Tra i “nuovi montanari” non c’è solo chi si trasferisce o ritorna alla montagna per intraprendere un lavoro nell’ambito agricolo o pastorale, ma anche chi, come il protagonista di questo mese, ci arriva quasi per caso, vi si stabilisce per amore degli scenari paesaggistici e per lo sport d’alta quota e riesce a coniugare queste due passioni creandosi un nuovo lavoro, quello del fotografo. È la storia di Giacomo Meneghello, un nome probabilmente già noto a qualche lettore di Dislivelli per la fama che è riuscito a ottenere grazie alle sue splendide immagini che non possono passare inosservate agli amanti degli scenari alpini. Per capire meglio la sua esperienza, ci incontriamo in un bar di Aprica in un bel mattino di febbraio.
Giacomo, tu dove sei nato e come sei arrivato in Valtellina? «Vengo da Legnago, in provincia di Verona, a sedici metri di altitudine, dove si produce la nebbia doc», sorride. «Sono sempre stato molto appassionato di sport, in particolare di ciclismo, e ho frequentato Scienze Motorie all’Università di Ferrara. A conclusione degli studi, i professori mi hanno proposto di fare il tirocinio in medicina dello sport e fare una tesi sperimentale basata su test funzionali con atleti e fondisti presso l’Ospedale di Sondalo, in alta Valtellina. Da quel momento ho iniziato ad appassionarmi di questi luoghi, a esplorare le zone circostanti e a salire le montagne. Era il 2007, e dopo dieci anni sono ancora qui. La montagna mi è sempre piaciuta, sin da quando ero piccolo. Se prima però la frequentavo solo a piedi o in bici, poi ho imparato a sciare e a muovermi lungo la valle in vari modi, esplorando la montagna in tutti i suoi aspetti».
Com’è nata la passione per la fotografia e come è diventata il tuo lavoro? «Inizialmente andavo in giro in bici e scattavo foto ai posti che visitavo e che mi piacevano. Erano gli anni in cui erano appena nati i social, che hanno permesso a molti di esprimersi anche attraverso le immagini da condividere. Col tempo la fotografia è diventata una passione, che mi ha permesso di conoscere e apprezzare la montagna in tutti i suoi aspetti, specialmente quelli legati al mutare delle stagioni e dei colori nei diversi momenti della giornata come all’alba e al tramonto. Il mio maestro è stato Roberto Moiola di Morbegno, con cui ho poi fondato, insieme ad altri amici come Roberto Ganassa e Francesco e Vittorio Vaninetti, l’agenzia fotografia ClickAlps, specializzata in immagini paesaggistiche. Inizialmente, l’agenzia era una piccola realtà concentrata sugli ambienti valtellinesi; col tempo è diventata una società in continua espansione, che vanta pubblicazioni, vendita di immagini, viaggi e workshop fotografici, collaborazioni con realtà italiana e straniere. Fiore all’occhiello della nostra attività è la collaborazione continuativa con la rivista di montagna e cultura alpina Meridiani Montagne. Nella società siamo di fatto in pochi a fare i fotografi di professione, mentre la maggior parte fotografa nel tempo libero e per passione. Oltre a far parte della società, ognuno di noi lavora come free lance collaborando per eventi, enti di promozione turistica, marchi di abbigliamento tecnico e sci e, nel mio caso, per eventi sportivi di montagna come il running e lo sci alpinismo».
Come fotografo, qual è la tua particolarità? «A parte fare foto per lavoro, io amo i posti dove vado e mi piace invogliare la gente ad andare in montagna, a fare un’alba o un tramonto per godere di spettacoli unici. Mi sembra che per alcuni, anche grazie ai social, certi scenari, certe atmosfere, certe luci siano più che altro un mezzo per mostrare l’affinamento della propria tecnica fotografica. Per me è invece un pretesto per provare a rasserenare le grigie giornate di chi è costretto a stare in ufficio o in città e per essere da sprone per far vivere, rispettare e difendere la natura e l’ambiente di montagna. Grazie alla mia predisposizione allo sport e all’aver imparato negli anni a praticare l’alpinismo, la mia particolarità è data dal fatto che, come nel caso dei servizi che svolgo per le competizioni sportive, io mi muovo con gli atleti e scatto foto di azione e movimento durante la corsa, lo sci, il trekking. Mi piace ritrarre il rapporto tra gli atleti e i maestosi scenari alpini, ancor meglio se innevati. Durante i servizi per le gare, non salgo mai sulle cime e i pendii con la funivia o addirittura l’elicottero, ma mi piace fare una ricognizione pre-gara e poi salire con gli atleti stessi, che mi sembra che apprezzino questo mio approccio più diretto e dentro la gara. Personalmente sento la necessità quotidiana di fare sport, di correre, salire montagne a piedi o con gli sci: grazie alla fotografia, dunque, mi posso tenere allenato e ciò che per certi fotografi è un problema, specialmente in ambienti estremi, per me è un’opportunità e uno stimolo. Le albe e i tramonti in quota sono la mia specialità, anche se spesso non trovo chi mi accompagna per questo tipo di esperienze», sorride, e continua: «Nel recente viaggio fotografico di ClickAlps nella Lapponia norvegese, non ho saputo resistere a salire le cime delle Lyngen Alps oltre a sostare per ore davanti a albe, tramonti e aurore boreali: in pratica dormivo tre ore a notte e mangiavo quando potevo».
La conoscenza della montagna maturata in una decina d’anni di permanenza in ambiente alpino sono i segni dell’intelligenza e della creatività di Giacomo, abituato al viaggio e agli spostamenti, spinto dalla curiosità per genti e ambienti diversi: «Io vivo a Sondalo, ma potrei vivere in qualsiasi altra località delle Alpi perché sono sempre in giro. La mia priorità è sempre l’avventura e il poter godere di certi scenari unici da immortalare nelle mie foto».
È possibile vivere unicamente di fotografia? «Certamente si può, ma bisogna essere versatili facendo più cose, tenendo contatti, proponendosi a varie realtà come aziende, enti di promozione turistica, le varie sedi del CAI dove tengo alcune mie serate di fotografia. Tutto sommato io sono uno che vive con poco: i materiali mi vengono forniti dagli sponsor per cui faccio shooting fotografici e se mi devo muovere vengo ospitato nelle strutture dove si svolgono i vari eventi».
Il segreto del tuo successo? «L’entusiasmo e la motivazione che mi portano a fare questo lavoro. Per poter essere goduta dagli altri, la percezione della bellezza della montagna deve prima passare per i miei occhi, per i miei sogni e i miei pensieri. Solo così posso essere sicuro di essere apprezzato e di trasmettere questa passione».
Da seguace delle splendide immagini che Giacomo non posso che confermare queste parole. Un augurio speciale di buone cime e nuovi sogni ed emozioni!
Michela Capra
Info: www.facebook.com/G.Meneghello.Photographer
www.clickalps.com