L’idea è quella di realizzare un progetto pilota di sviluppo locale, da poter replicare 10, 100, 1000 volte lungo tutto l’arco alpino, a partire dalle risorse interne alle valli, e bla, bla, bla.
Fin qui, diranno i lettori, nulla di nuovo. Quante volte in dibattiti pubblici sono stati presentati progetti avveniristici e fantasmagorici? Ma quando l’idea da progetto si trasforma in un’azione reale, capace nel giro di una decina d’anni di coinvolgere gran parte delle realtà vallive, di investire sette milioni di euro in centraline idroelettriche, gassificatori, centri di lavorazione carni ecc. ecc., realizzando ben 11 nuovi posti di lavoro, allora la storia si fa più interessante. E vale davvero la pena raccontarla.
Ci troviamo in Valle Varaita, provincia di Cuneo, nel piccolo comune di Frassino, dove sorge l’avveniristica struttura in legno sede del Laboratorio naturalistico Gestalp, con un piazzale forestale antistante di 5.000 metri quadrati.
Al suo interno, oltre agli uffici tecnici, un impianto di cogenerazione attraverso gassificazione da cippato e un centro di trasformazione carni da allevamento e selvaggina, con relativo spaccio aziendale aperto al pubblico. «Siamo partiti nel 2007 con gli studi di fattibilità – racconta Andrea Dematteis, della Fondazione universitaria Cerigefas, tra i fondatori del progetto – convinti del fatto che alcuni punti critici che investono oggi le nostre montagne possano essere trasformati in elementi di forza». Il primo è sicuramente l’abbandono del territorio, tra gli incubi ricorrenti delle notti insonni di molti amministratori locali. Che secondo Gestalp può addirittura garantire “materie prime rinnovabili in gran quantità”. Il secondo la scomparsa del modello di gestione tradizionale del territorio, che permette di poter “elaborare nuovi modelli gestionali”, sostenibili e innovativi. Proprio come il progetto Gestalp.
La comunità della Valle Varaita, o comunque, se non tutta, buona parte di essa, è partita dalla convinzione che un modello alpino vincente debba puntare sulla gestione delle risorse endogene rinnovabili, portata avanti, ovviamente, in maniera sostenibile, e cioè in modo che l’operazione possa risultare possibile anche per le generazioni a venire. Hanno quindi concentrato la loro attenzione su quattro realtà: acqua, legno, erba e animali, d’allevamento e selvatici, per costruire un modello. Consci del fatto che questo modello, per essere vincente, debba soddisfare tre condizioni fondamentali: avere un’autonomia finanziaria che permetta di non essere “colonizzato” da forze esterne. Permettere uno sviluppo equilibrato della comunità con un modello multifunzionale, «evitando di avere l’80 per cento della popolazione – sottolinea il responsabile – che vive grazie, ad esempio, ai soli impianti di risalita invernali, come accade in alcune realtà alpine». E garantire la cura del territorio conservando intatte le risorse impiegate per le generazioni future.
Da dove partire? Dall’individuazione di un motore economico endogeno, cioè da qualcosa che possa macinare utili per poter realizzare poi nuovi investimenti produttivi e sociali, con ricadute occupazionali. E le fonti di reddito su cui qualsiasi valle alpina può oggi puntare sono senza dubbio legate alla produzione di energia. Gestalp ha scommesso su due fronti: idroelettrico e cogenerazione da biomassa legnosa. Ma se il secondo, come spiega Andrea Dematteis, «non è bancabile», il primo, l’idroelettrico, lo è sicuramente. Ed è stato proprio lui il “primo motore immobile” da cui è partita tutta l’operazione. «Ci siamo seduti al tavolo con alcune banche – ricorda l’interlocutore – e ci hanno concesso prestiti solo grazie alla garanzia dell’idroelettrico». Nel 2007 nasce quindi Idralp, società di gestione dell’idroelettrico, che diventa la “cassaforte” del progetto. E successivamente, poco per volta, viene realizzato il piano forestale, per mettere a disposizione i 4.000 ettari di foreste locali, costruito l’impianto di cogenerazione a gassificazione da cippato, realizzato il centro di lavorazione carni, aperto lo spaccio aziendale, realizzati impianti di irrigazione per 500 ettari agricoli e progettati altri futuri investimenti.
Oggi il Laboratorio naturalistico Gestalp della Valle Varaita è una realtà capace di dare lavoro a 12 persone. «La stima è di arrivare a 22 nuovi posti di lavoro entro il 2018 – conclude il Direttore di Cerigefas – e nonostante il progetto sia partito nel momento di massima crisi economica del nostro paese, ci sono buone possibilità di poter fare ancora meglio».
Maurizio Dematteis
Info: www.gestalp.it