Con un salto di quasi 200 metri e una potenza massima di 1.900 kW, sabato 21 settembre è stato inaugurato ufficialmente il nuovo impianto idroelettrico “Delle Fie Maurin”, sul torrente Maurin in Comune di Acceglio, capace di coprire il fabbisogno elettrico di oltre 1000 famiglie della valle.
Si tratta dell’ultimo impianto realizzato dalla realtà pubbico-privata Maira Spa (vedi il precendente atrticolo sulla società), che dopo l’impianto “Frere 2” del 2006 rilancia l’investimento nell’idroelettrico. L’impianto si delinea tra Ponte delle Combe e Ponte delle Fie, nella valle del Maurin, con una condotta forzata interrata di circa 1 km di lunghezza, che restituisce l’acqua utilizzata a monte del Rio di Stroppia.
Nonostante il momento critico per chiunque proponga progetti idroelettrici sulle Alpi, dettato dalla forte campagna di sensibilizzazione a un uso moderato delle risorse idriche e al rispetto dell’alveo di fiumi e torrenti (vedi al riguardo l’ultimo convegno annuale Cipra), il progetto “Delle Fie Maurin”, a differenza del precedente progetto di realizzazione della centrale “Frere 2”, non sembra aver incontrato resistenze da parte dei residenti. Nel 2006, quando entrò in funzione il primo impianto, alcuni abitanti locali avevano dato vita al “Comitato Unerzio vivo”, proprio al fine di protestare per la “cattura” dell’acqua nell’omonimo vallone a scopo idroelettrico. Posizione che, con il passare del tempo, è in parte rientrata. Grazie al rispetto delle garanzie da parte dei gestori dell’impianto, sul flusso minimo vitale d’acqua che sarebbe continuato a scorrere lungo il vallone, e soprattutto grazie al fatto che parte dei proventi dello sfruttamento dell’acqua vengono ancora oggi impiegati nei progetti pubblici socio-culturali della valle.
L’impianto “Delle Fie Maurin”, descritto dagli addetti ai lavori come un “gioiello dell’attuale tecnologia idroelettrica”, si appresta nei prossimi anni a dare ulteriore ossigeno alle asfittiche casse pubbliche degli enti locali della Val Maira. Realtà alpina che continua lungo la strada virtuosa della ricerca di risorse endogene per la gestione del suo territorio. A conferma che, forse, se ben organizzata e a patto che i proventi rimangano sul territorio, l’attività idroelettrica nelle Alpi è ancora possibile.
Maurizio Dematteis