Inevitabilmente gli interventi di qualunque Governo per fronteggiare la crisi economica riducendo la spesa pubblica sono destinati a scontentare chi viene toccato in prima persona dalla riduzione dei fondi erogati. Alcune delle scelte effettuate dal Ministero delle Finanze nella recente manovra, però, lasciano particolarmente perplessi, per la scarsa capacità di distinguere gli sprechi reali dal supporto necessario a realtà deboli sul mercato ma di grande importanza per la società e il territorio nei quali agiscono. Tra le vittime dell’intervento potrebbero esserci le farmacie di montagna e quelle dei piccoli comuni in generale, che si vedono costrette – al pari delle grandi farmacie di città – a effettuare un ulteriore sconto del 3,5% sulle agevolazioni già applicate ai prodotti venduti al sistema sanitario pubblico (farmaci acquistati con la ricetta), che significherebbe un aumento del 30% rispetto agli sconti già praticati, con pesanti effetti sul bilancio.
«Le farmacie rurali segnalano alla responsabilità del Governo e a tutta l’opinione pubblica la già difficile situazione di tante piccole farmacie che a stento resistono nelle zone più svantaggiate del Paese. I farmacisti rurali sottolineano la contraddizione evidente tra una manovra così penalizzante e le misure di sostegno che leggi nazionali e regionali hanno ritenuto indispensabili per assicurare la capillarità del servizio farmaceutico in condizioni difficili», recita il comunicato emanato del Sunifar, il Sindacato Unitario delle Farmacie Rurali, che da alcune settimane sta negoziando con il Governo una soluzione a un intervento che rischia di avere effetti devastanti sulle farmacie di montagna.
«Si tratta di un’inaccettabile sperequazione – spiega Cesare Quey, presidente nazionale del Sunifar e titolare di una farmacia a Verres (Ao) –. In questo modo tutti i costi della manovra vengono addossati sulle farmacie, salvaguardando il resto della filiera del farmaco, composta dalle industrie farmaceutiche e dai distributori. Le centinaia di piccole farmacie delle regioni alpine rischiano di venire uccise da una manovra di questo genere».
Gli sforzi di negoziazione del Sunifar e di Cesare Quey hanno fatto sì che il Ministro della Sanità si sia impegnato a proporre al Ministero delle Finanze un emendamento che esoneri le piccole farmacie rurali da un impegno troppo gravoso per i loro magri bilanci. La speranza di chiunque abbia a cuore il futuro dei piccoli comuni alpini è ovviamente che questa proposta venga accettata, salvaguardando le farmacie di montagna che non sono solo esercizi commerciali, ma insostituibili presidii sociali e sanitari presenti in un territorio fragile e spesso abitato in prevalenza da anziani.
Giacomo Pettenati