Giorgio Daidola, Ski spirit. Sciare oltre le piste, Alpine Studio 2016, Orizzonti 2.0, 333 pagine, 17 euro.
Il lungo viaggio attraverso la montagna bianca di Giorgio Daidola, vero free rider della prima ora, è durato ben più di trent’anni. Dalle linee dietro casa, in Trentino, dove Giorgio torinese di nascita vive ormai da anni, a tutte le mitiche stazioni sciistiche delle Alpi. Ricordo ancora all’inizio degli anni ’80 quando insieme a uno sparuto gruppo di amici ha reintrodotto in Italia il telemark, ossia lo sci a talloni liberi originario della Norvegia, e noi ragazzini cercavamo di emulare le linee perfette che questi “giganti” disegnavano su lenzuoli bianchi, sempre e rigorosamente “fuori traccia”. Giorgio da quel momento non si è più fermato, salendo e scendendo montagne nei sette continenti e realizzando grandi raid nel Karakorum, nello Hielo Continental, nelle Rocky Mountains, fino all’impresa più ardita: la prima discesa degli 8013 metri dello Shisha Pagma con l’antico stile norvegese.
Perché, come ci insegna l’eclettico maestro di sci emerito, giornalista di montagna, regista realizzatore di film di successo e professore di economia presso l’Università di Trento, lo sci non è solo autostrade della neve ripetitive e affollate, ma anche “Ski spirit”, il viaggio con la fantasia, la condivisione di un’avventura, la ricerca di nuove forme di espressione sulla neve.
Finalmente Giorgio si è deciso a raccogliere le sue avventure in un volume intitolato per l’appunto “Free spirit. Sciare oltre la pista”, l’anticipo di un testamento ancora in gran parte da scrivere che accompagna gli appassionati lungo le più belle linee bianche del mondo. Ma anche un libro che stimola in tutti noi la riflessione su quanto sta accadendo oggi nel mondo dello sci, con un invito ad andare controcorrente, ad abbandonare le autostrade bianche, spianate e lavorate, dritte e lisce e tutte uguali, e continuare a cercare l’avventura in montagna, non smettendo mai di sognare. Perché come scrive Giorgio nella sua introduzione «sognare non costa nulla. E finché si sogna c’è voglia di vivere, di conoscere, di scrivere. Finché si sogna c’è soprattutto voglia di sciare».
Maurizio Dematteis