Se un tempo era lo sci, elegante e affusolato, ad affrontare in salita oppure in discesa i pendii innevati delle nostre montagne, da qualche anno le ciaspole hanno invaso i profili di valli, cime e vette, definendo nuove modalità di accesso e di consumo della montagna invernale.
Tozze e coloratissime, si infilano sotto gli scarponi e consentono l’accesso a rifugi e mete un tempo appannaggio dei soli sciatori. Mezzo di spostamento vecchio almeno quanto la neve, le ciaspole hanno attratto grandi e piccini, sportivi e amanti della buona tavola, escursionisti della domenica e cultori del fitness.
I ciaspolatori sono tra i primi a muoversi con l’arrivo della neve e frequentano la montagna di giorno e di notte per l’intera stagione invernale. Scelgono mete facili, accessibili e sicure, tanto più agognate se al termine della passeggiata offrono un piatto caldo e una terrazza alla luce del sole invernale. «Nei giorni scorsi in Val Pellice sono scesi 70 cm di farina. Al Jervis è la prima domenica di neve: la pista per raggiungere il rifugio non è stata battuta, il meteo non è un granché, eppure senza fare niente abbiamo portato a casa più di quaranta coperti», racconta Roby Boulard, gestore del Rifugio Willy Jervis di Bobbio Pellice (To), guardando la fila di ciaspole messe ad asciugare all’ingresso della struttura.
Il modello base viene venduto a poco più di 80 euro, ma racchette da neve di ogni genere e misura possono essere noleggiate presso qualsiasi negozio di attrezzatura sportiva con qualche spicciolo. Tagliati i costi sugli skipass e i panini dai prezzi proibitivi delle stazioni ski total, le ciaspole hanno saputo conquistare fette sempre più ingenti di popolazione fino ad allora, volenti o nolenti, escluse dalla montagna invernale. La dimensione free delle racchette si accompagna anche a una mutata visione dell’ambiente che risponde a differenti modalità di uso e consumo del territorio: la montagna intesa come spazio da scoprire comporta il passaggio dal “fare vacanza” al “fare escursionismo”, testimoniato anche dall’incremento delle gite in giornata e degli spostamenti day by day da casa sino alla destinazione di montagna registrati negli ultimi anni.
In quanto formula economica e aperta a tutti, le ciaspole hanno riportato in montagna anche le famiglie che, stremate dai rincari di skipass e corsi di sci, sono tornate a rappresentare più della metà dei frequentatori della montagna invernale.
Inquadrare con numeri e percentuali lo stato di salute dell’escursionismo su neve non è impresa semplice: la dimensione free che non consente di tracciare i passaggi dei ciaspolatori da un lato e la non-verificabilità delle cifre fornite dalle ditte produttrici di racchette da neve dall’altro, rendono difficile ottenere dati realistici sull’andamento della disciplina. Skipass Panorama Turismo ha stimato 480.000 mila praticanti: con uno stacco netto dallo sci da discesa (2.085.000 praticanti), ma a breve distanza dallo snowboard (495.000 boarders), l’escursionismo su neve è la terza disciplina più praticata nella stagione invernale, ma anche quella che, insieme allo scialpinismo, continua a destare entusiasmo e interesse anche diversi anni dopo l’esplosione del fenomeno, considerando che ancora nella prossima stagione incrementerà i propri adepti di almeno dieci punti percentuali.
Il sondaggio però, condotto su base nazionale a un panel rappresentante l’industria neve, mal si presta a descrivere un fenomeno diffuso in modo capillare su montagne minori e in valli semi abbandonate. Altre tendenze confermerebbero dati ben più rassicuranti per le ciaspole: la ricerca di paesaggi incontaminati, di luoghi unici ed esclusivi lontani dal fracasso e dall’affluenza delle grandi stazioni sciistiche da un lato e l’ennesimo aumento del prezzo dello skipass per la stagione 2013/2014 dall’altro (gli operatori turistici stimano un incremento del 2,5%). A dimostrazione del buono stato di salute dell’escursionismo invernale interviene anche l’opinione dei professionisti, gli accompagnatori naturalistici, osservatori privilegiati delle inclinazioni dei turisti della montagna.
«Le proposte invernali suscitano maggior interesse di quelle estive – riporta Emanuele Gabaglio, accompagnatore di media montagna e presidente di Escuriosando Trekking, gruppo di guide naturalistiche attivo su tutto il Piemonte – anche se il boom delle ciaspole non assicura più il lavoro degli accompagnatori. Mentre qualche anno fa con una semplice gita notturna in rifugio riuscivamo a riempire il gruppo in pochi giorni, oggi le richieste dei ciaspolatori sono cambiate: col tempo hanno maturato le competenze per organizzare da soli la propria escursione, spingendoci a formulare proposte sempre nuove e ogni volta più articolate. Si affidano a noi per fare esperienze extra-ordinarie, che richiedono perizia nella preparazione del percorso e attenzione nelle valutazioni nivologiche: sono i giri ad anello a riscuotere maggior successo».
Alcuni cercano la compagnia, altri temono le insidie che si nascondono dietro il silenzio del manto innevato. Certo è che tutti desiderano passare una giornata sulla neve, in allegria e sicurezza: il futuro delle ciaspole non può che dipendere dalla sensibilità e dalla lungimiranza che gestori di rifugi, posti tappa e punti ristoro sapranno dimostrare attrezzando in sicurezza il percorso e offrendo ai ciaspolatori un caldo ricovero.
Daria Rabbia