Villar Pellice è un piccolo comune montano dell’alta Val Pellice, a 700 metri d’altitudine, con 1200 residenti e circa 700 abitanti reali. Presenta tante delle caratteristiche positive e negative che sono comuni alle terre alte. Ricchezza dell’ambiente e carenza di occupazione, senso di comunità e chiusura verso l’esterno, tranquillità e isolamento, presenze turistiche ondivaghe e scarsità di servizi di base.
In questo comune alpino, e più in generale nell’alta Val Pellice, le Olimpiadi erano apparse come l’occasione di rilancio dopo la crisi del lavoro degli anni ’80 e ’90. Per questo, una struttura industriale come l’ex feltrificio la Crumière era stata destinata a riconvertirsi, come vuole il capitale fluido, in struttura di accoglienza trainante per l’offerta turistica di tutta la valle. A questo scopo fu creata l’Agenzia per lo sviluppo del territorio, Agess Spa, istituita nel 1999, con diverse compartecipazioni pubbliche, e fallita nel 2005. Morale? L’albergo ristorante Crumière resta un guscio vuoto dal 2005 fino al 2015, per ben 10 anni. Un simbolo di un tentativo di rilancio andato male. Nell’estate del 2015 la prefettura di Torino, vista la necessità di trovare accoglienza per i richiedenti asilo in costante aumento, scopre la Crumière, divenuta nel frattempo proprietà della regione Piemonte, e immagina di trasformarla in un centro di accoglienza temporanea per richiedenti asilo e rifugiati, e la prefettura contatta la Diaconia Valdese che si occupa di accoglienza in Val Pellice con un progetto Sprar per 28 persone e nella valle a fianco con un accoglienza prefettizia di altri 30 posti. Nel corso dell’estate 2015 arrivano quindi in totale a Villar Pellice 58 africani sub sahariani che coprono quasi tutte le nazionalità tra Nigeria e Gambia. Lo shock dell’amministrazione locale e dei cittadini è comprensibile, il prefetto opera sul loro territorio senza informare, si sentono prevaricati, il loro territorio invaso da politiche più grandi, da emergenze che per qualcuno “appartengono ad altri”.

Villar Pellice, dal canto suo, ha problemi con radici lontane nel tempo, che affondano qui nel vuoto, nell’abbandono, nella mancanza o nella sbagliata programmazione della vita economica e culturale di un distretto, quello delle Alpi Cozie, che è da sempre in bilico tra ruralismo misero e grande industria paternalista. Ma nonostante questo i sessanta richiedenti asilo ospitati a Villar Pellice hanno riempito un vuoto che da anni attendeva destino.
Questo è il contesto di fondo nel quale io e i mie colleghi cerchiamo, come èquipe di lavoro, di gestire al meglio la Crumière e di organizzare il percorso di accoglienza integrata dei beneficiari. La Diaconia Valdese, per cui noi lavoriamo, è l’ente gestore, e offre a queste persone oltre al vitto e all’alloggio, consulenza legale, sanitaria, psicologica, formazione scolastica, si adopera per cercare e creare opportunità di formazione al lavoro pur in un contesto economico in difficoltà. La Crumière poi è una struttura bellissima. Le stanze sono accoglienti e ospitano due o tre persone. La foresteria all’ultimo piano è un po’ spartana ma una certa riservatezza è garantita a chi ci vive. Sala mensa e cucina sono da ristorante. Un salone, quasi un piccolo auditorium, ci permette di convocare settimanalmente delle riunioni plenarie che cercano, trasmettendo le regole di convivenza, di essere sempre meno frontali. Dove non furono mai aperte le botteghe artigiane del vecchio progetto ci sono ora una palestra, una lavanderia, un magazzino, un ambulatorio infermieristico coordinato dalla Croce rossa di Torre Pellice, una ciclo-officina animata da volontari. E sono molti i volontari della valle, che offrono spontaneamente aiuto, organizzano raccolte di abiti, un laboratorio linguistico, incontri sportivi. E ancora l’attività della chiesa Valdese e Cattolica, l’Esercito della Salvezza. Molte cose, che non sempre si riescono ad incastrare e a fare convivere. Molte cose che alimentano una vita che pullula giornalmente, con momenti radiosi ed estreme difficoltà, ma una vita almeno, non il lugubre spettacolo che mi accolse il primo giorno di sopraluogo alla Crumière, dove anche i ragni erano secchi nella polvere.
Diego Mometti, responsabile del centro di accoglienza Crumière – Villar Pellice, Servizio Richiedenti Asilo e Rifugiati della Diaconia Valdese

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