“A volte il futuro dipende da quello che conserviamo del passato,
a volte da ciò che decidiamo di lasciarci alle spalle”
Phillip Ackerman-Leist, A precautionary tale, 2017
Nella suggestiva cornice di Mals/Malles, in Alta Val Venosta, si è tenuta dall’11 al 14 aprile 2019 la seconda edizione del festival Hier und da (Qui e là). Organizzata dalla cooperativa DA – Cittadini dell’Alta Val Venosta, la rassegna è dedicata a stimolare riflessioni e scambio di buone pratiche sul buon vivere sostenibile nelle aree rurali, con lo sguardo rivolto al futuro.
La collocazione geografica del festival, che si svolge a Malles e nelle località limitrofe, dove si incontrano gli ultimi lembi di Italia, Austria e Svizzera, è rispecchiata a pieno dal carattere transfrontaliero del programma, che vede confrontarsi relatori, artisti e studenti provenienti da tutta l’area germanofona. Ma i contenuti del festival attraversano anche i confini disciplinari, oltre a quelli geografici: si spazia infatti da riflessioni sul ruolo della società civile al recupero dei saperi locali, fino ad offrire una ricognizione sulle nuove imprese che operano nel rispetto del territorio e dei suoi abitanti.
Festival del fare insieme, del fare comunità.
La terza giornata del festival, ad esempio, comincia al mattino impastando il pane insieme e si conclude condividendo una zuppa casalinga cucinata per la comunità. Nel mezzo, il laboratorio di tintura dei tessuti con materie prime naturali come i fiori di tarassaco. Workshop e dibattiti per mettere in rete esperienze esemplari e stimolare i partecipanti ad immaginare insieme le potenzialità del buon vivere nelle aree rurali.
Hier und da prende le mosse dal percorso di partecipazione civica che ha portato gli abitanti della cittadina a “riappropriarsi” del proprio territorio. La piccola comunità di Malles, 5000 abitanti circa, è infatti al centro di una vicenda dai risvolti potenzialmente globali: nel 2015 qui è stato indetto un referendum municipale per vietare l’uso dei pesticidi chimici dal territorio comunale. Il 70% degli abitanti ha votato a favore del divieto, con un’affluenza alle urne del 75%. L’esito del referendum resta ad oggi ostacolato da più parti, ma la vicenda ha segnato uno spartiacque nella vita della comunità.
Ad indire il referendum, dopo anni di dibattito e campagne di sensibilizzazione, sono stati i cittadini di Malles. Tra loro c’è anche il gruppo informale di advocacy Hollawint (forma dialettale per Fermatevi ora!), costituito da donne residenti a Malles. Incontri pubblici, lettere al quotidiano locale e striscioni appesi alle finestre delle abitazioni: con questi strumenti di advocacy dal basso, le attiviste del gruppo Hollawint hanno incoraggiato i concittadini ad esprimere la propria posizione su un tema delicato e importante.
Martina Hellrigl, incontrata durante il festival, ricorda così gli albori di Hollawint: “Siamo partite in quattro. La preoccupazione condivisa per il futuro del nostro territorio ci ha spinte ad organizzare azioni per dare visibilità ad una preoccupazione diffusa, ma generalmente taciuta”. Hollawint è divenuto rapidamente il portavoce della molteplicità di gruppi informali e singoli cittadini preoccupati da questo tema. Secondo Phillip Ackerman-Leist, che ha ricostruito la mobilitazione di Malles (A precautionary tale, Chelsea Green Publishing 2017, per ora disponibile solo in inglese), tra i meriti da riconoscere ad Hollawint c’è quello di aver adottato uno stile comunicativo improntato ad una retorica propositiva: la campagna contro i pesticidi si è così trasformata in una richiesta di azioni in favore della salute e della sostenibilità.
Hier und da è emanazione di quel movimento: “Il festival è un modo per dare visibilità a quanto è accaduto qui a Malles, per connettere la nostra esperienza a quella di altre comunità e per trovare ispirazione e sostegno da altre pratiche per questa battaglia non facile” racconta Martina Hellrigl.
Heir und da, 2019
L’edizione 2019 del festival si è aperta con l’intervento di Vandana Shiva, Presidente di Navdaya International, membro del World Future Council e consulente della FAO. La Grande Dame delle sementi ha definito Malles “un faro che indica la via: vorrei che ci fossero molte altre realtà come Malles in questo mondo”, ha detto Vandana Shiva, a sua volta originaria di una regione di montagna, “perché qui non si combatte solo per il proprio benessere, ma per quello del mondo intero”. Al centro del suo intervento, il ruolo delle comunità locali nei processi democratici e l’importanza di identificare tutte le esternalità dei processi produttivi nei territori che li ospitano. Shiva ha aggiunto il proprio plauso per la capacità di riportare i processi decisionali vicino alle popolazioni interessate: un meccanismo, questo, che è supporto fondamentale alla partecipazione.
Tra le buone pratiche presentate durante il festival merita di essere ricordata l’esperienza del marchio “100% Valposchiavo”, progetto nato nella vicina Svizzera, improntato alla qualificazione dell’offerta turistica tramite la filiera corta e la produzione biologica. “Ci vuole molta pazienza e perseveranza, non si tratta di un successo immediato ma di un cambiamento a lungo termine”, ha spiegato Cassiano Luminati riferendosi al precorso in atto nella limitrofa Val Mazia, una valle laterale della Val Venosta impegnata in un percorso di turismo ecocompatibile e legato alla natura. Dal mondo delle imprese, Heini Staudinger dell’azienda calzaturiera Waldviertler GEA ha illustrato difficoltà e potenzialità legate a modelli di finanziamento non ortodossi, come quelli messi in pratica nella propria azienda.
Stimoli preziosi per portare avanti un percorso non sempre facile, che parte dalla capacità di mobilitazione locale e di fare rete per immaginare traiettorie di sviluppo regionale sostenibile e prospettive per il futuro condivise.
Jutta Staffler e Marzia Bona