere e viene osteggiato? Sostenibilità ambientale implica cambiamento, sia a livello individuale che a livello di società. Inoltre per risolvere i problemi di oggi e di domani non si possono adottare gli stessi metodi che si usavano fino a ieri! Il consumo di materie prime, l’emissione di gas climalteranti non possono continuare con i ritmi attuali. Abbiamo raggiunto l’overshoot day, ossia il giorno in cui si è consumato il budget di natura disponibile per l’intero anno, già il 13 agosto a livello mondiale, mentre molti dei paesi alpini, come il resto del mondo occidentale, lo hanno raggiunto già ad aprile/maggio. Per fare fronte a questi problemi occorre cambiare gli stili di vita. La psicologa sociale e ambientale Annette Jenny ha spiegato come fattori culturali e sociali abbiano contribuito a generare l’aumento dei consumi e il modello economico basato sulla crescita continua. Ma ha anche evidenziato come attraverso una serie di motivazioni si possa costruire una catena del volere-potere-fare, condizione affinché delle persone tengano un determinato comportamento (rispettoso dell’ambiente) anziché un altro (non rispettoso).
Alcuni dei ragazzi partecipanti al progetto Youth Alpine Express hanno raccontato le difficoltà incontrate nello spostarsi con mezzi di trasporto a basse emissioni, mettendo in evidenza alcune contraddizioni della società attuale come la soppressione di treni e la contemporanea promozione di voli low cost.
La necessità di cambiare atteggiamento (e mentalità) è emersa dal dibattito sulle nuove vie per la tutela dell’ambiente. Duccio Berzi, esperto in mitigazione del conflitto tra fauna selvatica e attività antropiche, ha messo in evidenza come in un territorio quale quello alpino, non abituato alla presenza di predatori, la quasi improvvisa comparsa del lupo abbia creato molti più problemi che in regioni quali l’Abruzzo dove il predatore non è mai scomparso e dove l’uomo è abituato a convivere. Per questa ragione nelle Alpi occorre innanzitutto agire e informare, aiutare a prevenire andando anche a modificare metodi di lavoro, evitando atteggiamenti isterici, interventi inappropriati e che la strumentalizzazione politica giochi su paure ataviche.
Dal convegno è emerso che perché il cambiamento possa verificarsi sono sì necessari cambiamenti culturali nei singoli, ma non si può prescindere dalle condizioni al contorno (leggi, regolamenti, incentivi e disincentivi economici) per avviare e accompagnare il cambiamento. E qui è la politica chiamata in causa. Sono i decisori politici che devono supportare le iniziative emergenti della società civile. La Cipra chiede quindi ai politici e agli amministratori delle Alpi di impegnarsi ad adattare il quadro giuridico e attivare gli strumenti finanziari per consentire i necessari cambiamenti a favore di uno sviluppo sostenibile per questo territorio.
Francesco Pastorelli
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