Christian Arnoldi, Tristi montagne. Guida ai malesseri alpini, Scarmagno 2009, Priuli & Verlucca
Le cronache raccolte in queste pagine, che raccontano follie e drammi di individui e di famiglie che vivono sulle Alpi, provengono da un lungo elenco di vicende in gran parte sconosciute, sconcertanti e persino misteriose. Messe l’una dopo l’altra, queste cronache costituiscono la guida a una montagna triste fatta di angosce e solitudini maturate per lo più dentro le mura domestiche e sepolte come segreti inconfessabili dentro i confini delle comunità e dei villaggi, mentre intorno frotte di villeggianti inseguono divertimenti, svaghi, relax, serenità e benessere. Questo lato segreto e oscuro delle Alpi, troppo spesso taciuto – che contrasta con l’amenità dei prati e dei boschi, la graziosità dei villaggi, la timidezza dei montanari – svela l’estrema ambiguità e complessità della realtà alpina contemporanea, là dove si rileva l’esistenza di una struttura antropologica profonda che è l’intermittenza esistenziale, generatrice inarrestabile di tragici spaesamenti.